Suscitano sempre grande fascino le adunate dei tifosi di squadre come Athletic Bilbao, Celtic Glasgow o del Barcelona: simboli di marcata identità culturale, etnica e territoriale. L’appartenenza e il tifo diventano un tutt’uno, le squadre travalicano il semplice gioco del calcio per diventare qualcosa di più: un vero e proprio simbolo.
Spiace vedere invece come vengono tacciate medesime manifestazioni entro i nostri confini. Quando i napoletani, ad esempio (ma è il caso più eclatante), riempiono le piazze e le vie della loro città per celebrare le vittorie della loro squadra vengono banalizzati ed ettichettati come pressapochisti, qualunquisti, populisti o, nella migliore delle ipotesi, folklore e nulla più. Sarà la solita ed irriducibile esterofilia degli italiani, sarà il perdurante campanilismo (per non parlare del “razzismo interno”) a non permetterci di giudicare questi avvenimenti per quello che in realtà sono: genuine e spontanee manifestazioni di appartenenza. In particolare sono naturalmente le aree più depresse, soprattutto al sud (ma non solo, come ad esempio il caso di Verona), a creare un legame saldo ed inscindibile tra città e squadra di calcio.
Questo lungo preambolo serve ad introdurre questo bel libro di Andrea Ferreri che racconta il Lecce della doppia promozione in Serie A, con due mostri sacri della panchina: Fascetti nel 1984/85 e Mazzone nel 1987/88. Due grandi promozioni che rappresentano un rivincita per il “Sud del Sud” o per come lo chiama Ferreri per il “Sud di Maradona”, con l’inedita definizione del Pibe come punto cardinale. Lecce, che rappresenta la fine dell’imbuto geografico delle Puglie, ad un tiro di schioppo da Valona e con radici che affondano anche nel nord-africa, rinasce grazie alle due promozioni, ai primi campionati di A, nell’elitè del calcio mondiale. In particolare sono i due argentini Juan Alberto Barbas e Pedro Pablo Pasculli (quando addirittura una squadra di Serie B poteva permettersi l’attaccante della squadra campione del Mondo…altri tempi) al centro del libro. Sarà per quel particolare fascino esercitato dai rioplatensi fra la gente del sud, sarà per l’aurea creata dal fenomeno Maradona (alla cui figura è legata la rinascita dell’Argentina e quella di Napoli), ma sono proprio questi due i trascinatori dei giallorossi: cinque stagioni in Salento per Barbas, sette per Pasculli.
Attraverso le due figure Ferreri ci spiega l’orgoglio di tifare “Lecce e…basta!”, ci spiegà che anche in Italia abbiamo i nostro Athletic Bilbao, che anche in Italia il calcio è qualcosa di profondamente identitario.
A Sud di Maradona
di Andrea Ferreri
Edizioni Bepress, 2015
pag. 169, 13 euro
per acquistare il libro rivolgersi alla casa editrice Bepress