Se il buon libro si vede dalla copertina… chi compra questo “Binda l’invincibile” rimane ammaliato fin dal primo sguardo. La splendida creazione di Serena Tommasini Degna, che impreziosisce il libro con altre opere, fa da corona a questo bel libro dedicato al mitico ciclista di Cittiglio. Il ciclista pagato per non correre, come successe al Giro d’Italia del 1930, perché troppo forte. Il ciclista che scalzò Costante Girardengo e il mito del “Campionissimo”. Il ciclista che visse le sfide appassionanti contro Learco Guerra. Ma soprattutto il campione che vince 3 titoli mondiali, 5 Giri d’Italia, 2 Milano-Sanremo, 4 Giri della Lombardia e 4 titoli di Campione d’Italia. Un mito, forse inarrivabile, degli anni d’oro del ciclismo, lo sport che prima di tutti ha unito l’Italia e gli italiani, che è stato capito a fatica dal fascismo, che produceva campioni senza soluzione di continuità. Li troviamo tutti in questo libro, oltre a quelli già citati, c’è spazio per Ottavio Bottecchia, fino ai grandi duellanti Coppi e Bartali, che Binda riuscirà a far convivere nella Grande Boucle del 1949, quando era Commissario Tecnico della nazionale italiana. Da CT, per non farsi mancare nulla, Binda vinse altri 4 Tour.
Il mito di Binda è narrato fin dagli esordi, quando era un semplice operaio ciclista dilettante con la passione per la tromba. Da Cittiglio a Nizza, poi Milano e le grandi corse, fino all’amore trovato a carriera terminata. Un ciclista che faceva della tattica, dello studio, della capacità di sorprendere gli avversari le sue armi preferite. Curò il proprio corpo come pochi avevano fatto prima di allora. Poi scelse di abbandonare il ciclismo quando capì che le due ruote avevano preso un percorso troppo pericoloso.