Lo yuan continua a scalzare il dollaro. L’ultimo strappo in ordine di tempo, si è verificato in Bangladesh, con la decisione assunta dalle autorità di rimborsare il prestito che la Russia gli ha precedentemente concesso come parte del progetto della centrale nucleare di Rooppur in moneta cinese.

La scelta è stata facilitata dal fatto che entrambi i contraenti conducono molti scambi commerciali con la Repubblica popolare, partner commerciale sempre più richiesto. Una soluzione pragmatica per poter dar corso al piano che lega Dacca e Mosca, potrebbe trasformarsi in una scelta strategica per facilitare le interazioni finanziarie tra realtà poco sensibili al richiamo di Washington, con i BRICS a fare da richiamo.

Inarrestabile sembra anche l’ascesa rupia indiana, sospinta dalla forza propulsiva di quella che si appresta a diventare la terza economia più grande del mondo entro la fine del decennio.

All’ombra di quanto sta accadendo sul campo di battaglia ucraino, sta prendendo forma anche un nuovo sistema finanziario multipolare e “plurale”, destinato a togliere spazi e peso a quello ormai datato incentrato sul dollaro e sugli Stati Uniti.

Unitamente a quelle dei giganti, mostrano segnali di vitalità anche le economie più piccole della regione del sud-est asiatico: Singapore, Malesia, Indonesia, Cambogia, Thailandia e Laos.

Il Carnegie Endowment for International Peace (CEIP) ad agosto del 2022 ha pubblicato un articolo sull’influenza sempre più flebile del dollaro USA nell’area in questione, intitolata “Il crescente interesse del sud-est asiatico nei canali finanziari non in dollari e il potenziale ruolo del renminbi”.

I responsabili politici di Thailandia, Laos, Cambogia e Myanmar hanno annunciato sforzi per ridurre l’utilizzo del dollaro, nonché i commenti del capo della banca centrale indonesiana secondo cui i consumatori di cinque delle maggiori economie del sud-est asiatico saranno presto in grado di effettuare transazioni transfrontaliere intra-regionali pagamenti tramite collegamenti che evitano di utilizzare il dollaro come intermediario, come spesso accade attualmente”.

Le defezioni aumentano mese dopo mese, accomunando esecutivi di varia natura nella scelta di un’opzione che ha reso traballanti le fondamenta del vecchio castello dello zio Sam. l governo militare del Myanmar sta esplorando attivamente come aggirare le sanzioni dell’UE e degli Stati Uniti per effettuare transazioni con la Russia. Alla lista degli abbandoni eccellenti si è aggiunta recentemente Giacarta. Bank Indonesia ha esortato importatori ed esportatori a utilizzare le valute nazionali nei pagamenti internazionali al fine di ridurre la dipendenza dei mercati finanziari indonesiani dal dollaro.

Da monitorare è il caso cambogiano. Luke Hunt in un pezzo intitolato “La Cambogia riduce la sua dipendenza da il dollaro USA”, ha messo in risalto lo stato d’animo del Governo cambogiano e il tentativo di affrancarsi dal dollaro. Un cambio di registro di portata storica, se si considera che “da quando le forze di pace delle Nazioni Unite sono arrivate nella Cambogia dilaniata dalla guerra per sovrintendere alle elezioni tenutesi nel 1993, il dollaro USA è stato un pilastro dell’economia locale con un sistema a doppia valuta che fornisce tassi di cambio costanti in un luogo volatile”.