Sebbene ci stia portando sull’orlo della terza guerra mondiale, l’espansionismo della NATO non sembra volersi arrestare. Anzi, le provocazioni nei confronti della Russia si stanno addirittura intensificando, con esercitazioni militari nelle aree di confine e la volontà condivisa da quasi tutti di permettere un processo accelerato per l’ingresso di Finlandia e Svezia nell’alleanza militare a guida statunitense.
I due Paesi nordeuropei hanno fino ad ora mantenuto la neutralità militare per garantire un equilibrio che le due superpotenze, Stati Uniti e Unione Sovietica, avevano costruito di comune accordo alla fine della seconda guerra mondiale. Certamente, sia Helsinki che Stoccolma sono sempre state più vicine all’Occidente, come dimostra il loro ingresso nell’Unione Europea nel 1995, ma la vicinanza politica non significa entrare a far parte di un’alleanza militare nata – è bene ricordarlo – proprio in funzione antisovietica.
La cosa più paradossale è che questa mossa viene presentata al pubblico come una decisione volta a garantire la sicurezza europea, mentre in realtà rappresenta un altro atto di palese ostilità nei confronti della Russia, che si vedrebbe accerchiata dalla NATO anche sui propri confini settentrionali, a pochi chilometri da Mosca e San Pietroburgo. Lu Xiang, ricercatore presso l’Accademia cinese delle scienze sociali, ha dichiarato al quotidiano Global Times che l’eventuale adesione di Finlandia e Svezia alla NATO creerebbe ulteriori rischi nella sfera della sicurezza per la Polonia e i Paesi baltici che sostengono Kiev, propiziando un possibile allargamento del conflitto verso nord.
Secondo l’accademico cinese, la possibilità di un confronto diretto russo con i Paesi nordici resta relativamente bassa, tuttavia l’ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO, unito alle continue dichiarazioni antirusse da parte del governo polacco e dei governi dei Paesi baltici potrebbero portare Mosca ad adottare “contromisure ‘preventive’ basate sulla possibilità di futuri attacchi derivanti dall’attuale animosità”.
Un parere molto simile è stato espresso l’esperto di politica internazionale australiano Tony Kevin, ex ambasciatore dell’Australia in Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Cambogia ed esperto di Russia. Prendendo atto delle aspirazioni di Finlandia e Svezia di aderire alla NATO, Kevin ha affermato che una tale decisione di Helsinki potrebbe essere una vera “tragedia storica“. “L’adesione alla NATO diminuirà la sicurezza della Finlandia. Helsinki diventerà inevitabilmente un obiettivo prioritario dei sistemi missilistici di deterrenza russi, poiché San Pietroburgo sarà esposta al rischio che le batterie missilistiche della NATO vengano installate in Finlandia”, ha sottolineato.
L’esperto ha ricordato che la Finlandia “ha svolto un ruolo positivo attivo nella diplomazia di distensione est-ovest, ospitando molti importanti incontri ministeriali e al vertice Russia-USA”. Secondo Kevin, la decisione scellerata dell’attuale governo finlandese si deve ad “una nuova generazione di giovani politici finlandesi senza memoria storica delle crudeli guerre russo-finlandesi che hanno portato alla neutralità finlandese dopo il 1945” ed all’impatto negativo delle “menzogne anti-russe della guerra dell’informazione occidentale”.
Anche Pierre Conesa, ex ufficiale del Ministero della Difesa francese, ha espresso le proprie perplessità. Secondo il suo parere, la NATO potrebbe schierare armi nucleari lungo il confine russo-finlandese, nonché effettuare un blocco navale che isolerebbe il porto russo di Murmansk. Secondo Conesa, i continui allargamenti della NATO sono visti come un atto ostile da parte di Mosca, e per questo la Francia e la Germania avevano bloccato l’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza Atlantica, nonostante Washington volesse inglobarla al più presto.
Secondo Conesa, l’Europa dovrebbe invece lavorare congiuntamente con la Russia per creare un sistema di sicurezza europeo che non sia dipendente dalle armi statunitensi: “Dobbiamo lavorare insieme ai russi per progettare un’architettura generale di sicurezza, dobbiamo continuare a discutere con i russi tutti questi progetti e problemi. Dobbiamo dire loro che sono nostri partner, e che comprendiamo i loro problemi di sicurezza”, ha aggiunto il funzionario francese.
Tuttavia, gli esperti russi prevedono che il processo per l’ingresso di Svezia e Finlandia nella NATO verrà portato avanti senza tenere conto dei numerosi pareri negativi. “Penso che credano che sia deciso. La NATO sta rilasciando dichiarazioni ufficiali sulle prospettive di adesione di Finlandia e Svezia e non sta prestando attenzione alla Russia”, ha osservato Oleg Barabanov, come riportato dall’agenzia TASS.
Parlando delle conseguenze della potenziale espansione della NATO, l’analista ha sottolineato che le tensioni militari al confine russo-finlandese potrebbero divampare: “Apparentemente, le truppe della NATO saranno dispiegate lì e inizieranno a verificarsi varie provocazioni e incidenti, che coinvolgeranno aerei che entreranno nello spazio aereo russo e altre situazioni che abbiamo visto al confine con la Polonia e gli Stati baltici”, ha affermato l’esperto.
A tentare di smorzare i toni ci ha pensato il governo svedese che, al contrario di quello finlandese, ha affermato di voler sostenere l’ingresso del Paese scandinavo nel Patto Atlantico con una riserva, ovvero che l’alleanza non deve piazzare armi nucleari e basi permanenti sul territorio del regno. Questa decisione è stata presa dal consiglio del Partito Socialdemocratico dei Lavoratori di Svezia (Sveriges Socialdemokratiska Arbetareparti, S/SAP), che guida l’attuale esecutivo con il primo ministro Magdalena Andersson.
Ricordiamo che, per permettere a nuovi Paesi di entrare nella NATO, questi devono essere ammessi con il voto unanime di tutti i membri. Alcuni Paesi, in particolare l’Ungheria e la Turchia, potrebbero porre il proprio veto all’ingresso di Svezia e Finlandia nell’alleanza. Il presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan, in particolare, ha detto di non essere pronto a permettere l’ingresso nell’alleanza da parte di due Paesi che applicano sanzioni contro Ankara.