L’Ucraina si aspetta l’arrivo della terza tranche del prestito del FMI [Fondo monetario internazionale, N.d.a.] per un importo pari a 1,7 miliardi di dollari, che avrebbe dovuto essere emesso a favore di Kiev lo scorso autunno, ma che invece è stata confermata dal FMI solo il 4 luglio scorso.

Tuttavia, sarà versato solo in parte a causa del fallimento da parte di Kiev nell’adempiere alle raccomandazioni del FMI.

Sembrerebbe che il motivo del contendere sia l’insoddisfazione da parte ucraina delle richieste del FMI in materia economica e sociale. Il memorandum del FMI ha guadagnato molto rapidamente notorietà e ha attirato aspre critiche da parte del Primo Ministro ucraino Groisman e del Presidente Poroshenko.

Medvedchuk, un politico sostenitore del riavvicinamento a Mosca, sostiene che il memorandum conterrebbe ultimatum di natura sociale ed economica. Gli ha fatto eco un leader dell’opposizione dell’avvicinamento a Mosca, l’avversario Lyashko. Si potrebbe presupporre che nel testo del documento siano contenuti tagli in bilancio per la Cassa Pensione (si tratta di circa 6 miliardi di dollari), la richiesta di ridurre del 20% il numero dei dipendenti pubblici e di ridurre il numero di istituti di istruzione superiore (università comprese) del 60%. Nel memorandum sarebbero anche contenute le richieste di ridurre i costi di assistenza sanitaria e di privatizzarla. La privatizzazione dei servizi di pubblica utilità (produzione e fornitura di acqua, riscaldamento ed elettricità) nei primi mesi dopo il colpo di Stato ha portato ad un forte aumento delle tariffe. Il 2 aprile 2015, il costo del gas per la popolazione era aumentato di 6 volte. La popolazione della Repubblica Popolare di Lugansk (LNR) riceve il gas direttamente dalla Russia. Il costo del gas per i residenti in questa zona è di 6,88 volte inferiore al costo del gas per i cittadini ucraini.
La parte economica del memorandum, secondo Lyashko, conterrebbe i requisiti per la vendita di terreni agricoli e la vendita di oggetti strategici dell’industria ucraina.
Il governo ha rifiutato di pubblicare il testo del memorandum. Questo rafforzerebbe il sospetto riguardo i tagli paventati e porterebbe a credere alle dichiarazioni dei politici dell’opposizione — l’unica fonte di informazioni sul memorandum. L’Ucraina si preparerebbe alla capitolazione economica e sociale nei confronti del FMI. L’accettazione di tutte le condizioni e, più precisamente, dei requisiti del Fondo, significherebbe la perdita di quel che resta delle industrie locali. Subito dopo la partenza della missione del FMI, in Ucraina è stata annunciata la vendita dell’impianto portuale di Odessa, una delle imprese strategiche per l’industria del Paese. La vendita di terreni agricoli priverebbe l’Ucraina della sua principale fonte di ricchezza. Seguendo le esigenze del FMI, l’industria e le fondamenta dell’Ucraina passerebbero nelle mani delle multinazionali.
Tuttavia, il colpo più potente sarebbe rivolto alla sfera sociale e delle pensioni. L’Ucraina è un paese con un’alta percentuale di pensionati. Dei 42 milioni di abitanti del Paese, 12,2 milioni sono pensionati. I requisiti del FMI di eliminare il deficit del Fondo Pensione, uniti ai sempre crescenti prezzi per gli alloggi ed i servizi comunali, metterebbero questo strato della popolazione a rischio sopravvivenza.
In Ucraina i proventi da esportazione sono ridotti, e questo aumenta la sua dipendenza dai prestiti. La prossima tranche del FMI è di vitale importanza per il governo Groisman e Poroshenko. Tuttavia, il governo ne capisce i rischi economici, e soprattutto sociali. per questo la tira in lunho. Un altro motivo per il ritardo nell’erogazione del prestito potrebbe essere, secondo alcune pubblicazioni dei media ucraini, l’insoddisfazione collegata alla vendita dell’impianto portuale di Odessa. Invece di essere venduto al suo valore nominale di 1,5-2 miliardi di dollari, infatti, la base di partenza per l’asta sarebbe di soli 527 milioni di dollari.

Silvia Vittoria Missotti