
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ci riprova. Per lunedì sono previste nuove consultazioni, in un’unica giornata, “per verificare se i partiti propongano altre prospettive di maggioranza di governo”. A due mesi dalle elezioni, non si intravedono all’orizzonte prospettive serie di formazione di un esecutivo in grado di guidare l’Italia.
A nulla sono valsi i tentativi fatti finora dallo stesso Mattarella, dal Presidente del Senato, Elisabetta Maria Alberti Casellati e dal Presidente della Camera, Roberto Fico, troppo frettoloso a parlare di esito positivo delle sue consultazioni.
Il contratto tra M5S e Pd è stato strappato in tv da Matteo Renzi che oggi ha dimostrato di avere ancora in pugno il partito.
Chi si attendeva tuoni e fulmini da Maurizio Martina, è rimasto deluso. Il reggente, davanti a una direzione senza dibattito, ha chiuso definitivamente il fronte del dialogo con i 5 stelle.
Nessuna rottura, quindi. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, ha addirittura dato la sua benedizione alla sterzata renziana: “Più forza al Pd per affrontare i passaggi difficili delle prossime settimane”.
Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, da Genova ha invitato nuovamente i grillini a sedersi ad un tavolo per parlare di cose concrete.
“Non ho più voglia di rispondere a insulti o fantasie. La proposta è chiara: se si vuole fare il governo si fa e si parte. Se si vuol cominciare a far lavorare il Parlamento, votando le commissioni di Camera e Senato, si fa e si parte. Se si vuole continuare a capricciare e litigare, a fare i bambini arroganti, ognuno fa le sue scelte e proviamo a fare tutto da soli”, ha affermato Salvini.
Immediata la replica di Di Maio, via Twitter: “La Lega è piegata al cav. Si torni subito al voto”.
“Noi non abbiamo alcun problema ‘a tornare alle urne’ perché ci sostengono i cittadini con le piccole donazioni. Altri invece si oppongono perché, tra prestiti e fideiussioni, magari hanno qualche problemino con i soldi. Ma l’Italia non può rimanere bloccata per i guai finanziari di un partito”, rincara la dose il leader dei pentastellati.
Controreplica di Salvini: “Non rispondo a insulti e sciocchezze su soldi e poltrone, per noi lealtà e coerenza valgono più dei ministeri. Voglio dare un governo agli italiani, se i grillini preferiscono litigare lo faremo da soli. Bloccare anche la partenza dei lavori delle commissioni parlamentari è da irresponsabili”.