
Conferenza stampa del capo della polizia malese che ha comunicato i nomi di quattro nordcoreani ricercati per la morte di Kim Jong-Nam: Ri Ji-Hyon, O Jong-Gil, Ri Ji-U e Hong Song-Hac. Altre tre persone sono ancora in corso di identificazione, ma non sono sospettate, sono considerati elementi utili per le indagini. Tutti e sette sono entrati in Malesia nei primi giorni di febbraio e hanno abbandonato il paese il 13 febbraio. Pare che abbiano percorso la tratta Kuala Lumpur-Giacarta-Vladivostock-Pyongyang.
Indubbiamente gli elementi comunicati in questa conferenza stampa rappresentano un punto di forza per indirizzare le indagini verso la “pista nordcoreana”.
Ma non è tutto scontato come sembra: come già scritto in precedenza i rapporti bilaterali tra Pyongyang e Kuala Lumpur sono (erano?) buoni e sono molti i nordcoreani che lavorano in Malesia. In attesa di maggiori informazioni dalla polizia malese non è assurdo pensare che i sette cittadini nordcorani fossero semplicemente uomini d’affari in ritorno verso il proprio paese, magari per celebrare il Giorno della Stella Lucente, il compleanno di Kim Jong-Il del 16 febbraio.
L’ambasciatore Kang Chol è stato comunque convocato dal Ministro degli Esteri malese per una consultazione in merito alla presenza dei suoi connazionali nella capitale.
Sono state diffuse anche le immagini del circuito chiuso del KLIA2 che testimoniano l’agguato, dalle quali si evince solo la presenza delle due ragazze fermate.
Nel frattempo la posizione dell’unico nordcoreano fermato pare modificarsi: Ri Yong-Chol (impiegato presso un industria elettronica malese) infatti pare che solo la sua automobile fosse presente in aereoporto. Ma in merito non sono ancora arrivate conferme ufficiali.