Da giovedì 30 novembre a sabato 2 dicembre Roma ospiterà MED 2017, la terza edizione della conferenza internazionale co-organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dall’ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale).
L’ambizioso obiettivo degli organizzatori è ripensare gli approcci tradizionali e disegnare una nuova “agenda positiva” per il Mediterraneo. Saranno presenti oltre 800 leader del mondo politico, economico e culturale, tra cui 45 capi di stato, ministri e vertici di organismi internazionali, e 80 think tanks e istituzioni internazionali da 56 paesi della regione Mediterranea e oltre.
Le linee di orientamento dell’approccio “integrato” italiano alla regione, vengono sintetizzate nel Rapporto, elaborato dalla Farnesina, con dieci parole chiave: Impegno, Responsabilità, Inclusività, Opportunità, Co-sviluppo, Partenariato, Cultura, Diritti, Resilienza, Ordine.
Nel Rapporto sono evidenziati i contenuti delle attività e delle politiche che l’Italia sta portando avanti in una pluralità di settori: Sicurezza, Migrazioni, Economia, Energia, Cultura e Scienza, Cooperazione.
L’obiettivo è quello di affrontare al meglio le complesse sfide all’orizzonte (a cominciare da Libia, Siria, flussi migratori, lotta a Daesh) e di costruire un’agenda positiva per la regione.
Il Rapporto è arricchito di grafici e tabelle che sintetizzano la dimensione di primo piano dell’impegno italiano nel Mediterraneo, da un lato centro di crisi e tensioni politiche, etniche e religiose; dall’altro, piattaforma globale di connettività economica, energetica e infrastrutturale tra Europa, Africa e Asia.
Scarica il rapporto completo da qui:
https://www.esteri.it/mae/resource/doc/2017/11/rapporto_med_maeci_2017_ita.pdf
“L’Italia, sottolinea il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, conosce meglio di chiunque il linguaggio del Mediterraneo e propone un ‘dizionario’ per decifrarne le possibilità e le sfide”.
“I Med Dialogues, ha osservato il Ministro Alfano, sono un importante punto di incontro per ideare e progettare insieme, con tutti i paesi del Mediterraneo e con i nostri più importanti partner globali, il ponte che ci deve avvicinare e insegnare a parlare meglio la straordinaria ‘lingua’ del Mediterraneo con un approccio condiviso e inclusivo”.
Un’Europa forte ed autorevole dovrebbe essere capace di governare le sfide, invece di subirle. Ecco perché il Mediterraneo, si legge nel rapporto, “con le sue crisi e le sue opportunità, deve diventare la nuova missione storica dell’Unione Europea: la sua priorità strategica, un luogo di scelta e visione”.
Del resto, come aveva già avvertito Aldo Moro, “nessuno è chiamato a scegliere tra l’essere in Europa e essere nel Mediterraneo, poiché l’Europa intera è nel Mediterraneo”.
“Ignorare questa realtà è segno di miopia strategica. Averne consapevolezza è la premessa perché l’Europa possa aspirare ad un ruolo di attore globale, contribuendo alla definizione di un nuovo ordine regionale che dia al Mediterraneo una prospettiva concreta di sicurezza e sviluppo”.