Come ormai tutti sappiamo, un SUV guidato da un giovane è piombato sulla folla di una via di Melbourne, ferendo 19 persone. Secondo la polizia australiana, il colpevole avrebbe problemi mentali, e pertanto il suo gesto non sarebbe associabile al terrorismo.

Il guidatore, descritto dal commissario Shane Patton come un australiano 32enne di origini afghane, sarebbe stato trattato in passato per problemi mentali e avrebbe una lunga storia di azioni criminali e abuso di stupefacenti. Secondo la Patton, alla luce di tutto questo, non vi sarebbero ragioni per credere che l’attentatore abbia agito su indicazione dell’ISIS, che del resto ormai in Medio Oriente non esiste nemmeno più  come realtà statale e che pertanto ormai è ritornato ad essere solo un’organizzazione clandestina.

Un secondo uomo, sorpreso sul luogo dell’attentato, sarebbe stato fermato ma successivamente riconosciuto come non collegato all’azione del 32enne afghano.

E allora viene legittimo chiedersi: qual è la reale matrice di questo come di altri attentati? Se escludiamo il terrorismo di matrice religiosa, allora la causa può essere individuata in forme di malessere sociale ed individuale che coinvolgono persone come l’attentatore. Questo, però, rischia di essere un atto d’accusa rivolto alla società occidentale non molto diverso da quello che solitamente viene rivolto in occasione di un attentato di tipo fondamentalista.

Nel caso del terrorismo fondamentalista, infatti, a colpire è solitamente un individuo che rifiuta la società in cui vive, e che ha cercato una nuova identità, patria e religione nel Califfato e nell’Islam radicale: per tale ragione vuole colpire la società ed il paese in cui vive con un’azione eclatante come quella terroristica. In questo caso, molto più semplicemente, l’individuo che matura un rifiuto verso la società e il paese in cui vive decide di colpirlo tout court senza neppure passare attraverso l’adesione a diverse concezioni sociali, ideologiche o religiose. Non c’è molta differenza, in sostanza, se non l’espressione di una disperazione e di un vuoto ancora maggiori.