Poche ore fa le forze di sicurezza somale hanno posto fine all’assedio dei cinque terroristi asseragliatisi nell’Hotel Nasa-Habloid di Mogadiscio, dove ieri avevano procurato con un attacco la morte di 23 persone. Tre terroristi sono stati uccisi nello scontro a fuoco con le forze di sicurezza, mentre altri due sono stati catturati, e l’hotel infine è ritornato completamente sotto controllo: così ha riferito successivamente il capitano Mohamed Hussein.
L’assalto dei terroristi è iniziato ieri pomeriggio, con un’autobomba fatta esplodere davanti all’albergo. Poco dopo, un gruppo d’estremisti s’è asseragliato dentro la struttura dopo una sparatoria con le forze di sicurezza, prendendo in ostaggio una trentina di persone. Successivamente si sono udite due esplosioni nelle vicinanze, dovute ad una seconda autobomba.
Conseguentemente il bilancio di sangue ammonta ora ad un totale di 23 vittime, tra cui una madre e tre bambini, uccisi a colpi di pistola alla testa dentro l’albergo, oltre ad una trentina di feriti. L’attentato è stato immediatamente attribuito alle milizie fondamentaliste al Shabaab.
Sempre a quest’ultime è attribuito il terribile attentato di pochi giorni fa, costato la vita ad oltre trecento persone e provocato da due camion bomba. In quel caso tra le vittime si sono contate anche quindici bambini, che si trovavano a bordo di uno scuolabus investito dalle esplosioni. Molte persone, rimaste gravemente ferite, sono morte successivamente.
La prima esplosione, quella che ha provocato il maggior numero di vittime, è avvenuta davanti all’Hotel Safari, vicino al Ministero degli Esteri, probabilmente il vero obiettivo dell’attentato. Il veicolo è esploso prima che le forze dell’ordine, che lo seguivano in quanto “sospetto”, riuscissero a fermarlo, e fra le altre cose ha provocato gravi danni anche alla vicina ambasciata del Qatar.
Il secondo camion bomba, invece, è esploso pochi minuti dopo in un’altra strada provocando anche in questo caso numerose vittime. I vetri delle finestre degli edifici circostanti si sono frantumati a causa dell’esplosione, mentre addirittura alcuni veicoli che transitavano od erano parcheggiati nelle vicinanze a causa dello spostamento d’aria si sono rovesciati ed hanno preso fuoco. Le immagini successivamente trasmesse dalle agenzie stampa in tutto il mondo hanno subito mostrato numerose ambulanze accorrere sul luogo degli attentati, mentre molte persone vagavano fra i rottami e le macerie alla ricerca dei propri cari.
Le vittime, secondo i soccorritori, hanno riportato ustioni talmente tanto gravi da risultare addirittura irriconoscibili, al punto che serviranno addirittura diversi giorni per poterle identificare. I feriti, circa trecento, sono stati ricoverati nei sei ospedali della città, ed alcuni di loro hanno subito riportato l’amputazione delle mani o delle gambe. “In 10 anni di esperienza nel nostro lavoro è la prima volta che assistiamo a una cosa del genere”, ha scritto in un tweet il centro Aamin Ambulance che assiste i feriti.
Il Presidente somalo, Mohamed Abdullahi Mohamed, ha proclamato tre giorni di lutto. L’attentato degli al Shabaab seguiva di tre giorni un incontro che lo stesso Presidente aveva tenuto col Comando Americano in Africa (AFRICOM) a Mogadiscio. Contemporaneamente a quell’incontro, ritenuto inopportuno anche da molti settori politici vicini al Presidente, il Ministro della Difesa, Abdirashid Abdullahi Mohamed, ed il capo delle forze armate, il Generale Mohamed Ahmed Jimale, avevano rassegnato le proprie dimissioni.
Come dichiarato dall’inviato speciale delle Nazioni Unite Michael Keating, l’ONU e l’Unione Africana stanno fornendo “assistenza logistica, medica ed attrezzature” al governo somalo, mentre le autorità locali hanno lanciato un appello alla popolazione per la donazione di sangue.