Mondiali russia 2018
Son Heun Min piange dopo l'eliminazione della Corea del Sud: il calciatore del Tottenham dovrà fare i due anni di addestramento militare obbligatori nel suo paese.

È un mondiale in controtendenza questo di Russia 2018. Fino ad ora gioco speculativo, fisico e verticale ha dominato anche se non c’è stato ancora nessuno zero a zero, anzi abbiamo avuto alcune partite finite in goleada (su tutte la cinquina del Belgio sulla Tunisia ed il sei a uno dell’Inghilterra sul Panama).

L’altro fattore di discontinuità rispetto alle precedenti edizioni è rappresentato dal fatto che stanno facendo bene le squadre che dispongono di un bomber di peso e di centimetri, che gioca quasi esclusivamente negli ultimi sedici metri (il Portogallo con Ronaldo, la Spagna con Diego Costa, il Belgio con Lukaku, l’Inghilterra con Kane).

Il primo mondiale dei bomber

Questo è un fatto abbastanza anomalo per una coppa del mondo, perché se guardiamo la storia degli ultimi cinquantanni solo l’Inghilterra nel 1966 ha vinto con due centravanti di peso (la coppia Hurst-Hunt). Nel 1970 il Brasile ha fatto meraviglie con i famosi “cinque numeri dieci”, l’edizione successiva la Germania ha sorpreso l’Olanda grazie a Gerd Müller, centravanti che troppi incompetenti paragonano ad una sorta di “Inzaghi tedesco” e che invece era un attaccante totale, capace all’occorrenza di giocare addirittura a centrocampo o da rifinitore.

Nel 1978 la discussa Argentina ha portato a casa il suo primo mondiale, grazie, oltre che al contributo di Videla, ad una classica seconda punta come Kempes, un attaccante “alla Tevez” per intenderci. Il 1982 è stato il mondiale di “Pablito” Rossi, ex ala riconvertita a punta, nel 1986 l’Argentina ha trionfato grazie a Maradona che giocava da trequartista/deus ex machina alle spalle dell’unica punta di movimento Valdano.

Nel 1990, mondiale simbolo del calcio difensivo e disputato non a caso in Italia, la Germania si è imposta con una coppia simile a quella inglese formata da Völler e Klinsmann (anche se entrambi non erano degli attaccanti d’area). Nel 1994 Romario e Bebeto, due omarini, hanno trascinato il Brasile operaio negli Usa, nel 1998 la Francia si è permessa il lusso di mettere in attacco un autentico palo della luce, tale Guivarc’h che terminerà il mondiale senza segnare neppure un gol.

Nel 2002 è il turno di Ronaldo “o fenomeno”, nel 2006 Luca Toni risulta capocannoniere degli azzurri con due gol, tanti quali l’eroe Marco Materazzi. Nel 2010 la Spagna rompeva la monotonia del suo tiki taka con David Villa, altro attaccante tascabile, nel 2014 la Germania si è imposta grazie alla sua fitta rete di trequartisti (Thomas Müller, Özil, Götze).

Insomma, questo mondiale sta rappresentando un’autentica inversione di marcia perché chi ha il centravanti di peso vince, chi non ce l’ha fa molta fatica.

Gruppo A: Russia – Egitto (3-1) e Uruguay – Arabia Saudita (1-0)

Russia ed Uruguay si giocheranno la prima piazza nello scontro diretto con i sorprendenti padroni di casa, che hanno steso con pieno merito sull’Egitto mostrando una manovra fluida ed un attacco che trova il gol con molta facilità, gli uomini del baffuto Cherchesov ora partono con due risultati su tre per via della migliore differenza reti.

La Celeste invece non ha brillato ancora una volta, nemmeno con il “materasso” Arabia Saudita che a dispetto dell’esordio ha disputato una partita molto diligente ed ordinata imbrigliando la lenta manovra degli orientali. Se non fosse stata per l’uscita scriteriata del portiere e per l’inzuccata dell redivivo Pistolero Suarez, la squadra di Tabarez non avrebbe cavato un ragno dal buco.

Occhio però che contro l’ariosa e spregiudicata Russia gli uruguagi potrebbero trovare pane buono per i loro denti.

Gruppo B: Portogallo – Marocco (1-0) e Iran – Spagna (0-1)

Una zampata da rapace dell’area di rigore di CR7 in apertura di match è bastata ed avanzata al Portogallo per eliminare il Marocco, squadra decisamente sprecona che ha palesato un buona circolazione di palla ma una totale incapacità a graffiare negli ultimi sedici metri.

I lusitani invece hanno confermato ancora una volta di essere una squadra molto limitata, che soffre in tutti i reparti e che non è capace in alcun modo di proporre calcio. Se non fosse stato per il suo campione i lusitani avrebbero già salutato anzitempo la compagnia e occhio che contro l’Iran del portoghese Queiroz non sarà assolutamente semplice perché i persiani hanno fatto vedere i sorci verdi ad una Spagna troppo lenta e compassata grazie ad un catenaccio d’altri tempi.

Se non fosse stato per il gollonzo di Diego Costa gli spagnoli sarebbero rimasti a bocca asciutta. La Spagna favorita per il primo posto, Portogallo per il secondo ma occhio che l’Iran potrebbe fare il colpo grosso se i lusitani sono quelli visti contro i marocchini.

Gruppo C: Danimarca – Australia (1-1) e Francia – Perù (1-0)

Un’altra squadra simile al Marocco, il Perù, cioè tanta fuffa e pochissima sostanza davanti finisce anzitempo il suo cammino giustiziata dalla zampata di Mbappé.

La Francia non ha incantato un’altra volta, però Deschamps è un tipo tosto e pragmatico ed ha capito che forse è meglio partire a fari spenti che con le fanfare della banda.

Nell’altro match si è svegliato Eriksen ma non è bastato alla Danimarca per sconfiggere l’ostica e appiccicosa Australia, che resta così ancora in corsa per la qualificazione anche se dovrà segnare almeno due gol al Perù e sperare che i francesi facciano il loro dovere con i danesi (cosa non scontata).

Gruppo D: Argentina – Croazia (0-3) e Nigeria – Islanda (2-0)

È ormai ad un passo dal baratro l’Argentina che è stata addirittura scherzata dalla Croazia, la squadra che in questi mondiali dispone del miglior centrocampo per distacco: i due vigili urbani Perez e Mascherano sono infatti stati travolti dalla tecnica di Modrić e Rakitić mentre lo sciagurato Caballero ha fatto vedere che si può fare addirittura peggio di Karius!

L’Islanda invece, dopo il catenaccio in salsa nordica contro Messi e soci, è crollata nella ripresa contro la Nigeria che ora non deve perdere contro i gauchos per passare.

Per Messi, Aguero, Higuain e compagnia cantante sarà la definitiva prova d’appello: o si vince o si fallisce nel modo più inglorioso. Il fatto che il nano pelato (e super tatuato!) sia stato destituito dalla propria truppa sotto gli ordini di Mascherano potrebbe dare qualche chance in più all’Argentina per battere i nigeriani!

Ricordiamoci comunque che questa squadra, è arrivata in Russia per il rotto della cuffia e se un allenatore non è capace nemmeno di stilare una lista per le convocazioni (l’Argentina ha solo punte e mezze punte ed un deserto da centrocampo al portiere) significa che allenare non fa per lui.

Gruppo E: Brasile – Costa Rica (2-0) e Serbia – Svizzera (1-2)

È durato novanta minuti il gran catenaccio del Costa Rica che nel finale ha dovuto alzare bandiera bianca al cospetto degli attacchi furenti del Brasile, che in questo mondiale avrebbe bisogno di un armadio a rotelle come il Serginho dei bei tempi per innescare i vari Coutinho, Neymar (che si è sbloccato), Douglas Costa che con i suoi strappi ha cambiato il volto della Seleçao.

Nell’altro match invece si è suicidata la Serbia che, avanti uno a zero, si è fatta prima raggiungere e poi superare da due… kosovari di svizzera (Xhaka e Shaqiri) che poi hanno provocatoriamente esultato facendo il gesto dell’aquila schipetara, povero Milošević si starà rigirando nell’urna!

Gruppo F: Corea del Sud – Messico (1-2) e Germania – Svezia (2-1)

Continua a volare il Messico che centra la qualificazione matematica agli ottavi infilando in contropiede la Corea del Sud, la compagine asiatica meno convincente di questo mondiale: Son Heun Min, l’unico giocatore decente di questa sagra, è uscito in lacrime dal campo, perché sa che con un flop della sua Nazionale gli toccherà con ogni probabilità tornare in patria a fare la naja (che dura due anni essendo la Corea sulla carta ancora zona di guerra!), solo un exploit alla prossima Coppa d’Asia riuscirà ad evitargli un mesto ritorno in patria in divisa mimetica.

La Germania invece se la è vista bruttissima contro la rognosa Svezia che fino all’ultimo giro di lancette stava inchiodando sul pari e ad una precoce eliminazione i campioni del mondo in carica (con l’1 a 1 agli svedesi sarebbe bastato infatti un comodo biscotto all’ultima giornata per passare). Invece una grande punizione di Antonio Traversone (Toni Kroos) permette ai tedeschi di respirare, anche se Löw dovrà cambiare l’assetto della sua squadra dato che davanti le troppe mezze punte fanno fatica a trovare la porta mentre in difesa si continua a ballare di brutto.

Gruppo G: Belgio – Tunisia (5-2) e Inghilterra – Pamama (6-1)

Il gruppo più scontato: troppo infatti il divario tra il duo Belgio-Inghilterra che si sfideranno per il primo posto la prossima settimana, e quello formato dalle cenerentole Tunisia e Panama, le uniche vere squadre materasso di questo mondiale. I belgi hanno fatto vedere cose interessantissime in attacco grazie a Lukaku si sta confermando un trascinatore, anche se dietro continuano a non convincermi molto (incassare due gol da una squadra di morti come i tunisini è grave). L’Inghilterra invece ha giocato a tennis (tripletta per Harrykane: due gol su rigore ed uno di sedere!) contro l’imbarazzante Panama che nel secondo tempo però ha trovato un golletto che inchioda sulla parità nella differenza reti le due contendenti per la prima piazza. In caso di parità nei gol fatti e subiti e negli scontri diretti a decidere l’ordine delle due piazze saranno le ammonizioni: occhio però che chi arriva secondo potrebbe avere un’autentica prateria fino alla semifinale (grazie al secondo posto della Germania), quindi arrivare primi in questo caso non conviene molto, sono convinto che Southgate e Martinez avranno già fatto i loro calcoli.

Gruppo H: Giappone – Senegal (2-2) e Polonia – Colombia (0-3)

Pazzo pareggio tra Senegal e Giappone: entrambe le squadre hanno infatti giocato a viso aperto e alla fine né è uscito fuori un due a due che di fatto fa contenti sia africani che asiatici, Keisuke Honda diventa così il primo calciatore asiatico a segnare in tre edizioni consecutive della Coppa del Mondo (2010, 2014 e 2018). Nell’altro match invece una grande Colombia (sostenuta sugli spalti dai mitici Valderrama ed Higuita) ha asfaltato con pienissimo merito una piccolissima Polonia, forse la squadra peggiore vista in questo mondiale per qualità del gioco in rapporto ai nomi in organico. E pensare che credeva di arrivare almeno in semifinale…