neymar, brasile fuori dal mondiale

I quarti di finale di questo scoppiettante mondiale russo sono stati ricchi di spunti e decisamente poco banali e regaleranno due semifinali inedite sulla carta e poco pronosticabili alla vigilia: Francia – Belgio ed Inghilterra – Croazia, quattro nazionali che sommate tutte assieme fanno due mondiali vinti (uno ciascuno per Francia ed Inghilterra), un terzo ed un quarto posto (rispettivamente per croati e belgi).

I verdetti sul campo di questi quarti di finale però non lasciano adito a revisioni: sono approdate in semifinali le quattro migliori formazioni di questo mondiale anomalo, molto livellato sul piano tecnico ma divertente e ricco di colpi di scena. Personalmente credo che la Francia abbia le migliori individualità, l’Inghilterra il miglior complesso e che Croazia e Belgio abbiano qualcosa in meno rispetto a francesi ed inglesi, soprattutto in termini di salute fisica ed organizzazione tattica. È molto probabile, a mio avviso, che domenica prossima ci sarà una riedizione della famosa Guerra dei Cent’anni tra Francia ed Inghilterra, due paesi che non si sono mai amati troppo che si giocheranno la coppa del mondo in una nazione (la Russia) che entrambi i paesi non amano molto dal punto di vista politico.

Uruguay – Francia 0-2

Nel primo quarto di finale è passata la squadra con più talento: Francia – Uruguay non è stata una partita esaltante sul piano stilistico ed agonistico ma i francesi ala fine dei novanta minuti s sono dimostrati superiori ad una Celeste che, priva del Matador Cavani ha perso almeno il 50% del proprio potenziale. Passare da Cavani a Stuani, con tutto il rispetto per l’ex Reggina, è un po’ come passare da una nottata con Manuela Arcuri ad una con Rosy Bindi!

I galletti ancora una volta non hanno dimostrato un grande gioco corale, però hanno saputo specchiarsi all’ordinamento tattico degli uruguagi e poi hanno colpito nel momento più opportuno con un’azione su palla inattiva. Solo così infatti si poteva perforare il munito muro formato da Godin e soci. Poi ci ha pensato la pippa fotonica Muslera a chiudere definitivamente il discorso con una topica “alla Karius” che ha messo la parola fine sul match.

La Francia ha superato anche questa prova di maturità, anche se il fenomeno Mbappé stavolta è stato neutralizzato da Laxalt, cioè un tipo che fa il terzino (pardon l’esterno basso) da qualche settimana, non una bella credenziale per uno che ha le stimmate del nuovo Ronaldo. Contro il Belgio però se i diavoli rossi si dimostreranno ballerini e sfilacciati come nelle prime uscite, Griezmann e soci potrebbero trovare pane per i loro denti.

Brasile – Belgio 1-2

L’unica sorpresa, se la si può chiamare così, arriva dal secondo quarto di finale in cui l’outsider di lusso Belgio manda a casa il Brasile pentacampione, una delle squadre favorite della vigilia di questi campionato, che però sul campo ha dimostrato che vittorie e palmares contano fino a un certo punto.

È stato un match fortemente caratterizzato dagli episodi che, ancora una volta, hanno premiato i diavoli rossi. Il Brasile infatti è partito a spron battuto schiacciando nei primi dieci minuti il Belgio a protezione della sua porta. Les diables rouges però hanno colto i due jolly decisivi prima grazie ad un autogol e poi grazie ad un contropiede da manuale finalizzato dal rosso De Bruyne. Nel secondo tempo il Belgio si è difeso con le unghie e con i denti facendo appello alla tradizione che ha sempre visto i rossi belgi come l’antitesi perfetta dell’Olanda, i brasiliani hanno segnato un gol ma poi non sono riusciti a combinare altro, merito anche del gigante buono Courtois, portiere che sta rinverdendo i fasti di una grande scuola di numeri uno (Pfaff, Preud’homme).

Il Belgio arriva così in semifinale nel modo più inaspettato cioè con una prova di sudore, lotta e sacrificio a difesa della propria porta, il Brasile invece torna a casa forse perché non ha un’identità precisa: Tite infatti non è riuscito a presentare una formazione né europea come quelle di Parreira e di Scolari nel 1994 o nel 2002 ma nemmeno votata al joga bonito come quelle di tradizione.

Svezia – Inghilterra 0-2

Ha rispettato il pronostico l’Inghilterra che ha messo la parola fine alla favola Svezia tornando così a disputare una semifinale dopo ventotto lunghissimi anni.

I ragazzi albionici hanno vinto con pieno merito contro gli ostici svedesi, sapendo alternare l’inedito gioco corto di marca guardioliana con l’abilità tutta britannica a sfruttare le palle inattive (bella sorpresa Maguire) e gli stacchi sui classici traversoni dalle fasce. Le buone notizie non sono finite qui per Southgate perché gli inglesi hanno scoperto un grande portiere, Jordan Pickford, che sta disputando un mondiale sui livelli di quelli disputati dal leggendario Gordon Banks: il numero uno dell’Everton non è aitante dal punto di vista fisico però sopperisce a questo con una reattività e ad una rapidità di gambe che molti portieri attuali hanno perso.

La Svezia torna così a casa orgogliosa di aver vinto il suo mondiale: arrivare tra le prime otto era semplicemente impensabile alla vigilia e contro gli inglesi Berg e soci potevano fare addirittura tre gol se non fosse stato per la bravura del portiere avversario.

Russia – Croazia 2-2 d.t.s. (3-4 d.c.r.)

Nell’ultimo quarto di finale la Croazia la spunta ancora una volta ai calci di rigore spegnendo l’altra favola del torneo, quella dei padroni di casa della Russia che, come gli svedesi, escono a testa altissima e con la consapevolezza di aver dato il massimo.

Va detto che i croati, come contro la Danimarca, non hanno convinto appieno soprattutto per demerito del proprio allenatore, che ha schierato una formazione sbilanciatissima con due punte pure poco dedite alla copertura (Mandžukić e la bella sorpresa Kramarić), lasciando così sguarnito il centrocampo dove né ModrićRakitić hanno nelle corde la fase difensiva.

La Russia è così partita a mille e non ha concluso il primo tempo in vantaggio solo a causa di un’amnesia difensiva. Nel secondo tempo, la Croazia non riesce ad approfittare della stanchezza dei russi. Nei tempo supplementari un fuoriclasse come Modrić (un giocatore che per la sua classe abbinata alla sua versatilità ricorda i grandi registi del passato) ha preso per mano i suoi e li ha portati a ribaltare con merito la partita, ma nel finale la Russia ha buttato il cuore oltre l’ostacolo (decisivo l’ingresso di Dzagoev) segnando il pareggio a pochi minuti dalla fine dell’extra time.

Dopo gli emozionanti supplementari, si è deciso tutto ancora una volta (per entrambe le squadre) dagli ultimi metri: sia Akinfeev che Subasić si sono confermati dei grandi pararigori, la differenza l’hanno fatta i tiratori. Dei cecchini i croati, rivedibili invece le esecuzioni di Smolov e Fernandes (autore del 2 a 2) che hanno condannato all’uscita la squadra di Cherchesov per la gioia dei Gianni Riotta di turno e dei soliti complottari antiputiniani.