Mondiali Russia 2018: Croazia alla sua prima finale

Niente Guerra dei Cent’anni in salsa calcistica! La finalissima di questi Mondiali di Russia, in programma domenica allo Stadio Luzhniki di Mosca sarà un inedito assoluto del panorama calcistico mondiale: Francia e Croazia, la vera sorpresa della manifestazione russa, che ha eliminato con pieno merito un avversario di blasone come l’Inghilterra.

Galletti ed uscocchi si contenderanno così la ventunesima edizione della coppa del mondo con i pronostici della vigilia che vanno tutti per la squadra di Deschamps, anche se quattro milioni di croati sognano di compiere una delle imprese più sensazionali della storia del calcio. Sensazionali fino ad un certo punto perché questa Croazia ha dimostrato dal punto di vista squisitamente tecnico di essere la miglior formazione di questo mondiale: un centrocampo composto da gente come Modrić, Rakitić e aggiungo Brozović la maggior parte delle nazionali se lo sogna, mentre davanti Kramarić, Perišić, Rebić il sempre sottovalutato Marione Mandžukić, pur non essendo gente da prima copertina, hanno comunque talento puro.

La Francia quindi non dovrà assolutamente sottovalutare i croati, che hanno un reparto centrale capace di dominare e mettere sotto qualunque nazionale, anche se Pogba e soci fino ad ora hanno giocato con una mentalità decisamente operaia per i canoni Bleus. Parliamoci chiaro: la Francia dovrà suicidarsi un’altra volta per perdere questa coppa del mondo, e la lezione portoghese di due anni fa potrebbe aver servito a qualcosa, occhio però che questa Croazia è più forte di quel Portogallo (che in finale di fatto giocò sena il suo asso Cristiano Ronaldo).

Alla vigilia della finalissima è giunta l’ora da parte mia di redarre la mia personale Top XI del mondiale, questo è l’undici che ho scelto e schierato con un canonico 4-3-3: Courtois; Vrsaljko, Varane, Godin, Laxalt; De Bruyne, Kante, Modrić; Mbappé, Kane, Hazard.

 

Francia – Belgio 1-0

È stata una semifinale molto combattuta quella tra Francia e Belgio, alla fine l’ha spuntata la squadra più blasonata e meglio messa in campo complessivamente, anche se i diavoli rossi hanno fatto comunque una buonissima figura.

In un match molto tattico e bloccato, dove la Francia ha giocato ancora una volta in versione Pizzighettone cioè tutti dietro e palla lunga a cercare le sportellate dell’armadio con le rotelle Giroud che apre spazi per i rapidi e guizzanti Griezmann e Mbappé, le braccia dell’attacco transalpino.

Molti esteti storceranno il naso davanti al gioco pratico dei Bleus, però Deschamps il fatto suo lo sa dobbiamo dargliene atto: ha scoperto un gran terzino di fascia come Pavard (già preso dal Bayern, e te pareva!) e sta trasformando Pogba in una sorta di Gattuso d’ebano. In difesa va registrata la maturazione definitiva di Varane, difensore che sta disputando un mondiale praticamente perfetto e che sta riuscendo a rendere presentabile quel cataclisma umano di Umtiti, ecco se fossi nei croati per avere qualche chance di ribaltare il pronostico cercherei di attaccare dalla sua parte perché il difensore di colore del Barcellona è come la donna al volante, cioè pericolo costante.

Ha fatto un’ottima figura il Belgio, che ha pagato semplicemente un episodio e che comunque ha confermato i progressi rispetto ad Euro 2016. Questo mondiale a mio avviso è stata la consacrazione definitiva per Hazard, talento cristallino che fino ad ora era rimasto abbastanza inespresso a causa delle cattive campagne europee del suo Chelsea.

 

Croazia – Inghilterra 2-1 (d.t.s.)

La sorpresa è arrivata da Mosca dove l’Inghilterra ha perso contro la Croazia, vedendo svanire così la possibilità di raggiungere una finale di un mondiale che manca dal lontanissimo e mitologico 1966.

Sembrava una passeggiata di salute per le casacche bianche: la pennellata “alla Beckham” di Trippier infatti aveva spianato la strada agli uomini di Porta Sud ma gli inglesi si sono confermati ancora una volta, come da loro ancestrale DNA, totalmente inetti a gestire una partita. Abituati a giocare ad alti ritmi e caricare a testa bassa sempre e comunque e non al sterile possesso palla fine a se stesso messo in luce a questo mondiale, i bianchi hanno finito per consegnare campo al maggior tasso tecnico dei croati che, dopo il pareggio in stile karate di Perišić, hanno trovato nell’extra time il colpo del ko definitivo di Mandžukić, giocatore che quando la palla scotta non ci pensa due volte a buttarla dentro.

Llo juventino ha nettamente vinto il confronto a distanza con l’inglese Kane che invece da questi ottavi in avanti è letteralmente sparito, un po’ per demeriti suoi (il gol mangiato nel primo tempo grida vendetta), un po’ perché i suoi compagni non gli hanno messo una palla decente costringendolo a venire a prendersi la palla nella sua metà campo. Hurricane rischia così di venir ricordato come uno dei capocannonieri più scadenti di un’edizione dei mondiali (tre gol su rigore, uno di fondo schiena) dopo il russo Oleg Salenko che nel 1994 segnò cinque gol in un solo incontro.