BOCCIATI
LA DIFESA DELLA SPAGNA: prendere due gol, in quel modo, dal Marocco è un campanello d’allarme non trascurabile in vista della fase calda della competizione. L’addio di un equilibratore come Xabi Alonso pesa, eccome. Orfani
GERMANIA: quarta vittima nelle ultime cinque edizioni della regola ferrea dei “campioni subito fuori”. Evidentemente, come già sottolineato, la lezione non è stata studiata. A questi livelli diventa estremamente complicato per un nucleo gestire un doppio ciclo di 4 anni. Sul tetto del mondo si arriva, di norma, nel pieno della maturazione calcistica e 4 anni in più sul groppone diventano un macigno pesantissimo, soprattutto considerando appagamento e naturale riconoscenza verso il nucleo storico. Bocciati
AFRICA: Il calcio africano passa direttamente dal passato al futuro, senza mai passare per il presente. Troppo europeizzato, ha perso le caratteristiche tipiche del calcio nel continente nero. Un fallimento fragoroso. Il secolo sbagliato
NEYMAR: ormai riconosciuto universalmente come il più grande tuffatore della storia. Peccato, perchè il talento, enorme, c’è e in questo modo passa direttamente in secondo piano. A gattoni
PROMOSSI
MESSI: serviva la prova da leader totale e così è stato. Gol da favola, impegno a tutto campo. Non è il Leo svogliato e impaurito delle prime gare. Tutto merito del Mister? Mascherano, ovviamente… Golpista
MINA: riservissima del Barcelona, il ventiquatrenne mette a segno due reti di cabeza al suo primo mondiale, guidando la Colombia agli ottavi. Vagante
SVEZIA: spazza il Messico e dimostra di non essere in Russia per caso. Nel SVI-SVE del prossimo turno partono alla pari e rischiano di diventare l’insidia underdog del mondiale. Bomberoni
GIMENEZ-GODIN: il muro celeste non è ancora crollato, unica squadra a 0 gol subiti nel girone eliminatorio. Certo, non contro avversari di livello assoluto, però un dato da mettere in conto. Muro
BEIRANVAND: il portiere pastore è diventato l’eroe dell’Iran che è arrivato ad un passo dallo sbattere fuori i campioni d’Europa del Portogallo. Pochi sanno però che il nostro buon Alireza (una catapulta umana con il lancio di mani di oltre 70 metri) deve la fortuna in nazionale alle autorità del “Grande Satana” americano: prima della gara di qualificazione ai Mondiali contro Guam, infatti, non fu concesso il visto d’ingresso nell’isola sotto giurisdizione di Washington all’allora portiere titolare Alireza Haghighi, è Beiranvand giocò proprio allora la sua prima gara da titolare in gare ufficiali con il Tim Melli. Assatanato