
È spirato a ottantuno anni Gordon Banks, leggenda del football inglese, uno dei papabili cinque migliori portieri della storia del calcio assieme a Lev Jašin, Dino Zoff, Gianluigi Buffon e Ricardo Zamora, autore della famosa “parata del secolo” in un Brasile-Inghilterra dei mondiali messicani del 1970 su un colpo di testa schiacciato di Pelé. Ripercorriamo quindi la sua storia.
Gli inizi: da Sheffield a Chesterfield
Gordon Banks nacque il penultimo giorno dell’anno 1937 (il 30 dicembre) a Sheffield, che nella geografia dell’Inghilterra non è proprio uno dei posti più “cool” e “trendy”. Negli anni Trenta un giovane nato nel cuore dello Yorkshire aveva due possibilità: o lavorare nelle miniere oppure nelle famose acciaierie con il pallone come unico passatempo. La famiglia Banks non sfugge a questa regola e il destino del giovane Gordon sarebbe stato probabilmente quello di scavare tunnel o a lavorare annerito tra cumuli di terra.
Fu un tale Davison, osservatore del Chesterfield, a notare la sua abilità in porta in un’amichevole della sua squadra di dopolavoro facendolo tesserare per la sua squadra nel marzo del 1953. Banks era infatti nato per giocare in porta: dotato di uno stile asciutto ed essenziale e di una statura ideale per un estremo difensore (185 centimetri) non aveva nessun difetto nei fondamentali. Fenomenale e reattivo come un gatto tra i pali, sicuro e tempestivo nelle uscite, dotato di uno scatto nel breve portentoso per un numero uno. Il suo punto di forza era la capacità di inarcarsi all’indietro durante l’esecuzione del tuffo, in questo modo riusciva a raggiungere palloni impensabili strozzando parecchie grida di gioia nella gola degli attaccanti, Pelé ne saprà qualcosa!

A Leicester la prima consacrazione (1958-66)
Con la maglia bianco blu del Chesterfield Gordon Banks fece così tutte le trafila delle giovanili trascinando a suon di miracoli la sua squadra alla finale di Coppa d’Inghilterra giovanile dove però dovette inchinarsi al cospetto del Manchester United, autentica squadra pigliatutto del panorama giovanile britannico degli Anni Cinquanta.
Gordon debuttò tardi in Prima Squadra, in Third Division, nel novembre del 1958 e non sembrava avere le stimmate del predestinato. I dirigenti del Leicester, club di First Division, però si accorsero del talento del ragazzo sborsando la bellezza di 7000 Sterline per averlo in rosa. Dopo un periodo iniziale di alternanza con McClaren, Banks divenne titolare indiscusso delle Foxes centrando ben due finali di FA Cup perse entrambe: nel 1961 contro il Totteham di Greaves e nel 1963 contro il Manchester United di Bobby Charlton e Denis Law.
Nel 1964 Banks centra il suo primo alloro vincendo la Coppa di Lega dopo un infuocato doppio incontro contro lo Stoke City, una squadra che evidentemente era nel suo destino (1-1 all’andata, 3 a 2 al ritorno). L’anno successivo le volpi bissarono la finale ma questa volta il Chelsea riuscì ad avere la meglio (3 a 2 all’andata, 0 a 0 al ritorno). La stagione 1965/66 fu l’ultima di Banks con la maglia delle Foxes: a maggio infatti esordì in casacca blue un giovane di belle speranze che rispondeva al nome di Peter Shilton, un ragazzo sveglio e fin troppo sfrontato. Costui infatti non si accontentò di fare la chioccia al suo idolo, al momento della firma del suo primo contratto da professionista il buon Peter mise subito una clausola: la maglia verde numero uno doveva essere tutta per lui! Gordon Banks, che nell’estate del 1966 si era laureato campione del mondo con la sua Nazionale ed era reputato il miglior portiere del globo assieme a Jašin, fu così sbolognato allo Stoke City per far posto al giovane enfant prodige!
We are the champions… of the world! (1966)
Torniamo però ora un salto indietro al 1963, anno in cui Gordon Banks esordì con la bianca casacca dell’Inghilterra. Il suo mentore fu Alf Ramsey, il nuovo Commissario Tecnico dei Tre Leoni, che era alla ricerca di un portiere affidabile per la sua nazionale dopo che il titolare designato Ron Springett, incappò in qualche papera di troppo nel disastroso 0-5 incassato dall’odiata Francia.
Banks indossò la prima maglia gialla il 6 aprile 1963 a Glasgow e nonostante la sconfitta di misura (2 a 1) fu confermato dal CT. Da questo momento in poi Banks fu titolatissimo diventando il primo pilastro di una squadra che deve preparare al meglio i mondiali casalinghi del 1966. Gordon giocò tutte le partite del fortunato mondiale casalingo e dopo lo scintillante quanto discusso 4 a 2 sulla Germania si laureò campione del mondo. Era un’Inghilterra molto operaia quella schierata da Ramsey che fa forza sulla regia difensiva di Moore, sul moto perpetuo a tuttocampo di Bobby Charlton e sull’incessante lavoro di spola dei due tornanti Ball e Peters, oltre che sulla sicurezza che trasmetteva il sempre placido Banks, ribattezzato “Banks of England” perché sicuro come le banche di Sua Maestà.

Messico 1970, la “parata del secolo”
Nonostante il parziale declassamento allo Stoke City, Banks continuò ad essere l’indiscusso titolare con la Nazionale che centrò il terzo posto agli Europei del 1968. Ormai con l’eclissarsi del mitico Ragno Nero Jašin era considerato dai più come il più forte portiere del mondo.
Nell’estate del 1970 si giocarono i Mondiali in Messico dove l’Inghilterra era chiamata a difendere il titolo, con una Nazionale parzialmente rinnovata e forse più forte di quella di quattro anni prima. È proprio sotto la canicola messicana che Banks iniziò ad assumere i connotati della leggenda dopo un Brasile – Inghilterra del girone iniziale. Dopo un primo inizio di marca albionica, Jairzinho scattò sulla destra, mise al centro un pallone invitante che Pelé con uno stacco divino sembrò mettere proprio nell’angolino basso sul secondo palo. Dalla testa del brasiliano uscì un vero e proprio proiettile che schizzò sull’erba asciutta prima di arrivare a cento all’ora nei pressi della linea bianca. Tutto lo stadio pensò al gol, ma proprio in quell’istante giunse non si sa come la manona destra di “Flash Gordon” che deviò non si sa come la palla sopra la traversa. Disse Pelé: “In quel momento ho odiato Banks più di ogni altro calciatore al mondo, non potevo crederci. Ma quando è passata l’ira, ho dovuto applaudirlo con tutto il cuore. Era la più grande parata che io avessi mai visto”.
Banks in realtà in un primo momento pensò che il brasiliano avesse segnato: impossibile togliere dalla porta un pallone del genere, quando sentì la mano di Bobby Moore passare sui suoi capelli. Lì Gordon capì che l’urlo dello stadio era rivolto a lui, la visione del pallone a bordo campo e non in fondo al sacco furono la prova definitiva che Gordon Banks aveva compiuto la parata più bella e difficile di tutti i tempi!
Ultimi scampoli di carriera (1970-78)
Banks si superò anche nella ripresa a suon di miracoli ma non riuscì ad evitare la sconfitta, seppur onorevole per 0 a 1, contro quella che sarà ricordata come una delle più grandi Nazionali di tutti i tempi.
Ai quarti di finale l’Inghilterra fu di scena contro la Germania in quella che era una vera e propria rivincita della finalissima di quattro anni prima. Gordon però non fu del match a causa di un brutto virus intestinale e gli inglesi avranno da che mordersi le mani. Il suo sostituto, l’oriundo italiano Peter Bonetti del Chelsea, ebbe infatti più di qualche responsabilità nello spianare l’incredibile rimonta dei teutonici (sotto 2 a 0 vinsero 3 a 2) sugli inglesi con qualche indecisione. Per l’Inghilterra quella partita rappresentò una sorta di spartiacque, anche se Banks continuò a difendere la porta della Nazionale fino al 13 maggio 1972 quando uno zero a zero contro la Germania (di nuovo!) eliminò i britannici dalla fase finale degli europei.
Dopo la vittoria di quello che sarà l’ultimo trofeo della sua strepitosa carriera (un’altra League Cup con lo Stoke nel maggio 1972 con conseguente vittoria del premio “calciatore dell’anno”) il 22 ottobre 1972 Banks fu coinvolto in un incidente stradale che di fatto mise a termine la sua carriera: di ritorno di una seduta fisioterapica la sua auto all’improvvisa sbandò e finì in un fossato. Banks uscì dall’auto quasi illeso ma con gravi problemi all’occhio destro, la cui visuale fu compromessa. Nonostante gli sforzi la sua carriera da calciatore finì qui: Peter Shilton, un personaggio che è sempre ritornato nella sua vita, divenne così il suo erede sia nella Nazionale che allo Stoke City!
Nonostante la grave menomazione alla vista, Banks giocò ancora qualche partita nel calcio minore con la maglia degli irlandesi del St. Patrick e degli statunitensi del Fort Lauderdale. Nel 1978 a quarant’anni suonati, il ritiro definitivo di quest’autentica leggenda del calcio inglese.
