
Si spegne dopo una lunga carriera politica l’ex cancelliere Tedesco della CDU, Helmut Kohl. Per i media mainstream scompare “l’artefice della riunificazione delle Germanie divise in aree di influenza dal 1945”, tuttavia le politiche di Kohl avevano uno specifico obiettivo all’interno dell’Europa.
La tanto glorificata “riunificazione Tedesca” si rese possibile solo dopo il 9 novembre 1989 (caduta del muro di Berlino), questa data è ricordata come la vittoria dell’Occidente liberale sul blocco capitalista, questo avvenimento nel corso degli anni ha permesso “di fatto” alla Nato (Patto del Nord Atlantico) e alla Comunità Europea di “affacciarsi” verso Est. Infatti dal 1991 (disgregazione dell’URSS) in poi notiamo un certo interessamento da parte di queste istituzioni internazionali per i paesi ex comunisti, che sono poi stati inglobati nell’Unione Europea, dando ad essa un grosso contributo sia a livello di forza lavoro sia come mercati nei quali esportare i prodotti dell’Europa occidentale.
Ma questa politica non è nata il 9 novembre 1989, era una strategia illustrata da tempo da alcune menti brillanti dell’analisi geopolitica, in particolare è stato Zbigniew Brzezinski, autore di The Great Chessboard (“La grande scacchiera”) e consigliere per la sicurezza nazionale dell’Amministrazione Carter, noto per le sue politiche anti sovietiche e per la sua russofobia, uno dei fautori di una politica di accerchiamento nei confronti della Russia. Ecco che in questa occasione il “sovranista” Kohl sposa senza indugi la dottrina Nato.
La riunificazione Tedesca, inoltre, ha permesso anche l’avanzamento dell’unificazione Europea, sia come enti di governo centrale sia monetariamente.
Alcuni economisti (Alberto Bagnai, Claudio Borghi e molti altri) sostengono la tesi che l’Unione monetaria Europea venne resa possibile solo ed esclusivamente per la volontà di Helmuth Kohl e della Bundesbank. Questa tesi è avvalorata anche dalla dichiarazione di Alain Parguez (responsabile monetario del presidente Francese Mitterand), secondo il quale l’Euro fu un progetto redatto dai dirigenti di Francia e Germania: la Germania avrebbe ceduto “con rammarico” il Marco per avere il predominio su tutto l’asset Europeo.
Non a caso i dati economici dal 2002 in poi premiano la Germania come la “locomotiva” d’Europa, l’Italia, “potenza scomoda” che era prima per produzione industriale fino al 2000, cade tra i “PIIGS”, i maiali d’Europa. Diversi analisti ed economisti sostengono che l’Europa a trazione tedesca sia stata concepita per frenare le potenze del Sud Europa e principalmente le piccole e medie imprese italiane, le uniche che potessero tenere testa alla manifattura tedesca.
Per questo Helmut Kohl si può definire tranquillamente uno degli “architetti dell’Unione Europea”.
Sergio Bongiorni
Bell’articolo! Sono d’accordo sulle PMI e la guerra all’iniziativa privata