L’annuncio questa mattina dalla Sony Music Canada e della rivista Rolling Stones online. Non vengono per ora comunicate le cause della morte.
A un mese dall’uscita del suo ultimo disco, “You Want it Darker”, se ne va uno dei più grandi ed influenti artisti di tutto il panorama musicale internazionale degli ultimi cinquant’anni.
Secondo forse solo a Bob Dylan in quanto a notorietà, Leonard Cohen ha influenzato generazioni di artisti e musicisti con la sua poetica. Una voce profonda e dei testi in grado di rapire quanti lo ascoltavano e lo ascoltano tutt’ora.
Leonard Norman Cohen era nato il 21 settembre 1934 a Westmount, nel Quebec, da una famiglia di origini ebraiche ( nel 64 scriverà anche una raccolta di poesie dal titolo “Flowers for Hitler”) anche se mai davvero praticante, fu accostato al Buddhismo e addirittura, per un breve periodo, alla setta di Scientology. Cohen era fondamentalmente ascetico, sempre alla ricerca di una dimensione anche spirituale.
Impara a suonare la chitarra da ragazzo e fonda la sua prima band, un gruppo folk, i Buckskin Boys, ispirati alle poesie di Federico Garcia Lorca.
Cohen aveva pubblicato molte poesie, le prime dopo il suo trasferimento in Grecia, sull’isola di Hydra. Un artista completo, basti pensare a quanto fatto nella sua carriera. Le sue opere spaziano tra temi come la religione, l’isolamento e la sessualità, ripiegando spesso sull’individuo.
Vincitore di numerosi premi e onorificenze, è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame, nella Canadian Songwriters Hall of Fame e nella Canadian Music Hall of Fame. È inoltre stato insignito della più alta onorificenza canadese, il titolo di Compagno dell’Ordine del Canada. Nel 2011, ricevette il Premio Principe delle Asturie per la letteratura.
E pensare che gli esordi non furono dei migliori. Il suo primo disco da cantautore nel 1967 non riscosse grande successo. Per la critica trattava temi “troppo depressi”. Oggi lo stesso album viene giudicato dai più come il suo capolavoro. Intriso di quel misticismo e quella malinconia che andranno poi ad influenzare tutta la sua carriera.
Il successo arriverà due anni dopo, nel 69, con l’album Songs from a Room. Tra le canzoni più celebri nella sua carriera vogliamo ricordare sicuramente Suzanne e Hallelujah, First We Take Manhattan e Bird on a Wire.
Senza di lui e senza l’influenza che ha esercitato, probabilmente non avremmo avuto tanti degli artisti che ci hanno accompagnato in questi decenni. Il mondo della musica deve tanto a Leonard Cohen.