Siamo quasi alla fine di questa edizione del Festival del Cinema di Venezia e la critica chiama a gran voce il nome di Natalie Portman. Un’edizione ricca di talenti in gara, diretta magistralmente da Alberto Barbera e presieduta da Paolo Baratta, che si prefigge l’obiettivo di dare voce ad un tipo di cinema troppe volte sottovalutato.
Jackie, il film di Pablo Larrain con il quale l’attrice americana è in concorso, parla della storia di Jaqueline Kennedy, del dolore dopo l’omicidio del marito e della sua battaglia personale per crescere i figli, tenendoli lontani dalle speculazioni dei media impazziti dopo la morte del Presidente degli USA.
Jakie kennedy è stata sicuramente la First Lady più importante e iconica della storia, non era facile avvicinare il pubblico ad un personaggio così particolare senza appesantirlo o magari sporcarlo con una interpretazione stucchevole ma è stato proprio questo il lavoro eccezionale che Larrain e la Portman sono riusciti ad eseguire in maniera eccezionale. Nell’interpretazione c’è stata un vero e proprio lavoro di “mimetizzazione” da parte dell’attrice nel personaggio di Jaqueline Kennedy. I movimenti, i capelli, addirittura la voce, sono quelli della First Lady. Un interpretazione quasi sconvolgente rapisce il pubblico, non solo dal punto di vista visivo. La scelta dei dialoghi e delle inquadrature rende “Jakie” il candidato numero uno alla vittoria del Leono d’Oro 2016 o se non altro, alla candidatura all’Oscar come miglior attrice per Natalie Portman.
Detto questo urge parlare anche degli altri film in gara, tenendo gli occhi puntati soprattutto sulle produzioni di casa nostra.
La fanno da padrone gli Stati Uniti con produzioni davvero interessanti. Ryan Gosling ed Emma Stone sono i protagonisti del film La La Land, scritto e diretto da Damien Chazelle parla della storia del pianista jazz Sebastian e dell’aspirante attrice Mia che si trasferiscono a Los Angeles in cerca di fortuna. Tra i due nasce subito l’amore, ma ben presto dovranno far fronte alle difficoltà legate alle proprie ambizioni di successo.
In concorso anche la coppia Keanu Reeves e Jim Carrey con il film “The Bad Batch”, un western apocalittico misto horror con Jason Momoa (Game of Thrones) della regista e attrice di origini iraniane Ana Lily Amirpour. Sarà interessante vedere anche Danzel Washington al fianco di attori del calibro di Chris Pratt ed Ethan Hawke nel Film di Fuqua I Magnifici 7, remake del già noto western, andrà a chiudere la Mostra.
Mel Gibson presenta invece Hacksaw Ridge con l’attore Andrew Garfield. Il film racconta le vicende di Desmond T. Doss, appartenente alla setta degli “Avventisti del settimo giorno”, che si arruola all’età di 23 anni passando alle cronache poi per essere diventato il primo obiettore di coscienza per essersi opposto all’uso di qualsiasi tipo di arma. Il ragazzo è reduce dalla traumatica esperienza ad Okinawa, nella seconda guerra mondiale, dove operò come dottore salvando la vita a 75 persone senza mai usare un’arma. Per quanto riguarda l’Europa occhi puntati su Brimstone dell’olandese Martin Koolhoven con Dakota Fanning e Guy Pearce.
Passiamo a noi (se non come produzione almeno come regista). Il primo film, o almeno quello con più risalto è sicuramente The Young Pope, serie tv prodotta da HBO e diretta da Paolo sorrentino che racconta le vicende e gli intrighi di un giovane Papa interpretato da Jude Law.
Gabriele Muccino partecipa nella sezione “Cinema nel Giardino” con il film L’estate addosso e Kim Rossi Stuart con il film fuori concorso Tommaso.
Attenzione all’esordio di Michele Santoro. Il conduttore di Sevizio Pubblico presenterà il docu-film Robinù, coraggioso viaggio nel mondo della baby criminalità napoletana che racconta le vicende, tramite interviste dirette, del fenomeno sempre più dilagante, dei baby boss di camorra. Robinù ci parla della generazione dei “senza speranza”, ragazzi dei quartieri popolari di Napoli che nascono e crescono con la sola agghiacciante prospettiva di una vita all’insegna della criminalità. Tema centrale è la storia del baby boss Emanuele Sibillo, ucciso a 19 anni e passato alla storia come martire di un quartiere, quello di Forcella di cui era padrone indiscusso.
Interessante anche l’iniziativa in favore di quella parte del cinema che non trova risalto e troppo spesso voce nel panorama cinematografico internazionale. La Biennale di Venezia infatti, ha organizzato all’interno della Mostra del cinema 2016, un Workshop di sostegno alla post-produzione di film africani e del Medio Oriente.