Nella serata dello scorso 19 marzo, si sono dimessi in massa i consiglieri della 30ma legislatura della Repubblica di San Marino, decretando di fatto lo scioglimento del Consiglio Grande e Generale, il parlamento della Repubblica. Per il ministato situato tra Marche ed Emilia-Romagna si è trattato dell’ennesima crisi di governo, visto che negli ultimi otto anni nessun esecutivo sammarinese è riuscito a giungere alla conclusione del proprio mandato. In seguito alla caduta del governo, le nuove elezioni sono state fissate per il 9 giugno.

Le precedenti elezioni, svoltesi nel 2019, avevano visto una netta vittoria del Partito Democratico Cristiano Sammarinese (PDCS) di Luca Beccari (in foto), che dal 2020 occupa l’incarico di Segretario di Stato per gli Affari Esteri, considerato come quello di maggior prestigio all’interno dell’esecutivo sammarinese. In seguito alle elezioni del 2019, il PDCS aveva formato un governo di coalizione, ottenendo anche il sostegno del Movimento Civico Rinnovamento – Equità – Trasparenza – Ecosostenibilità (RETE), considerato come il partito più a sinistra tra le principali forze della politica sammarinese. I primi segnali di crisi si erano avuti a maggio del 2023, quando proprio RETE aveva lasciato la compagine di governo, con le dimissioni di due ministri chiave, quello alla Sanità e quello degli Interni. Il successivo rimpasto dell’esecutivo aveva dunque permesso al PDCS e al Partito dei Socialisti e dei Democratici (PSD) di ottenere un dicastero in più a testa, ma questa soluzione non ha risolto tutti i problemi interni.

I partiti hanno deciso di protrarre la durata del governo fino alla scelta dei nuovi Capitani Reggenti (i capi di Stato senza poteri esecutivi, che stanno in carica un semestre), Alessandro Rossi e Milena Gasperoni, il cui mandato ha avuto inizio ad aprile. Una volta raggiunto questo obiettivo, tutti i gruppi consiliari si sono dimessi, rendendo obbligatorie le nuove elezioni, a seguito di una campagna elettorale nel corso della quale uno dei principali argomenti di dibattito è stato l’Accordo di Associazione con l’Unione Europea, fortemente promosso dai democristiani.

L’esito delle elezioni ha confermato il primato del PDCS, che ha ottenuto il 33,35% delle preferenze, eleggendo 21 deputati sui 60 scranni a disposizione. Il Movimento Civico RETE ha confermato la seconda posizione, ottenendo 11 seggi, ai quali vanno sommati i quattro della lista Domani Motus Liberi, con la quale forma la coalizione Domani in Movimento, che dunque ha eletto quindici deputati. La coalizione di centro-sinistra Libera San Marino ha ottenuto dieci seggi, mentre Noi per la Repubblica, cartello del quale fa parte anche il già citato PSD, ne ha conquistati otto. Completa il quadro della nuova legislatura la lista centrista Repubblica Futura con i suoi sei deputati.

In seguito all’accordo tra il PDCS e le coalizioni Libera San Marino e Noi per la Repubblica, queste formazioni hanno ricevuto l’incarico di formare il nuovo governo da parte dei Capitani Reggenti. Luca Beccari ha mantenuto il suo incarico di Segretario di Stato per gli Affari Esteri, affiancato, tra i membri del PDCS, da Marco Gatti (Finanze e Bilancio), Mariella Mularoni (Sanità e Sicurezza Sociale), Teodoro Lonfernini (Istruzione e Cultura) e Stefano Canti (Giustizia). Gli altri incarichi verranno invece distribuiti tra gli alleati di governo.

Secondo quanto riportato dalla stampa locale, una trentina di pagine compone la bozza del programma di governo, concordata dalle due coalizioni della nuova maggioranza. Il documento, in una delle sue ultime versioni, combina il principio di continuità nelle politiche economiche e sociali, sostenuto dal PDCS, con il cambiamento voluto dai partner di centro-sinistra, in particolare nei settori che necessitano di un processo riformatore.

La massima priorità resterà tuttavia l’attuazione dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea, che, secondo i suoi sostenitori, dovrebbe dare a San Marino l’opportunità di ottenere vantaggi economici. La firma è prevista entro l’anno, forse anche entro l’autunno, dopo quasi dieci anni di negoziati. Da questo punto di vista, l’incarico di Beccari come Segretario di Stato per gli Affari Esteri mostra una chiara continuità con la precedente legislatura.

Un altro punto di rilievo nella bozza del programma di governo sono le riforme istituzionali, con la creazione di una commissione consiliare speciale. È previsto anche un intervento complessivo sulle residenze, per affrontare il problema abitativo.

È condivisa anche la volontà di aumentare la credibilità internazionale di San Marino, continuando a evitare pratiche opache e migliorando la trasparenza dell’amministrazione. A livello fiscale, non sono previsti interventi che aumentino l’imposizione sui redditi, ma si punterà al recupero di imponibili non tassati e al rafforzamento dei controlli contro l’elusione e l’evasione. Per quanto riguarda le imposte dirette, è menzionata l’introduzione dell’Iva, mantenendo allo stesso tempo margini di competitività per le piccole e medie imprese.

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