Il baratro di quest’Europa è sempre più profondo. Un politico norvegese ha confessato di sentirsi in colpa per l’espulsione del richiedente asilo somalo che lo ha sodomizzato qualche anno fa.
Quella di Karsten Nordal Hauken, è una storia che sconfina nel grottesco. Fu violentato nella sua abitazione da un richiedente asilo somalo, poi catturato e recluso per 5 anni. Tuttavia, quando il socialista ha scoperto che l’uomo doveva essere rimpatriato in Somalia dopo aver scontato il suo debito con la giustizia, ha rivelato di aver sentito un senso di colpa per le difficoltà che il suo aguzzino avrebbe dovuto affrontare nel paese d’origine.
Hauken che si definisce “eterosessuale, di sinistra, femminista e anti-razzista”, ha raccontato nel corso di un programma andato in onda sulla NRK, di essersi sentito sollevato e felice, in un primo momento, per l’allontanamento dell’autore di tale orrendo crimine che aveva trasformato la sua vita in un incubo, come se lo stato norvegese “si fosse preso la responsabilità di effettuare la vendetta finale” ma di aver provato un senso di colpa e di responsabilità, in un secondo momento, per essere stato il motivo dell’espulsione del somalo e per il suo futuro “incerto e oscuro” in Somalia. ”Lo vedo più come un prodotto di un mondo ingiusto, un prodotto di un’educazione segnata dalla guerra e dalla disperazione”, ha concluso il socialista alla televisione norvegese. Pensieri e riflessioni che dovrebbero far accapponare la pelle e suscitare un moto di sdegno verso chi arriva addirittura a giustificare simili bestialità ma che invece, siamo pronti a scommetterci, saranno prese anche ad esempio di profondo altruismo e sensibilità verso le cosiddette “risorse”. Il politicamente corretto ad ogni costo in luogo della dignità e del decoro. Il Vecchio Continente è malato fin nelle sue viscere e il suo futuro ha tinte sempre più fosche.

UN COMMENTO

  1. Il politico norvegese dimostra di essere molto più informato, responsabile e aggiungo cristiano dell’acrimonioso estensore dell’articolo. In Somalia quel pregiudicato non avrà vita facile, se mai l’avrà, e l’aver scontato cinque anni di carcere poteva essere una punizione sufficiente per un atto barbaro che nessuno si sogna di giustificare.
    Il pezzo si scaglia contro “Il politicamente corretto ad ogni costo in luogo della dignità e del decoro” ma schiuma solo rabbia e livore in luogo di cultura ed elementare senso di giustizia.

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