La proposta dell’Unione europea per riannodare i fili dell’accordo nucleare del 2015, può essere accettata “solo se soddisferà le richieste chiave di Teheran”.

Lo ha detto un alto funzionario iraniano citato dall’agenzia di stampa Irna, sottolineando che Teheran “sta esaminando la proposta ricevuta dalla Ue per verificare che le sue richieste in ambito della sicurezza, della garanzia e della politica siano soddisfatte”.

Mohammad Jamshidi, deputato politico dell’Ufficio del presidente iraniano, ha affermato che questa posizione è stata ribadita ai presidenti di Francia, Russia e Cina.

Presso l’hotel “Palais Coburg” sono ripresi da qualche giorno i colloqui per il rilancio dell’accordo sul nucleare siglato nel 2015, noto come Jcpoa, affossato unilateralmente da Trump nel 2018.

Quella viennese è l’ultima occasione per rimettere in piedi un sistema negoziale che aveva dato buoni frutti. L’Iran aveva accettato, infatti, di congelare il suo programma nucleare ottenendo in cambio una riduzione delle sanzioni che avrebbe favorito la ripresa economica del Paese.

Il rappresentante permanente della Russia presso le Organizzazioni internazionali nella capitale austriaca, Mikhail Ulyanov, ha annunciato che il destino dell’accordo nucleare iraniano sarà determinato a breve.

“Ormai il testo è stato quasi del tutto concordato”, ha detto Ulyanov aggiungendo che in questo caso anche l’Iran riporterà il suo programma nucleare allo stato precedente.

“Le parti sono arrivate al capolinea: o fallimento o accordo. Probabilmente non ci saranno negoziati a lungo termine in futuro. Tutto dipende dal fatto che tutti i paesi partecipanti ai negoziati, compreso l’Iran in primis, accettino il piano proposto che è stato rilasciato la scorsa settimana”, ha concluso il rappresentante russo.