Molti già lo conosceranno, altri invece no: Kemi Seba è un intellettuale africano, un panafricanista, che sogna un’Africa sovrana ed indipendente dai retaggi del colonialismo e del neocolonialismo. Ha fondato diversi movimenti panafricanisti, è membro delle Black Panthers e le sue riflessioni sono ben note anche al di fuori del Continente Africano.
È nato a Strasburgo, da una famiglia senegalese, ed è pertanto anche cittadino europeo e francese. E proprio per questo motivo la Francia del “faro di democrazia” (come certi politici e penne di casa nostra l’hanno definito) Macron ha potuto chiederne l’arresto e l’incriminazione. Per cosa? Per una faccenduola che, se fosse avvenuta qui, avrebbe fatto ridere i più, e destato anche un forte sdegno una volta sanzionata: l’aver bruciato in una manifestazione alcune banconote di Franco CFA, la moneta usata in quasi tutti i paesi africani un tempo colonie francesi, uno strumento con cui Parigi può ancora controllarne, a distanza di decenni, le deboli economie.
Kemi Seba da sempre sostiene la necessità che il Franco CFA venga abolito, per restituire ai paesi africani che finora ne hanno fatto uso l’indipendenza monetaria e quindi anche economica. Non sono dello stesso parere la Francia, e nemmeno i suoi proconsoli in Senegal, che di fronte ad un tale atto, spaventati anche dal vasto seguito che Kemi Seba può vantare, hanno immediatamente provveduto con l’arresto. Per alcuni giorni Kemi Seba è stato in prigione e di lui si sono avute ben poche notizie, fino a quando non è giunta la notizia del suo rilascio da parte della giustizia senegalese, che non s’è lasciata intimidire dalle pur enormi pressioni provenienti da Parigi.
Ora, provate ad immaginare se da noi qualcuno avesse provato a bruciare degli Euro e fosse stato imprigionato. Come già detto, ai più sarebbe sembrata una ragazzata, e in ogni caso si sarebbe sollevata un’enorme indignazione alla notizia dell’arresto del responsabile. Ma in Africa, e agli occhi della Francia, il Franco CFA è intoccabile: proprio perché è lo strumento di dominio su quella vasta parte di Continente. Senza il Franco CFA, il colonialismo francese in Africa diventa davvero un argomento soltanto da libri di storia. E allora non ci potevano essere perdono o indulgenza per l’atto compiuto da Kemi Seba, ma solo la galera.
Ma cos’è più esattamente il Franco CFA? Potremmo dire che sia la brutta copia dell’Euro. Il suo tasso di cambio, gestito a Francoforte, è fisso sull’Euro, in modo da azzerare i rischi di cambio per le società europee che investono od operano nella Françafrique, dove ha corso legale. Per giunta molti governanti africani, legati a Parigi, come ad esempio quelli che a Dakar hanno imprigionato Kemi Seba, possono accumulare grandi ricchezze in Europa senza porsi troppi problemi, e così anche tutti i loro accoliti e famigli, il ceto medio coloniale che avvince i loro paesi alla madrepatria francese. Le banche commerciali europee cambiano Euro con Franchi CFA e viceversa senza fare troppo storie.
Inoltre, se un cambio esageratamente basso tra Euro e Franco CFA fa sì che i lavoratori africani in Europa possano mantenere le loro famiglie con pochi euro in Africa, significa anche che le imprese europee e francesi in particolare (si noti bene: nessuno può investire in un paese della Françafrique o commerciarvi senza l’assenso del Ministero dell’Economia di Parigi) possano fare incetta in Africa di materie prime pagandole molto meno rispetto al loro reale valore. Si capisce benissimo chi, tra i due, tra la Francia e la Françafrique, tragga il maggior vantaggio.
La Francia e l’Europa acquistano, a prezzi stracciati, pietre preziose, legnami pregiati, petrolio ed uranio dai paesi della Françafrique, mentre quest’ultimi si devono accontentare delle rimesse degli emigranti, di qualche aiutino da parte di ONG che ficcano il naso in tutte le loro faccende politiche ed economiche tarpandogli le ali qualora malauguratamente volesse camminare con le proprie gambe, e e di poco altro.
Kemi Seba, che da anni denuncia questa situazione e propugna l’abbattimento del sistema che la fa perpetuare, s’è visto così tappare la bocca con un’azione violenta ed arbitraria da parte di un potere politico corrotto e sempre più decadente. È il colonialismo a dover finire in cella, o al limite nella spazzatura, non certo Kemi Seba.
Condivido pienamente le critiche alla politica esercitata dalla Francia in Africa attraverso il franco CFA ma non tesserei cosi facilmente le lodi di un personaggio come Kemi Seba, che é il fondatore di un movimento ideologicamente razzista:
https://www.lemonde.fr/afrique/article/2017/09/01/oui-on-peut-critiquer-a-la-fois-kemi-seba-et-le-franc-cfa-qui-nous-asservit_5179622_3212.html
A il famoso razzismo al contrario? Sì, buona notte. Uno degli ossimori anti logici ed anti storici più di moda negli ultimi anni nellle file dei radical chic.. Questa accusa trash rende Kemi Seba ancora più grande.