
Alexei Paramonov, direttore del dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo, ha affermato all’agenzia Ria Novosti che Mosca sta lavorando ad una risposta alle sanzioni degli Stati Uniti e dell’Unione europea.
Commentando la dichiarazione del ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire sui piani dell’Ue per lanciare una “guerra economica e finanziaria totale” contro la Russia, Paramonov ha espresso un auspicio che assomiglia moltissimo ad un avvertimento: “Non vorremmo che la logica delle dichiarazioni del ministro trovasse seguaci in Italia e provocasse una serie di corrispondenti conseguenze irreversibili”.
Un messaggio chiaro al Governo Draghi, la cui linea politica ultra-atlantista sta incrinando rapporti, relazioni ed equilibri che resistevano da anni.
Il diplomatico ha sottolineato che “Mosca non ha mai utilizzato l’esportazione di risorse energetiche come strumento di pressione politica”, aggiungendo che “le aziende energetiche russe hanno sempre adempiuto pienamente ai loro obblighi. E continuano a farlo”.
“Data la significativa dipendenza di Roma dagli idrocarburi russi, che raggiunge il 40-45%, il rifiuto di meccanismi affidabili per il trasporto delle risorse energetiche che sono stati sviluppati in molti decenni avrebbe conseguenze estremamente negative per l’economia italiana e per tutti gli italiani”, ha ammonito Paramonov.
Il direttore del dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo ha ricordato il sostegno che la Russia ha dato all’Italia all’inizio della pandemia Covid, rimarcando che “in accordo con l’intesa raggiunta a livello di presidente della Russia e presidente del Consiglio dei ministri d’Italia, nel marzo-aprile 2020, all’Italia è stata fornita un’assistenza significativa attraverso il ministero della Difesa, il ministero dell’Industria e Commercio e ministero della Salute della Russia. A proposito, una richiesta di assistenza alla parte russa fu inviata allora anche dal ministro della Difesa italiano Lorenzo Guerini, che oggi è uno dei principali ‘falchi’ e ispiratori della campagna antirussa nel governo italiano”.
Non è un caso che i suoi strali siano indirizzati proprio contro Guerini, esponente di un partito (il Pd) che nel panorama politico italiano e nell’ammucchiata che sostiene il governo Draghi, è il più atlantista tra gli atlantisti.
“È deprimente che ora, ha proseguito Alexei Paramonov, sullo sfondo dell’isteria anti-russa, le autorità italiane abbiano improvvisamente dimenticato tutto: i trattati e gli accordi bilaterali esistenti, la natura speciale dei nostri legami, la ricca storia secolare di relazioni e tradizioni forti, l’esperienza di successo della cooperazione, il significativo capitale accumulato di fiducia reciproca e si unisca alla frenetica campagna russofobica. Ci aspettiamo che a Roma, come in altre capitali europee, tornino comunque in sé, ricordino gli interessi profondi dei loro popoli, le costanti pacifiche e rispettose delle loro aspirazioni di politica estera”.
“Non diamo peso alla propaganda. Incoraggiamo invece ogni passo politico e diplomatico che metta fine alle sofferenze del popolo ucraino. L’Italia è a fianco dell’Ucraina e continuerà ad esserlo”, ha dichiarato il ministro della difesa Lorenzo Guerini.
“Esprimo piena solidarietà al ministro della difesa, Lorenzo Guerini, vittima di attacchi da parte del governo russo. Il paragone tra l’invasione dell’Ucraina e la crisi pandemica in Italia è particolarmente odioso e inaccettabile. Il ministro Guerini e le forze armate sono in prima linea per difendere la sicurezza e la libertà degli italiani. A loro va il più sentito ringraziamento del governo e mio personale”, ha dichiarato il premier Mario Draghi.