
1. Come si presenterebbe ai nostri lettori?
Ricordo ancora anni fa quando cercavamo di lavorare in hotel. C’era una proposta in cucina: tutto fare in cucina. Mi sa che se devo definirmi non all’interno della restorazione, ma nella vita. Mi sto scoprendo che sono un tutto fare: c’è chi mi conosce come atleta (faccio gara di resistenza fino alla maratona), c’è chi mi conosce come attore di teatro (l’ho fatto a casa. Quindi sono stato attore di uno spettacolo teatrale dal titolo IL SOGNO DI KING), c’è chi mi conosce come Presidente d’associazione (ho fondato l’APS africasfriends), c’è chi mi conosce come “giornalista” o speaker radiofonico. Però il lavoro per cui vivo adesso è “adetto al ricevimento in hotel”. Sono troppe cose. A volte ricevo critiche. La gente mi chiede di sceglierne una o due e basta. Ma non so… Ma penso che va bene cosi. E soprattutto penso che ogni giovane africano deve fare la stessa cosa. Solo cosi possiamo mantenere la promessa di diventare l’orizzonte del mondo.
2. Ha fondato Afriknow. Ce ne descriva l’attività e le finalità.
Le attività di Afriknow consistono nel dare visibilità ed eco alla grande presenza africana all’Expo 2015. Trovarsi con 39 paesi, quasi un continente intero a casa, non succede d’un giorno all’altro. Questa è già una grande notizia che l’italia avrebbe dovuto spargere dappertutto e con tutti i mezzi utili. Inoltre quanta gente in Italia ha sempre cercato l’Africa senza trovarla o quanta l’ha davvero trovata? È il momento di scoprire la verità senza viaggiare. A Expo 2015 troverete la vera Africa, quella che non esiste nelle pagine dei nostri giornali: l’Africa accogliente, divertente, propositiva, ricca di cultura, che sviluppa a modo suo il tema scelto per l’evento. Se queste cose qualcuno non le dice non le saprà nessuno. Abbiamo deciso di assumere questa responsabilità: “finchè il leone non avrà un proprio storico tutti i racconti di caccia andranno sempre a favore del cacciatore” dice un proverbio africano.
3. Pensa che Expo sia stata ben organizzata e che dal punto di vista dei rapporti con l’Africa stia dando un importante contributo, o secondo lei c’è ancora molto da fare?
Direi che Expo è una bella vetrina che tutti i paesi dovrebbero sfruttare. E sopprattutto quelli africani che hanno bisogno di distruggere gli stereotipi che gravano su di loro. L’Africa deve convincere il mondo di avere una parte importante del destino planetario. Quanto all’organizzazione ci sono evidentemente delle critiche. Ho sentito tanti paesi, tanti commissari africani. Quasi tutti dicono che Expo sembra sia stata organizzata per esaltare l’Italia. I partecipanti dicono che diversamente da altre expo, ad esempio Shanghai, non esiste un trattamento speciale dei partecipanti. Ad esempio: chi apre una cucina all’Expo deve pagare 22 euro di Iva all’italia. Era diverso a Shanghai. Sempre a Shanghai i partecipanti avevano una tessera per salire sugli autobus a prezzo agevolato in città. Sui mezzi che andavano nel sito dell’evento il trasporto era addirittura gratis. Nell’expo village c’era un ristorante a costo ridotto per i partecipanti, c’era un medical center. A Milano niente di questo. Devi fare come ogni cittadini. A Shanghai c’era un’ufficio sul sito dell’evento per risolvere tutte le questioni amministrative. A Milano bisogna andare in città e sbattersi con la terribile burocrazia italiana. Questa notizia è stata negata. Da parte degli organizzatori c’è un ufficio per tuttele pratiche. Dicono che tutto è stato chiaro e che l’Italia è stata molto buona. Comunque penso che gli africani d’italia non siano stati coinvolti. Avrebbero giocato un ruolo importante anche nella comunicazione con i paesi. Come sempre nessuno ci ha pensato. All’Expo le comunicazioni vengono date in francese, italiano e inglese. Perchè non poteva esserci una in Swahili che è una delle lingue importanti dell’Africa? Tra gli ambasciatori di Expo (forse 40) c’è una africana che vive a Londra. Non so con quali criteri vengono scelti, ma possibile che non ci sia nessun africano in Italia? Forse è anche colpa degli africani che non vogliono unirsi per fare squadra. Questo è vero, ma qualche individualità c’è e poteva essere nella lista.
4. Cosa può fare l’Africa per noi e cosa possiamo fare noi per l’Africa?
L’Africa è la parte del pianeta che se sfruttata con intelligenza può tollerare che vengano corretti gli errori fatti nel passato. L’Europa con la frenesia, la velocità, il capitalismo e l’individualismo ha rovinato tutto. Oggi tutti noi conosciamo la situazione dell’occidente e dell’America. Qualcuno pensa che il Continente africano sia sottosvillupato. È l’opinione dell’eurocentrista con modello del cosidetto vecchio continente. Cioè sviluppo e sottosvillupo. Ma cosa è lo sviluppo? Cosa è il sotto sviluppo? A seconda dei criteri qualcuno potrebbe essere a volte sviluppato e a volte sotto svilippato. Andate a Milano per scoprire le forze dell’Africa e le debolezze dell’Europa. Basta assistere alle national day africane e a quelle degli altri per capirlo. Le prime sono piu lunghe, ritmiche, divertenti. C’é sempre un’esibizione con strumenti tradizionali ma spettacolari. Le seconde si riducono a due cose: bandiere e inni nazionali. Nei padiglioni africani l’uomo è al centro del pianeta, in quelli degli altri la macchina ha sostituito l’uomo, ecc. Da questa Expo sono più convinto che la tecnologia abbia enormi limiti. Servirà anche all’Africa, ma il continente deve stare molto attento. Ha ancora la possibilità d’importare uno stile equilibrato tra natura e tecnologia. La tenologia oggi è nelle mani dell’occidente. Ecco perchè occidente e lAfrica devono dialogare. Ma sono alla pari. Nessuno è sopra l’altro.
5. In definitiva: l’Africa è la grande promessa del futuro? Come immagina il futuro dell’Africa?
L’Africa è la grande promessa del futuro. Ma solo se se ne è consapevoli. Se no questo rischia di rimanere solo un’utopia. Lo dico perchè noi africani non abbiamo ancora totalmente lo spirito di sacrificio e di unità. Rischiamo di rimanere “une foule qui ne ne sait pas fare foule” (una folla che non sa fare folla) per citare il grande poeta Cesaire Aimé. Abbandoniamo i percosi impegnativi seppure redditizi a lungo termine per quelli brevi e immediatamente sfruttabili. Vogliamo copiare tutto dall’Europa senza metterci un po’ di testa. Non va bene cosi. Le risorse ci sono in Africa, la gioventù pure. I giovani del Mondo vogliono andarci a darsi un’altra opportunità di vivere. Gli africani devono essere pronti a mostrare loro la via. Io sono un po come Kwameh Nkrumah che negli anni ’40 finiti gli studi in America s’imbarcò in una nave in direzione della Gold Coast ( Nome del Ghana a suo tempo). Dal balcone della nave, si mise ad ammirarare il balletto delle onde del mare che si presentavano sotto diverse forme, ma tutto con un’armonia ed unità spettacolari. Ed immedesimava l’Africa in queste onde. Il futuro dell’Africa lo immagino come Kwameh Krumah cioè nell’unità. E’ chiaro che ci sono delle identità o delle differenze all’interno del continente. Bisogna solo prenderne atto. Ma soprattutto l’Africa è prima di tutto in mano agli africani e gli africani devono saperlo.
Consigliamo a tutti di visitare il sito del progetto: https://www.afriknow.com/