Coltano
La Stazione Marconi in una foto precedente all'ultimo recupero.

Ultimamente ne hanno parlato un po’ tutti, dal Corriere della Sera al Fatto Quotidiano, non senza dimenticare l’ANSA e soprattutto il giornali locali come Il Tirreno (molto bello a tal proposito il video che ha pubblicato) e le varie testate online: la stazione radio di Guglielmo Marconi a Coltano (Pisa), dopo un lungo oblio ed un’ancora più lunga agonia, è stata data in concessione dall’Agenzia del Demanio al Comune di Pisa, che s’impegna adesso per il suo recupero. Numerosi, dicevamo, sono stati gli articoli pubblicati dalle grandi testate nazionali, anche a ripetizione, per denunciare il sempre più grave degrado in cui precipitava tutta la struttura. Noi pure lo avevamo fatto ancora mesi prima, in tempi non sospetti, con un nostro reportage fotografico.

Effettivamente, dopo numerose denunce comparse sul web e sulla carta stampata, qualcosa ha iniziato a muoversi. Alla fine di gennaio è infatti partito il processo per il recupero della Stazione Marconi, che è stata per prima cosa ripulita dei cespugli e del ciarpame che ne ingombrava ormai anche gli interni. Il valore di una rimessa in sesto completa dell’immobile ammonterebbe a circa 2,5 milioni di euro: il Comune si è detto disposto a versarne uno, mentre il restante verrebbe erogato dala Regione, come contropartita della cessione da parte di Pisa delle azioni di SAT, la società che controlla l’importante aeroporto locale. Al contempo è partita anche l’idea di un’associazione che si dedichi al reperimento di fondi per completare l’importante lavoro. Il punto, che tutti hanno fatto notare, è che la Stazione Marconi, Guglielmo Marconi e sua figlia Elettra meritano ben più di una semplice targa in memoria, da apporre sulla struttura.

Ad Elettra Marconi la targa sarebbe pure bastata. Al Corriere della Sera così aveva detto: “L’Italia si è dimenticata di mio padre. E’ terribile vedere la stazione radiotelegrafica in questo stato, ma ancor più grave è il fatto che non ci sia neppure una targa che ricordi mio padre. O meglio, c’era fino a qualche anno fa, poi fu tolta per restauro, ma non è mai stata rimessa”. E ancora: “Rimettete almeno una targa per ricordare la stazione radiotelegrafica di Coltano”. Adesso il sogno sarebbe quello di stabilire, nella villa debitamente restaurata, un museo della radio. Era un progetto che il sottoscritto vagheggiava e proponeva ai propri concittadini già nel lontano 2003, quando era solo un modesto rappresentante circoscrizionale. E’ bello pensare che il seme gettato tanti anni fa non sia marcito nel terreno, ma che anche a distanza di anni abbia prodotto un primo raccolto.

L’ultimo articolo pubblicato su Coltano e la Stazione Marconi è ad opera de Il Giornale, ed è uscito proprio ieri. In questo articolo non ci si limita ad una semplice lamentela sullo stato dell’immobile, ma bensì sulle ragioni politiche per cui l’oblio e addirittura la damnatio memoriae si sarebbero abbattuti negli anni su Marconi e sulla sua opera a Coltano. Marconi pagò, agli occhi degli amministratori locali, la colpa di aver aderito al Fascismo. Dopo la guerra, ben poco si fece perché la Stazione Marconi, fatta saltare dai tedeschi in ritirata, venisse ricostruita o comunque riportata alla sua precedente funzione. Sempre per lo stesso motivo, ricorda l’articolo, non si potè più parlare del campo di concentramento sito sempre a Coltano, e dove gli americani nell’immediato Dopoguerra rinchiusero gli ex repubblichini: fra loro anche figure importanti come Vianello, Tognazzi, e via dicendo. A memoria di quei prigionieri, anni fa venne eretto un cippo che fu più volte soggetto ad azioni vandaliche da parte di estremisti della sinistra. Insomma, sulle vicende di Coltano e su una certa difficoltà nel far vivere e rivivere la memoria pesa anche un ormai superato condizionamento ideologico. L’auspicio è che tutto ciò, col tempo, si possa sempre più stemperare. Coltano ha bisogno di coltivare la propria memoria, e anche di riabilitare i propri fantasmi.

3 COMMENTI

  1. Buongiorno io privato collezionista di radio d’epoca se fate il museo avrei da donare circa 150 radio di vari modelli …Solo con una piccola targhetta del donatore .
    Cordiali saluti Ing Marco Zanibellato

    Mio recapito Riva S. Vitale Canton Ticino CH

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