
La missione permanente cinese presso l’UE ha risposto con una rinfrescata di memoria all’invito del Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, a condannare le azioni della Russia in Ucraina.
“Non dimenticheremo mai chi ha bombardato la nostra ambasciata in Jugoslavia. E non abbiamo bisogno di lezioni sulla giustizia da parte di un trasgressore del diritto internazionale”, si legge in una dichiarazione apparsa sul sito web della missione cinese presso l’UE.
“Il popolo cinese è in grado di condividere pienamente il dolore e la sofferenza di altri Paesi, perché non dimenticheremo mai chi ha bombardato la nostra ambasciata in Jugoslavia. E non abbiamo bisogno di lezioni sulla giustizia da parte di un trasgressore del diritto internazionale”, prosegue la missione diplomatica cinese.
“Come residuo della Guerra Fredda e come più grande alleanza militare del mondo, la NATO continua ad espandere la sua geografia e la sua gamma di operazioni”, scrivono ancora i rappresentanti cinesi.
Il 7 maggio 1999, un bombardamento della NATO durante l’aggressione militare atlantica all’ex Jugoslavia, ebbe tra i suoi obiettivi anche l’ambasciata della Repubblica Popolare cinese a Belgrado, causando un bagno di sangue. Tre persone persero la vita e più di 20 rimasero ferite.
Gli Stati Uniti hanno sempre sostenuto che il bombardamento sull’ambasciata cinese fosse avvenuto per errore, e che le cinque bombe di precisione sganciate da un bombardiere stealth statunitense B-2 fossero destinate ad una vicina installazione industriale jugoslava, ma la Cina non ha mai ritenuto credibile questa versione dei fatti.
E a giugno 2021 ci ha pensato il quotidiano giapponese “Nikkei” a sbugiardare gli statunitensi. In un articolo apparso sul quotidiano, si legge che gli Usa bombardarono l’ambasciata per distruggere i resti di un loro cacciabombardiere stealth F-117 Nighthawk abbattuto circa un mese prima dalle Forze armate serbe. L’aereo colpito si era schiantato su terreno rurale, e alcuni dei rottami fossero stati acquistati da agenti cinesi e riposti all’interno dell’ambasciata in vista di un successivo trasferimento in Cina per poterne studiare la tecnologia.
Gli Usa sarebbero venuti a conoscenza della presenza dei rottami grazie al segnale radio di una delle componenti del velivolo abbattuto, e avrebbero deciso di bombardare l’ambasciata per evitare che la Cina si impadronisse di tecnologie per la realizzazione di velivoli invisibili ai radar.
“Angelo misericordioso” (nome dato dalla Nato all’operazione militare contro la RFJ) fu un’aggressione militare palesemente illegale con obiettivi geopolitici.