È stata la partita del tutto.
Del punteggio più alto in una Supercoppa europea (5-4). Dei gol su punizione (ben tre, tutti di pregevolissima fattura). Di Leo Messi, ma non è una novità (una doppietta per l’argentino più un altro gol procurato). Degli attacchi caldissimi e delle difese colabrodo. Del gol decisivo – ai tempi supplementari – di un giocatore che già sa di essere praticamente un ex, ma che ancora una volta toglie le castagne dal fuoco in casa blaugrana.

Chi ieri sera è rimasto a casa tranquillamente comodo a godersi Barcellona-Siviglia non si è per niente annoiato. E si è potuto annotare l’ennesimo trionfo dei catalani, che nelle gare che contano non sbagliano mai un colpo.
Ancora una finale vinta. Quinta Supercoppa europea in bacheca, raggiungendo il Milan. Quarto trofeo nel solo anno 2015, e si può arrivare tranquillamente a sei (c’è la Supercoppa spagnola a breve e il Mondiale per club a dicembre). Diciannove trofei internazionali conquistati, più dei rossoneri, Real Madrid e Boca Juniors.
Sembra essere davvero la squadra delle favole. E questa volta il finale lo ha scritto Pedro, di cui già da giorni si parla di un trasferimento a Manchester, con un’asta scatenatasi tra lo United e il City.
Entrato all’inizio del primo tempo supplementare, l’esterno offensivo ha confermato il feeling con la competizione europea agostana, specie negli extratime. Già nel 2009, infatti, e sempre al 115′, è stato decisivo nella sfida contro lo Shakhtar Donetsk, facendo esultare Guardiola e i suoi compagni.
Ieri è entrato sul 4-4 e ha scaricato in rete la ribattuta del portiere avversario dopo una conclusione di Messi. Luis Enrique lo ha relegato in panchina a inizio partita preferendogli Rafinha (prestazione maiuscola, per carità, con tanto di marcatura), ma il giovane talento spagnolo ha lasciato la sua impronta decisiva in una partita davvero pazzesca.
Che inizia con tre magie su punizione nei primi 16′. La prima è di Banega, che batte Ter Stegen con un tocco soffice dal limite dell’area di rigore.
Le altre due portano la firma di Leo Messi. Al 6′ è una parabola morbida con il pallone che scende lentamente alle spalle di Beto; al 16′ è un altro capolavoro balistico, con meno effetto ma più potenza.
Passato lo spavento iniziale, i blaugrana iniziano a giocare come sanno e per il Siviglia c’è poco da fare, se non ballare paurosamente in difesa, dove si soffre nonostante il terzetto d’attacco dei campioni d’Europa sia privo di Neymar, messo ko dagli orecchioni.
Non sorprende, allora, che poco prima del thè caldo arrivi la terza marcatura con Rafinha, e che a inizio ripresa arrivi il poker firmato Suarez.
Sul 4-1, tutto sembra essere già finito. Il Siviglia, però, si accorge che la squadra delle favole sa anche scricchiolare in difesa e colpisce. Per ben tre volte, rimettendo in parità una contesa davvero d’altri tempi. A bucare la retroguardia guidata da Piquè ci pensa prima Reyes, poi Gameiro su calcio di rigore e Konoplyanka, innescato da Immobile. I due acquisti più pregiati del mercato della squadra allenata da quella vecchia volpe di Unai Emery, partiti entrambi dalla panchina.
Per il Barcellona è tutto da rifare. Per un Siviglia mai domo, invece, c’è addirittura il sogno di una vittoria che andrebbe inserita dritta dritta nelle imprese del calcio.

Così però non è, perché ci si è scordati di Pedro, che al 115′ riporta nella chiesa blaugrana una partita che si era fatta molto complicata e imbarazzante.
I conti alla fine tornano sempre per il Barcellona.
La maledizione, invece, continua ad aleggiare sulla testa del tecnico in estate cercato anche dal Milan: ha affrontato 20 volte i campioni di Spagna e di tutto, collezionando 14 sconfitte e 6 pari.

LE PAGELLE BARCELONA: Ter Stegen 6; Dani Alves 5, Pique’ 5.5, Mascherano 5,5 (2′ pts Pedro 6,5), Mathieu 5; Rakitic 7, Busquets 6.5, Iniesta 7,5 (18′ st Sergi Roberto 5); Rafinha 6,5 (33′ st Bartra 4.5), Suárez 6,5, Messi 8.

SEVILLA: Beto 6; Coke 5.5, Rami 5, Krychowiak 6, Tre’moulinas 6,5; Krohn-Dehli 6.5, Iborra 6 (34′ st Mariano 6.5); Reyes 6,5 (23′ st Konoplyanka 7), Banega 7,5, Vitolo 7; Gameiro 6.5 (34′ st Immobile 6.5).

IL MIGLIORE Due punizioni magistrali, più una da cui scaturisce il gol decisivo. Sempre un pericolo costante per la difesa avversaria, Leo Messi si conferma l’uomo in più del Barcellona, sempre e comunque. Una doppietta, l’ennesima di una carriera strepitosa, e un altro successo che lo avvicinano al pallone d’oro.
Devastante.

Michele Cotugno Depalma