Pino Cabras, deputato sardo di “L’Alternativa c’è”, ha affidato ai social il suo ricordo di Gino Strada, medico e fondatore di Emergency, morto oggi all’età di 73 anni.

“Piangiamo la scomparsa di Gino Strada proprio in un momento in cui la storia, passando per l’Afghanistan, gli dà ragione su tutta la linea dopo vent’anni. Le grandi potenze occidentali che dal 2001 intervennero militarmente in quel paese oggi se ne vanno ammettendo l’inutilità di quella guerra”. Inizia così il post di Cabras, con un chiaro riferimento al disastro Afghano, frutto delle scellerate politiche di invasione del famigerato duo Clinton-Obama e dell’applicazione dei dettami del Dipartimento di Stato statunitense.

“Il fondatore di Emergency, prosegue Cabras, lo disse sin dall’inizio ponendosi dalla parte delle vittime che curava, dei bambini che salvava, delle donne di cui portava la voce disperata, spesso inascoltato dai media e dai politici che perseveravano nell’errore diabolico della guerra e ripetevano i disastri in tutto il Medio Oriente allargato”. Quell’errore diabolico che Strada, a cui non è mai mancato il coraggio di dire la sua e di difendere le idee in cui credeva, non aveva riconosciuto nella destabilizzazione criminale ed eterodiretta della Siria, finalizzata al rovesciamento del suo legittimo presidente Assad.

“Gino Strada, conclude il deputato di “L’Alternativa c’è”, ci lascia un solido ancoraggio all’umanità e alla ragione. Mentre il pendolo di Kabul ritorna al punto di partenza dopo una tragedia insensata, un immane spreco di vite umane e di risorse economiche sottratte ai bisogni dei popoli, l’unica visione politica realistica rimane quella di chi – come Gino Strada – ha sempre camminato al passo dell’essere umano”.

Specializzato in chirurgia cardiopolmonare, Gino Strada per competenze e carisma avrebbe potuto fare una carriera da luminare, da professore, da ricercatore. Ha scelto un’altra “via”, percorrendola con ostinazione.

Dei suoi pensieri ad alta voce, ve n’è uno sui medici e la Sanità italiana, che merita di essere ricordato. Soprattutto in questa lunga stagione emergenziale del Covid, che ha fatto emergere tutti i danni del mercatismo e dell’aziendalismo sfrenato.

“La sanità italiana, tuonò il fondatore di Emergency, era tra le migliori ma adesso è in crisi per colpa della politica che ha inserito il profitto. Gli ospedali sono diventati delle aziende. Oggi il medico viene rimborsato a prestazione, che è una follia razionale, scientifica ed etica. Si mette il medico in condizioni di dover fare o di ambire a fare più prestazioni perché così si guadagna e quindi si inventano nuove malattie e cure, oppure si fanno interventi chirurgici inutili. L’obiettivo non è più la salute, ma il fatturato. Il profitto va abolito nella sanità, perché abolendolo e rendendo una sanità gratuita a tutti coloro che sono sul territorio italiano, si avrebbero 30 miliardi di euro da investire ogni anno”.