Domenica scorsa, a Pisa, la Comunità Eritrea ha celebrato i 25 anni dell’Indipendenza del proprio paese. I nostri lettori potrebbero pensare che si sia trattato di un festeggiamento tardivo, giacché nel resto d’Italia la Comunità Eritrea ha festeggiato il Venticinquesimo Anniversario una settimana prima, da Bari a Catania, da Roma a Milano fino a Bologna. La realtà, però, è molto diversa: quella di Pisa è stata una celebrazione davvero d’altissimo spessore, sottolineata dalla presenza della Squadra Ciclistica Eritrea, con nomi davvero leggendari come Daniel Teklehaimanot, Metkel Eyob, Mekseb Debesay e Amanuel Gerezgher.
Quello che più m’ha colpito è stato l’atteggiamento di tutti i presenti nei loro confronti: in Italia il campione sportivo, quasi sempre calcistico e solo più raramente ciclistico, viene comunque attorniato da una strana forma d’adulazione, che invece in questo caso non s’è minimamente registrata. Per l’Eritrea di oggi gli atleti e gli sportivi sono l’equivalente di coloro che prima dell’Indipendenza furono i combattenti: sempre e comunque patrioti. E questi patrioti non rivendicano nessuna forma d’adorazione nei loro confronti: ciò che preferiscono è la cordialità, l’ospitalità e la fraternità con cui i loro compatrioti li trattano. Nè essi si sentono delle star, come i nostri sportivi: al contrario, essi trattano tutti coloro che li circondano come amici e fratelli. È stato così anche per il sottoscritto, uomo decisamente poco sportivo dal punto di vista fisico, che ha avuto il piacere di pranzare alla loro stessa tavola.
Questi uomini, citando le parole del Console dello Stato d’Eritrea in Italia, hanno fatto scoprire il loro paese al resto del mondo, dandogli quella visibilità che incontestabilmente gli spetta. Quel che però ha veramente commosso il sottoscritto, è stato vedere Giovanni Mazzola, decano dello sport, dell’atletica e del ciclismo in Eritrea e in tutta l’Africa, incontrare questi suoi giovani prosecutori. Più volte s’è recato da loro, stringendo le loro mani e parlandoci insieme. Anche il grande Giovanni Mazzola, infatti, era presente all’evento: i nostri lettori certamente si ricorderanno l’articolo a lui dedicato, in cui viene raccontata tutta la sua vita così ricca ed avventurosa.
Nel tardo pomeriggio l’esponente del settore media della Comunità Eritrea, Derres Araia, s’è recato nella vicina stazione ferroviaria (l’avvenimento, infatti, si teneva al Dopolavoro Ferroviario, che va assolutamente ringraziato per la disponibilità e l’ospitalità concessa) per andare a prendere dei ragazzi etiopici, reduci dagli ultimi sbarchi, e anche questo è stato un momento particolarmente commovente. Chi ci segue, saprà quanto sia delicata la situazione fra Eritrea ed Etiopia: ebbene, gli eritrei hanno accolto questi ragazzi etiopici come loro fratelli, facendoli sedere a tavola e dando loro da mangiare. È in questo modo, oltre che con lo sport, che si ricuciono e si guariscono certe antiche ferite, che non devono assolutamente pregiudicare il futuro.
Insomma, anche se Pisa ha festeggiato il Venticinquesimo Anniversario dell’Indipendenza per ultima, possiamo comunque dire che l’abbia fatto con estrema solennità e bravura, lanciando un positivo e vivificante messaggio d’umanità. E anche di questo non possiamo che ringraziare tutta la Comunità Eritrea e gli ospiti abbondantemente convenuti a questa celebrazione.
Commento: great job…am proud of u guys …. and at this moment Sir Jovanni Massola Is in Italy for medical Treatment. i will send u his fone number tomorow.