Con un traumatico aumento del 160,7% dei prezzi alla produzione di energia elettrica e gas è stangata su imprese e famiglie nel primo mese di guerra. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Istat relativi ai prezzi della produzione industriale a marzo, su cui pesano gli effetti del conflitto in Ucraina.
“L’impennata della spesa energetica ha un doppio effetto negativo perché, sottolinea la Coldiretti, riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumenta anche i costi delle imprese particolarmente rilevanti per l’agroalimentare”.
“Il costo dell’energia, continua la Coldiretti, si riflette infatti in tutta la filiera e riguarda sia le attività agricole ma anche la trasformazione e la distribuzione. Dal campo alla tavola l’agroalimentare assorbe oltre il 11% dei consumi energetici industriali totali per circa 13,3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti (Mtep) all’anno, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Enea”.
“Il caro energia, spiega Coldiretti, pesa anche su quegli italiani che si trovano in una condizione di povertà assoluta, cioè con una spesa mensile pari o inferiore a una soglia minima corrispondente all’acquisto di un paniere di beni e servizi considerato essenziale per uno standard di vita minimamente accettabile”.
“Sono 4 milioni, conclude la Coldiretti, le famiglie in condizioni di povertà energetica messe in crisi dalle bollette di luce e gas che colpiscono cittadini ed imprese con l’aumento dei costi che rende più onerosa la produzione e la commercializzazione”.