Un messaggio chiaro e incontrovertibile è stato lanciato dal Presidente russo Vladimir Putin a Obama nel corso di una recente conversazione telefonica: un invito ad abbandonare una volta per tutte le ambiguità che hanno finora contraddistinto l’atteggiamento della Casa Bianca nei confronti delle sigle terroristiche siriane che gravitano nell’orbita del fronte qaedista di Al-Nusra.

Infatti “formalmente” la Casa Bianca distingue rigidamente tra i cosiddetti “ribelli moderati” e Al-Nusra (branca siriana di Al-Qaeda), ma sul terreno poi FSA e altre sigle minori formano un tutt’uno coi wahabiti del “fronte”, gli passano le armi USA generosamente offerte da Turchia e NATO, e coordinano con loro offensive e attentati.

Il leader del Cremlino ha anche sottolineato l’importanza della ripresa di negoziati sotto l’egida dell’ONU per il raggiungimento di una soluzione politico-diplomatico condivisa della situazione siriana, incassando sotto questo aspetto l’agreement (puramente verbale) dell’interlocutore.

La dirigenza russa non ha commentato la proposta USA di compiere raid aerei coordinati contro lo Stato Islamico ed eventualmente anche contro il Fronte Al-Nusra in territorio siriano.

Bisogna ricordare che mentre la Russia ogni giorno compie dozzine di interventi aerei contro i terroristi in Siria gli Usa limitano il loro “intervento anti-ISIS” a pochi bombardamenti ogni settimana, e che le divergenze fra russi e americani dureranno finché Washington continuerà a distinguere i terroristi in buoni e cattivi.

Paolo Marcenaro