Il 27 giugno scorso, il quotidiano britannico The Financial Times ha intervistato il presidente russo Vladimir Putin al Cremlino. Durante l’intervista sono stati trattati diversi argomenti di interesse globale, dalle relazioni tra Russia, Stati Uniti e Cina alla Siria, dal Sud America alle politiche liberali. Riportiamo di seguito i punti principali.
Le relazioni tra Russia e USA
Putin ha detto che, mentre i suoi rapporti con l’ex presidente americano Bill Clinton erano buoni, con i suoi successori ha invece dovuto risolvere diversi problemi, primo fra tutti il recente ritiro unilaterale degli Stati Uniti dal Trattato INF (Trattato sulle armi nucleari di raggio intermedio, che era stato firmato nel 1987 dai presidenti Reagan e Gorbachev).
Secondo Putin, il Trattato INF è una delle basi della sicurezza internazionale, e pertanto aveva tentato di convincere gli Stati Uniti a non ritirarsi da esso, proponendo degli scambi tra la Russia, gli stessi Stati Uniti e l’Unione Europea sulla difesa missilistica. I lavori congiunti avrebbero coinvolto lo scambio di tecnologie, la definizione delle aree soggette ai missili, lo sviluppo di meccanismi decisionali e altro, ma ciò non è avvenuto.
La globalizzazione e i rapporti con la Cina
Negli ultimi dieci anni, a differenza della Cina, gli Stati Uniti non hanno ottenuto molti benefici dalla globalizzazione, soprattutto per quanto riguarda la classe media americana. Questa, secondo Putin, è la vera ragione della vittoria di Donald Trump alle elezioni. Gli elettori americani, in questi anni, avrebbero percepito la distribuzione delle risorse e del reddito dovuta alla globalizzazione come ingiusta nei loro confronti, e avrebbero quindi accordato la propria fiducia a Trump, che si proponeva di cambiare questa situazione.
Il presidente russo inoltre smentisce un rafforzamento recente dei rapporti tra Cina e Russia, specificando che il Trattato di Amicizia tra Russia e Cina era stato firmato nel 2001, e che le politiche attuali sono solo l’implemento di tali accordi – che erano stati presi ben prima dell’inizio delle controversie tra Cina e USA. Il presidente russo ha anche sottolineato che, nonostante la Russia e la Cina abbiano molti interessi coincidenti, e nonostante gli ottimi rapporti personali che lui stesso ha con il presidente Xi Jinping, i russi sono sempre molto cauti in politica estera.
Per quanto riguarda un’escalation delle tensioni tra Stati Uniti e Cina che possa eventualmente culminare in una guerra, Putin non crede si tratti di uno scenario realistico. Le tensioni tra i due Paesi sarebbero infatti dovute principalmente a due diverse piattaforme di sviluppo della politica interna ed estera, dovute a filosofie storiche diverse. Il presidente russo ha aggiunto che la Russia appoggerebbe qualsiasi accordo volto al contenimento della corsa agli armamenti nucleari.
Putin e la Corea del Nord
Secondo Putin, il problema della Corea del Nord è sorto sullo strascico degli eventi accaduti in Iraq e in Libia, in seguito ai quali, in molti Paesi, è sorto il desiderio di garantire la propria sicurezza nazionale con ogni mezzo. Pertanto, per calmare la situazione non bisognerebbe tanto convincere la Corea del Nord al disarmo, quanto piuttosto far sì che ogni Paese nel mondo, inclusa la Corea del Nord, si senta protetto dalle norme del diritto internazionale, e che queste vengano rigorosamente seguite da tutti i Paesi ad esse partecipanti.
Putin ha inoltre fatto presente che il problema della Corea del Nord è molto sentito in Russia, in quanto esiste un confine diretto (per quanto piccolo) tra i territori dei due Paesi.
La Siria e l’intervento russo
Putin ha definito positivi i risultati dell’intervento russo in Siria, soprattutto per i seguenti motivi:
- migliaia di militanti ISIS che avrebbero potuto andare in Russia o negli Stati confinanti sono stati eliminati;
- è stata stabilizzata la situazione in un’area geograficamente vicina alla Russia;
- sono state istituite buone relazioni commerciali e di partnership tra la Russia e tutti i Paesi del Medio Oriente, tra cui Turchia e Iran;
- è stato conservato l’ordinamento statale della Siria, al contrario di quanto è avvenuto in Libia. La Russia, infatti, crede nella capacità del popolo siriano di determinare da solo il proprio destino attraverso le elezioni e, pertanto, rispetta l’elezione del presidente Assad;
- le forze armate russe hanno fatto moltissima esperienza di combattimento sul campo.
Putin e il Venezuela
Alla domanda dei giornalisti del Financial Times su possibili coinvolgimenti della Russia nella situazione politica venezuelana, Putin ha negato, affermando che i russi non hanno nulla a che fare con le decisioni del presidente Maduro. Ha poi aggiunto che, invece, altri Paesi sono coinvolti, guidando le azioni dei ribelli.
Come altri Paesi, tra cui gli Stati Uniti, la Russia ha venduto legalmente armi al Venezuela, e le aziende russe hanno investito molto nel Paese, soprattutto nel settore petrolifero.
Putin ha affermato che la Russia è pronta a trattare con qualsiasi governo, purché venga legalmente eletto secondo i princìpi costituzionali di quel Paese. Le interferenze straniere e la mancata applicazione delle leggi porterebbe inevitabilmente a conflitti interni e caos, in quanto è impossibile imporre la stessa forma di governo in tutto il mondo.
Il liberalismo e le politiche migratorie
Secondo il presidente russo, l’idea moderna di liberalismo è diventata obsoleta. In Occidente si sta verificando una sempre maggiore separazione di interessi tra le principali élite e la popolazione. Alcune idee liberali, come il multiculturalismo, non funzionano nella pratica, poiché aprono un divario tra gli interessi della popolazione europea e quelli dei migranti. Ad esempio, in diversi casi i migranti non hanno potuto essere puniti per i reati commessi nei Paesi ospitanti per conseguenza delle stesse politiche liberali, e tutto ciò è entrato in conflitto con gli interessi della stragrande maggioranza della popolazione. Angela Merkel, quindi, avrebbe commesso un errore cardinale nell’adottare tale politica.
Riguardo all’idea di Trump di costruire un muro con il Messico, per contrastare l’immigrazione clandestina negli Stati Uniti, Putin sostiene che si tratta di una scelta discutibile per diverse ragioni, ma che, agli occhi di un comune elettore americano, questa probabilmente appare come una soluzione ad un problema reale, lì dove altre soluzioni non sono state presentate.
Secondo Putin, per cambiare la situazione occorre cambiare le leggi, andando incontro alla popolazione. La Russia sta affrontando il problema dell’immigrazione dagli Stati dell’ex URSS lavorando con i paesi di provenienza degli immigrati e rafforzando la propria legislazione, in modo che gli stranieri rispettino le leggi, i costumi e la cultura del Paese che li ospita.
“Sono grato ai cittadini della Russia per la fiducia che mi hanno concesso alle elezioni come capo dello Stato russo,” ha detto Putin alla fine dell’intervista, “è un grande onore.”
Silvia Vittoria Missotti