Vladimir Putin a Oliver Stone: Usa dietro Al Qaeda e terroristi ceceni

I rapporti degli Usa con Al-Qaeda

Gli Stati Uniti sono colpevoli per l’ascesa di Al-Qaeda e di Osama bin Laden, creata e sostenuta in ogni modo, allo scopo di combattere le truppe sovietiche in Afghanistan, ha dichiarato Vladimir Putin al regista americano Oliver Stone.

Putin ha aggiunto che ci sono prove che la CIA abbia sostenuto i terroristi islamici in Cecenia: “Al-Qaeda non è il risultato delle nostre attività, ma di quelle dei nostri amici statunitensi. Tutto questo è iniziato nei tempi della guerra sovietica in Afghanistan, quando i servizi di sicurezza americani hanno sostenuto diversi gruppi di terroristi islamici nella loro lotta contro le truppe sovietiche in Afghanistan. I nostri partner americani avrebbero dovuto essere consapevoli [che tutto ciò si sarebbe rivelato un boomerang, N.d.a]. È colpa loro”, ha sottolineato Putin.

In realtà nel 2001 Mosca si schierò dalla parte degli Stati Uniti dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre, scatenati da Al-Qaeda. Il Cremlino decise anche di annullare le esercitazioni in programma in quel periodo, sempre per solidarietà.

Tuttavia, nonostante ciò, e il fatto che i russi abbiano fornito le prove del sostegno politico e finanziario americano, la CIA continua a considerare i terroristi ceceni come “oppositori”. In una lettera spedita ai russi, la CIA comunica che nulla cambierà nella politica estera americana. Questo, nonostante George W. Bush avesse promesso ai russi di ripensare tale sostegno.

“Infatti, abbiamo ricevuto più tardi tramite i nostri partner una lettera della CIA americana, che ha affermato che i nostri colleghi ritengono di avere il diritto di mantenere relazioni con tutti i rappresentanti dell’opposizione e che perciò continueranno a farlo. Ovviamente non si trattava solo di gruppi di opposizione, ma di organizzazioni e di gruppi terroristici”, ha dichiarato Putin.

Annientare la Russia: “una strategia miope”

Putin ha anche affermato che se la strategia statunitense verso la Russia è davvero incentrata sul cercare di mandare Mosca in bancarotta e nel tentare di rovesciarne il governo sperando poi di sconfiggere la Russia in una guerra nucleare, allora si tratta di una strategia molto miope: “Penso che sia una politica sbagliata proprio perché una tale comprensione dei rapporti con la Russia non è rivolta al futuro. Le persone che pensano così, non vedono oltre i 25-50 anni nel futuro”, ha detto il leader russo, aggiungendo che i tentativi di trasformare la Russia in uno Stato vassallo inevitabilmente porterebbero a una ritorsione.

Il presidente russo ha sostenuto che gli Stati Uniti hanno “ottenuto un falso senso di sicurezza, di poter compiere tutto ciò senza subirne le conseguenze”, in particolare dopo il crollo dell’Unione Sovietica. “In una situazione simile, un uomo o un paese inizia a commettere errori… Lo stato comincia a funzionare in modo inefficace. Un errore segue un altro. Questa è la trappola in cui, credo, gli Stati Uniti sono rimasti bloccati” ha ipotizzato Putin.

Putin e la NATO

Il presidente Putin ha poi aggiunto un particolare molto interessante: in passato il leader del Cremlino avrebbe proposto a Bill Clinton di far entrare la Russia nella NATO. Il presidente americano commentò sostenendo di non avere obiezioni, ma i membri del suo staff divennero molto nervosi, e in seguito non se ne fece più nulla. Ciò dimostra, ancora una volta, come la storia che la NATO servisse a proteggere gli alleati europei dal “pericolo rosso” fosse solo una scusa. In realtà, la NATO ha l’unico scopo di servire gli interessi geopolitici americani.

Affare Snowden e spionaggio

Putin ha poi affrontato la questione Snowden. Per lui non è un traditore, ma “anche se l’NSA è andata troppo oltre, se Snowden non era d’accordo con i loro metodi, doveva semplicemente dimettersi, non fare quel che ha fatto”. Tuttavia, Putin si dice convinto della buona fede della “gola profonda” dell’NSA. “Era convinto di essere nel giusto”.

Putin ha poi chiuso l’argomento sottolineando che spiando i loro più stretti alleati, gli USA si danneggiano da soli. “Spiare dei fedeli alleati, se sono alleati e non vassalli, è semplicemente indecente, e mina la fiducia reciproca e quindi, in ultima istanza, la stessa sicurezza nazionale del proprio Paese”.

Massimiliano Greco

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Nato a Siracusa, si occupa prevalentemente di politica estera e strategia. Ha scritto "Battaglia per il Donbass" (Anteo Edizioni, 2014) https://pagineirriverenti.wordpress.com/