Nella giornata di martedì, il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha tenuto un incontro con i vertici del ministero della Difesa per fare i punti su alcune questioni calde riguardanti la politica internazionale.
Uno degli argomenti più sentiti dalla leadership russa è quello dell’espansione della NATO verso est, al punto che oramai l’Alleanza Atlantica è arrivata ad inglobare tra i propri membri ex repubbliche sovietiche come le tre repubbliche baltiche, e non ha nascosto l’intenzione di ammetterne altre come Georgia e Ucraina. Questa politica espansionista della più grande alleanza militare del mondo è chiaramente rivolta contro la Russia, e di conseguenza Mosca non può restare a guardare in silenzio.
Putin ha voluto mettere in guardia le potenze occidentali dal provocare la Russia, affermando che quest’ultima è pronta a prendere tutte le contromisure tecnico-militari per rispondere alle politiche aggressive perpetrate da Washington e dai suoi alleati europei: “In caso di politica chiaramente aggressiva continuata dai colleghi occidentali, adotteremo adeguate misure tecnico-militari e risponderemo duramente a misure ostili”, ha avvertito il presidente russo. Come ha sottolineato Putin, la Russia “ha pieno diritto” a prendere misure volte a garantirne la sicurezza e la sovranità. “La Russia è sinonimo di sicurezza uguale e indivisibile nell’intero spazio eurasiatico”, ha aggiunto il numero uno del Cremlino.
Putin ha chiaramente messo le potenze occidentali di fronte alle proprie responsabilità, affermando la NATO di essere la principale responsabile delle attuali tensioni nel continente europeo. “Quello che sta succedendo ora, le tensioni che sono sorte in Europa, è colpa loro”, ha detto durante il vertice al ministero della Difesa, riferendosi ai governi occidentali. “Dagli anni ’90 in poi, la Russia ha dovuto rispondere alle attività degli Stati Uniti e della NATO”, ha affermato Putin. “Ad ogni passo, la situazione peggiorava costantemente, andava sempre peggio”, ha osservato. “Si è deteriorata sempre di più”.
“La decisione della NATO di espandersi verso est è stata un errore di calcolo guidato in parte da un senso di euforia dopo aver vinto la Guerra Fredda”, ha analizzato il presidente russo. “E a causa di una valutazione sbagliata ed erronea della situazione in quel momento e di un’analisi incompetente e imprecisa di potenziali ulteriori sviluppi“, ha continuato. “Semplicemente non potevano esserci altre ragioni”.
Queste considerazioni arrivano pochi giorni dopo che, il 17 dicembre, il ministero della Difesa ha pubblicato le bozze di un accordo con gli Stati Uniti sulle garanzie di sicurezza e un accordo tra la Russia e gli Stati membri della NATO sulle misure di sicurezza. Queste bozze sono state elaborate e consegnate lo scorso 15 dicembre in occasione di una riunione con la controparte statunitense presso il ministero della Difesa di Mosca.
Putin ha analizzato anche il ruolo della Russia nel conflitto siriano e in altri punti caldi dell’arena internazionale. Secondo il presidente, la presenza militare russa in Siria dà un contributo tangibile al rafforzamento della stabilità di quel Paese: “Il nostro personale militare in Siria ha dimostrato una prestazione degna del soldato russo. La loro presenza e assistenza alla popolazione civile nell’affrontare compiti umanitari dà un contributo tangibile alla stabilità in quel Paese”, ha affermato.
Successivamente, ha ringraziato le forze di pace russe nella regione del Nagorno-Karabakh, contesa tra Armenia e Azerbaigian, che ha dato vita ad un recente conflitto tra le due repubbliche caucasiche placato proprio dalla mediazione di Mosca. “Da più di un anno le nostre forze di pace contribuiscono a mantenere la stabilità nel Nagorno-Karabakh. A loro va in gran parte il merito del miglioramento della situazione umanitaria, dello sminamento di alcuni territori, del ripristino delle infrastrutture sociali e della conservazione di monumenti storici e culturali”, ha detto Putin. “Vorrei ringraziare il personale di pace per la loro professionalità, autocontrollo e resistenza”, ha aggiunto.
Infine, il presidente russo ha rivolto i più calorosi ringraziamenti ai medici militari per i loro strenui sforzi nel combattere la pandemia di Covid-19. “Più di 30.500 persone sono state sottoposte a cure presso le strutture mediche del ministero della Difesa. Quasi la metà di loro erano civili”, ha detto. Putin ha sottolineato che i medici militari hanno fornito assistenza nella lotta contro il coronavirus alla popolazione civile di nove regioni e stanno ancora aiutando con la riabilitazione di coloro che avevano forme gravi della malattia.