La Russia potrebbe considerare una richiesta siriana per l’invio di truppe da combattimento sul suo territorio, qualora il Governo di Damasco decidesse in tal senso, ma, finora una simile questione rimane del tutto ipotetica ed é difficile parlarne; queste, in sintesi, le dichiarazioni del Portavoce del Cremlino Dmitry Peskov rilasciate nella giornata di oggi ai reporter russi e internazionali.
La dichiarazione é arrivata in risposta alla domanda se Mosca fosse d’accordo all’invio di forze per operazioni congiunte con l’Esercito Arabo Siriano, al che Peskov ha annuito puntualizzando subito dopo che tale richiesta dovrebbe essere fatta formalmente nell’ambito di un dialogo bilaterale.
La versione del Cremlino é scrupolosamente conforme alla dichiarazione rilasciata giovedì 17 settembre dal titolare degli Esteri di Damasco, Walid Moallem, che ha dichiarato che “in caso di bisogno” Damasco non esiterebbe a chiedere un diretto coinvolgimento militare russo e che, nella sua visione dei rapporti siro-russi, il forte alleato non farebbe mancare il suo appoggio. Moallem ha comunque specificato che al momento non vi é alcun grado di cooperazione attiva (in combattimento) tra militari russi e siriani e che in realtà quello di cui abbisognano più le truppe siriane sono equipaggiamenti avanzati e munizioni per far pesare decisivamente nella battaglia contro i terroristi il loro migliore addestramento e la loro superiore disciplina.
Fin dal principio dell’aggressione contro la Siria Mosca é stata generosa fornitrice di aiuti per Damasco e il Presidente Assad, cosa per cui Moallem ha espresso tutta la gratitudine sua e dei Siriani, specie nell’azione ‘moderatrice’ e frenante esercitata dalla Russia nei confronti dei paesi occidentali che non nascondono affatto la loro intenzione di forzare un ‘regime change’ nel paese arabo.
Peskov ha anche dichiarato che il Consiglio Presidenziale Russo per la Società Civile e i Diritti Umani non ha ricevuto alcuna lamentela da parte di personale militare riguardo allo spostamento in Siria di limitati numeri di tecnici e consiglieri. “Nessuno é inviato in Siria se non é pienamente convinto di volerci andare; qualora esistessero reclami in tal senso il Consiglio li esaminerebbe, ma non ho sentito di nessun caso a riguardo”. Questo chiarimento é stato probabilmente causato da notizie circolate sul portale web ‘Gazeta.ru’ che parlavano di un documento inviato a questo organo da parte di alcuni militari.
Traduzione di Paolo Marcenaro