Come scritto in un nostro articolo precedente, un potenziale gasdotto turco-qatariota per rifornire l’Europa, bypassando la Russia, si sarebbe fermato contro un “muro” geografico formato da Iran, Iraq e Siria.
L’iraq e la Siria, non a caso, sono state brutalmente attaccate dai terroristi finanziati da occidentali, sauditi, turchi e qatarioti.

Con il finanziamento e il sostegno ai jihadisti, la Turchia e il Qatar stanno cercando di rompere questo “muro” in Siria e in Iraq. I ribelli in Siria e in Iraq sono finanziati anche dall’Arabia Saudita, che si sente minacciata dalla crescente influenza iraniana nella regione, dal momento che l’Iran è il suo rivale più importante del Medio Oriente. Si può leggere nel seguente articolo di France 24 che il primo ministro iracheno al-Maliki ha accusato il Qatar e l’Arabia Saudita di finanziare i terroristi in Iraq.

La Turchia è estremamente dipendente dal petrolio e dal gas russo. I paesi dell’Europa occidentale e meridionale hanno in effetti delle alternative al gas naturale e al petrolio russi. Es Algeria e Libia, ma anche da Arabia Saudita, Qatar, Iraq, Iran, Kuwait ed Emirati Arabi, che sono tra i maggiori produttori ed esportatori di petrolio e gas naturale nel mondo. Al contrario, è molto difficile per i paesi dell’Europa orientale trovare alternative.  La loro principale è la Norvegia, che ha 2 miliardi di metri cubi di riserve di gas naturale, ma la Norvegia si trova ad affrontare un calo della produzione causato dall’eccessivo sfruttamento delle sue riserve. Le loro altre alternative sono il Regno Unito, che importa già più gas naturale di quanto ne esporti, ed è diventato un importatore netto, e i Paesi Bassi, che hanno riserve piccole e anch’esse in fase di calo della produzione.

Sia la Russia che la Turchia sono di grande importanza strategica per la sicurezza energetica europea, ma sono ancora più importanti quando si tratta di Europa centrale e orientale. La Russia è molto importante a causa delle sue enormi riserve di petrolio e gas naturale, e la Turchia è molto importante per la sua posizione geografica, dato che passare dal territorio turco è l’unico modo per collegare il Medio Oriente e il Mar Caspio all’Europa con una rete di gasdotti, al fine di evitare il mare e ridurre la dipendenza europea dalla Russia.

Proprio lo scontro con la Russia, rende i paesi europei ancora più dipendenti dal Qatar e dall’Arabia Saudita, da una parte, e dalla Turchia dall’altra. Ecco allora una delle ragioni della megaestorsione (i tre miliardi di euro che verranno versati ad Ankara, ufficialmente per fermare il flusso di clandestini) ai danni della UE, e la fretta con cui si vorrebbe far entrare i turchi in Europa. Certo, ci sono le pressioni americane. Ma i sono in gioco anche altri interessi, legati essenzialmente alla sequela spaventosa di errori commessi dai paesi europei, inimicandosi la Russia.

Hamas ha vinto le elezioni del 2006, grazie al finanziamento del Qatar. Nel 2014, il Qatar ha dovuto chiedere ai leader della Fratellanza Musulmana, loro braccio armato nell’intero Medioriente, di lasciare il paese, al fine di normalizzare le relazioni con gli altri paesi arabi.
I membri dei Fratelli Musulmani che sono stati espulsi dal Qatar, hanno trovato rifugio in Turchia.
La caduta di Morsi è stata un duro colpo per la leadership del Qatar. Il Qatar diede all’Egitto qualcosa almeno 5 miliardi di dollari, al fine di sostenere il candidato dei Fratelli Musulmani, Mohamed Morsi sia prima che dopo le elezioni.

Hamas viene supportato dal Qatar con la placida accettazione da parte di Israele; non è un caso che la dirigenza palestinese si sia schierata contro Assad.

La Primavera araba, supportata da americani, qatarioti e turchi, si è rivelata un’arma a doppio taglio, dato che ha anche creato un grave conflitto interno al mondo arabo, dal momento che il Qatar e la Turchia supportano i Fratelli Musulmani, mentre il resto del mondo arabo non lo fa.