Giorgia Meloni, leader (nazionale) del partito Fratelli d’Italia, ha annunciato di voler introdurre il reato di integralismo islamico. È una proposta decisamente in linea con contenuti delle loro battaglie quotidiane, forse un po’ troppo ispirate dal pensiero della defunta giornalista Oriana Fallaci, seppur di difficile conciliazione con quella libertà di pensiero per la quale dirigenti e militanti si battono storicamente per l’abolizione dei cosiddetti reati di opinione, espressi soprattutto dalle leggi Scelba e Mancino.
Se guardiamo al testo della legge, visibile sul loro sito, leggiamo:
«Art. 270–septies (Integralismo islamico) Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da quattro a sei anni chiunque, al fine di o comunque in maniera tale da mettere in concreto pericolo la pubblica incolumità propugna o propaganda idee dirette a sostenere sotto qualsiasi forma:
a) l’applicazione della pena di morte per apostasia, omosessualità, adulterio o blasfemia;
b) l’applicazione di pene quali la tortura, la mutilazione e la flagellazione;
c) la negazione della libertà religiosa;
d) la schiavitù, la servitù o la tratta di esseri umani.
Nel caso di cui alla lettera d) la pena è aumentata ove la condotta di cui al primo comma si riferisca a donne o a minori.
La stessa pena di cui al primo comma si applica a chiunque raccoglie, eroga o mette a disposizione beni o denaro destinati a essere in tutto o in parte utilizzati per sostenere organizzazioni che svolgono, anche nell’ambito di luoghi di culto, attività dirette a commettere il reato di cui al primo comma.
«E’ punito con la pena della reclusione da tre a cinque anni chiunque riceva da uno Stato straniero o da organizzazione o soggetti stranieri, beni o denaro destinati a essere in tutto o in parte utilizzati al fine di commettere il reato di cui al primo comma».
La prima cosa da notare è che si va ad aggiungere ai cosiddetti delitti di “Associazione sovversiva”, di cui è più noto il successivo articolo per aver anche ispirato un gruppo musicale, il 270 bis, quando la finalità dell’associazione stessa è diretta alla sovversione dell’ordine democratico, e che prosegue con i reati di “terrorismo anche internazionale” e che mostra attenzione più all’aspetto del terrorismo che non allo sfondo della guerra religiosa.
Da qui la seconda cosa che notiamo è che si intitola “integralismo islamico”, che lascerebbe supporre una particolare connotazione religiosa che però non appare in alcun modo. Anzi, il testo sembrerebbe quasi scritto da menti piuttosto progressiste: sorprende la condanna a chi considera reato (dalla apostasia, alla tortura, alla libertà religiosa e pure nella pena di morte per) omosessualità, da un partito che si è battuto e si batte con forza contro le unioni omosessuali, che predica le radici cristiane dell’Europa.
In questo proposito bisognerebbe puntualizzare che se il reato è disegnato sugli eventi di attualità più recenti, come detto non punisce strettamente l’islamico quanto concezioni religiose molto tradizionaliste da cui non sono stati esenti nemmeno i cristiani. Se potrebbe essere punito un estremista Indù, pure un estremista cristiano potrebbe essere punito per integralismo islamico per propugnare il ritorno del reato di apostasia.
I due paragrafi finali invece sono diretti a reprimere qualsiasi forma di sostegno materiale sia attivo che passivo e sembrano più adatti a una politica comune internazionale o europea prima ancora che specificamente nazionale.
Una nota finale: quando si parla di terrorismo islamico si fa spesso riferimento al Jihad, la cosiddetta guerra santa, che evoca immagini di guerrieri tagliateste armati di scimitarra. Oggi tra i pochi stati tanto radicali (più che tradizionali) nell’interpretazione ci sono i wahabiti sauditi, ma il concetto di jihad è lo sforzo, generalmente nel proselitismo, che a fatica si concilia con questa immagine armata e risulterebbe perciò difficile pensare un reato in cui alla base ci sia un concetto che noi conosciamo poco. Quindi, cosa bisogna colpire?
Il disegno di legge risulta difficile da proporre, perché così posto viene identificato con l’Islam senza avere una connessione essenziale, ma dandone una più precisa connessione si rischia appunto di ricadere in quella suddetta limitazione di libertà religiosa oltretutto ribadita pure nella proposta stessa. Forse più che una legge apposta sarebbe il caso che i governi nazionali e sovra nazionali si mettessero maggiormente d’impegno per contrastare efficacemente la minaccia terroristica coi mezzi già a disposizione.
Bella proposta? Magari salveremo la nostra civiltà da questi ‘marziani’!!