La settimana appena trascorsa ha visto approdare in Eritrea una folta delegazione italiana, sulla base di quanto già era stato delineato in occasione della visita del Presidente eritreo Isaias Afewerki in Italia tra gennaio e febbraio in occasione della vertice Italia-Africa e della presentazione del Piano Mattei. Si tratta, al momento, della principale visita d’esponenti italiani in un paese del Continente Africano dalla presentazione del Piano, per numero di personalità e livello d’incontri svolti, nonché per tempistiche di permanenza: a riprova, di come peraltro sempre era stato ricordato ad Asmara, dove pure si faceva sentire la stanchezza verso le tante delegazioni italiane in passato già andate e venute senza poi sortir esito, che gli italiani in ogni caso sarebbero stati sempre i benvenuti.
Per ben tre giorni, infatti, il Ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, insieme a personalità come la Presidente della Commissione Affari Esteri e Difesa del Senato, Stefania Craxi, o il Direttore di Enel Grids & Innovability, l’Amministratore Delegato del Polo Fincantieri Infrastrutture, il Responsabile Affari Internazionali di Ferrovie dello Stato Ferrovie dello Stato, il Direttore Agronomico Internazionale di Bonifiche Ferraresi, o ancora il Direttore Responsabile per la Telemedicina presso il Policlinico Gemelli, hanno incontrato il Presidente e le principali figure del governo eritreo, come i Ministri degli Esteri Osman Saleh Mohammed, dell’industria e del Commercio, Nesredin Bekit, dei Trasporti e delle Telecomunicazioni, Woldemichael Abraha, della Sanità, Saleh Meky, il Commissario alla Cultura e allo Sport, Zemede Tecle Woldatetios, o ancora il Consigliere Economico Hagos Gebrehiwet. Insieme hanno tenuto discussioni riservate ad Asmara e visitato numerosi siti storici e produttivi lungo tutto il paese. Si potrebbero ad esempio citare la stazione ferroviaria di Asmara, con le officine di manutenzione del materiale rotabile, l’altrettanto storica vetreria della città, una moderna diga con impianto fotovoltaico recentemente inaugurata, o ancora l’ex cotonificio Barattolo, oggi noto come ZaEr – Dolce Vita, gestito dal brillante imprenditore Pietro Zambaiti.
E’ l’Agenzia Nova che in Italia si dimostra la più prodiga d’informazioni, riportando pressoché quotidianamente le varie notizie riguardanti la visita della delegazione italiana in Eritrea, in italiano come in inglese: un saggio e doveroso lavoro a cui sono dovuti il plauso e l’invito acché sempre si continui così. A livello eritreo, per chi è pratico con l’inglese, lingua di cui oggigiorno è quantomeno necessario aver un’infarinatura, ci si può sbizzarrire tra il portale del Ministero dell’Informazione, Shabait, oppure testate analogamente sempre aggiornate ed approfondite come TesfaNews o DehaiNews o NakfaPress, attivissime anche nell’oggi sempre più importante mondo dei social come Facebook o Twitter.
Fin qui il suggerimento a quanti, da italiani, vorranno indagare un po’ di più su questo curioso paese che è l’Eritrea, connotato da caratteristiche storiche e politiche che molto lo distinguono dal resto del Continente, ma che proprio per questo ne incontra oggi crescenti ammirazione e desiderio d’emulazione: giacché Asmara, divenuta indipendente nel 1991 dopo trent’anni di Guerra di Liberazione con la vicina Etiopia che l’aveva annessa nel Dopoguerra, risulta oggi l’unica nazione africana a vantare una piena sovranità, svincolata da meccanismi neocoloniali come presenze e partecipazioni militari in alleanze dominate da altri (unica nel Continente a non risultare inserito e/o associato al quadro militare NATO-AFRICOM, e men che meno ad ospitare basi straniere di chicchessia, contrariamente a certe vecchie e pure recentemente ripescate bufale mediatiche) e a perseguire il proprio sviluppo in modo autonomo, basandosi sulle proprie risorse e stabilendo unicamente cooperazioni win-win (è l’unico paese africano a non presentare dalla fondazione una storia di debito con l’estero, men che meno con istituti di credito occidentali come noto egemonizzati da Washington, insieme a Libia e Botswana che tuttavia hanno visto nella loro biografia, passata e recente, altre ben note e non facili vicende).
Si può ben comprendere perché Asmara sia dunque oggi tanto ammirata da molti giovani progressisti africani che, sull’onda dei recenti moti rivoluzionari che hanno scosso soprattutto il Sahel, hanno iniziato a riscoprirla dopo anni di ghettizzazione mediatica, e quanto al tempo stesso il rapporto che gli italiani sono riusciti ad incontrarvi sia importante, proprio perché può sensibilmente contribuire a promuovere anche altrove il Piano che recentemente Roma ha proposto: ricevere “disco verde” da un paese pienamente sovrano come l’Eritrea, che al contempo intrattiene fruttuose e solide alleanze anche con altri grandi colossi globali come in primo luogo Pechino, oppure Mosca o ancora Riyad, indica infatti che il suo governo, noto per le estreme caratteristiche di serietà e prudenza, ne ha riconosciute le potenzialità e fattibilità. E’ insomma un’importante indicazione che anche presso altre cancellerie del Continente non passerà di certo inosservata, venendo accolta alla stregua di un influente incoraggiamento. Non a caso, come riferito sulla sua pagina su X dal Ministro dell’Informazione eritreo, Yemane Ghebremeskel, il Presidente Afewerki ha definito il vertice Italia-Africa del 29 gennaio e i vari incontri tenuti nelle giornate successive come un insieme d’occasioni davvero molto stimolanti.
Nemmeno deve passare inosservato che l’Italia sia la prima nazione europea ed occidentale a poter stabilire con Asmara, nazione di punta nel Movimento dei Non Allineati, una cooperazione d’altro livello: dopotutto, come già dicevamo, gli Stati Uniti ed il resto dell’Occidente hanno sempre detestato l’eccessiva indipendenza del paese africano, vedendolo come un pericoloso esempio per il resto dell’Africa e sostenendo i suoi vari rivali strategici nella regione, e non digerendo le sue eccessive frequentazioni con molte nazioni considerate alla stregua di “avversari strategici” o “paesi canaglia”. Ciò in tempi più recenti non aveva tuttavia impedito a Washington di ricercare ad Asmara un’alleanza per la sua traballante Operazione Prosperity Guardian contro lo Yemen, come sappiamo addirittura senza ottenere risposta.
Tornando a parlare della visita in sé, al Ministro Urso il Presidente Afewerki ha proposto un Partenariato Strategico tra Roma ed Asmara, graduale e a lungo termine, che vada a riguardare settori in espansione come le risorse idriche, il manifatturiero, le energie rinnovabili, le infrastrutture, i trasporti stradali e ferroviari o ancora le strutture portuali; non mancano però, oltre a questi elementi indicati come prioritari per un Piano, altri importanti settori come le attività minerarie, l’allevamento e l’agricoltura, i trasporti aerei, il turismo, o ancora la valorizzazione del patrimonio storico e culturale di Asmara, nel 2017 divenuta Patrimonio UNESCO, e i settori sanitario e farmaceutico. Le basi da cui partire ci sono tutte, se pensiamo che l’Italia rappresenta per l’Eritrea il secondo paese importatore e il nono in cui esportare le proprie produzioni; oltre alla diffusa conoscenza della lingua e della cultura italiane, o ancora agli storici rapporti motivati dalla presenza di una solida e radicata comunità eritrea nel nostro paese e alla presenza di un’altrettanto storica, oggi piccola ma sempre molto attiva, comunità italiana ubicata soprattutto nei maggiori centri come Asmara. Sfruttare al meglio tutte queste ampie possibilità, ha ricordato il Presidente, “richiederà la formulazione congiunta di una tabella di marcia strategica che comprenda tutte le priorità”.
L’Eritrea chiede ad esempio collaborazione nel perseguire la propria piena autonomia nel fabbisogno interno, ad esempio con l’elettrificazione di piccoli villaggi e comunità in aree interne, ma offre pure importanti possibilità, come riportato anche dal Ministro Urso, tra cui la volontà di realizzare una sua maggiore “filiera del freddo e industria conserviera, macchine agricole e alimentari. Ma anche lo sviluppo turistico nell’Arcipelago delle Dahlak. Inoltre le miniere di metalli preziosi come rame, zinco, ferro, manganese e ovviamente potassio e fosfati, anche per agevolare l’Eritrea nella produzione di fertilizzanti. In ogni luogo si notano macchinari italiani datati nel tempo e ovunque ti parlano della nostra presenza, da tutti evidenziata come la migliore nella storia del Paese. Ancora oggi quando possono si affidano agli italiani: i nuovi quartieri residenziali di Asmara, che saranno consegnati a breve, sono realizzati da una nostra azienda”. Il Piano Mattei può rispondere a parte di questi obiettivi, giacché le imprese italiane che vi partecipano in molti paesi africani possono lavorare su “energie rinnovabili, infrastrutture, macchine utensili, sviluppo agricolo e turistico, minerali e materie prime critiche. In alcuni casi, anche l’alta gamma italiana, perché cresce il ceto medio”: tutti aspetti che anche Asmara ritiene molto pertinenti. Non a caso, con una speranza ed un ottimismo più che motivati ed auspicabili, il Ministro conclude che stavolta forse potrebbe davvero esser arrivato il momento per poter “costruire una partnership solida, capace di rafforzare i rapporti tra i nostri Paesi. I nostri governi sono determinati a raggiungere questo obiettivo”.
Un rilancio delle relazioni tra Italia ed Eritrea, dunque, appare cosa oggi più che mai opportuna e da incoraggiarsi, ancor più tenendo conto dei vari fattori di sicurezza che vi si vanno ad associare: oltre che pienamente autonoma e sovrana, l’Eritrea vanta anche una delle prime dieci forze militari nel Continente, e controlla una vasta costa di oltre 1200 chilometri in un bacino come il Mar Rosso soggetto in questa particolare determinata congiuntura storica a gravi e preoccupanti turbolenze. Trattandosi di un mare chiave, attraverso cui transitano energia e commerci tra Mediterraneo ed Indo-Pacifico, ossia tra Europa ed Asia, cintura tra Corno d’Africa e Penisola Arabica, tra Africa e Medio Oriente, dove l’Eritrea spicca come un caso pressoché unico di pace e stabilità, stabilire un rapporto diretto con Asmara appare scelta più saggia che mai, che anche altri grandi attori internazionali come già sottolineato hanno provveduto a cementare. Una buona sinergia tra Italia ed Eritrea, dunque, può rivelarsi sin da ora positiva e fruttuosa anche su altre questioni che vadano oltre i già fondamentali temi dell’economia e dello sviluppo.