La Farmacia Centrale di Asmara, dallo stile molto italiano.

Nello scorso dicembre un gruppo formato da ottanta imprenditori italiani è andato in Eritrea, per saggiare direttamente sul terreno le varie opportunità d’investimento e di cooperazione con l’Italia. Hanno così potuto confrontarsi coi ministri e le varie personalità del governo e della macchina dello Stato, riportandone un’impressione decisamente molto positiva.

Tutto ciò è il frutto dell’implementazione dei rapporti fra Italia ed Eritrea avvenuto con la normalizzazione dei rapporti fra quest’ultima e l’Etiopia, con la conseguente abolizione delle sanzioni fino a poco tempo fa in vigore contro Asmara e, quindi, con le visite a breve distanza di tempo del primo ministro Giuseppe Conte e della viceministro degli esteri Emanuela Del Re.

Tali fattori hanno spianato la strada agli investimenti italiani in Eritrea e alla ricerca, in questo paese che ci è profondamente legato, di nuove opportunità economiche e commerciali, destinate ad avere un reciproco beneficio per entrambe le parti. Gli imprenditori italiani hanno molto apprezzato, in particolare, il fatto che in Eritrea i giovani ricevano gratuitamente, dalla scuola pubblica, una formazione professionale in grado di renderli subito idonei al lavoro, con in più il vantaggio di conoscere anche la lingua italiana. Basterebbe del resto ricordare come la Scuola Italiana di Asmara sia la più grande scuola italiana all’estero e come in generale l’italiano sia studiato e conosciuto un po’ in tutto il paese. Tali vantaggi, in altri paesi, non sono affatto scontati: all’imprenditore ed investitore italiano, insomma, l’Eritrea offre l’esclusiva di poter trovare collaboratori e lavoratori che conoscono la sua lingua e che dispongono già di una discreta preparazione per il lavoro.

In occasione della recentissima visita del premier etiopico Abiy Ahmed a Roma, l’Italia per bocca del primo ministro Giuseppe Conte ha così dichiarato la propria intenzione di voler finanziare l’importante progetto della ferrovia che collegherà fra di loro Addis Abeba, capitale dell’Etiopia, con Massaua, importante porto dell’Eritrea. Tale linea di comunicazione approfondirà il rapporto fra l’Eritrea, affacciata sul Mar Rosso, e l’entroterra, dove invece vi è l’Etiopia col suo importante mercato interno. Si tratta di una sinergia importante, che è bene incrementare e valorizzare il più possibile nell’interesse di tutta la regione del Corno d’Africa, e che crescendo aiuterà tale regione nel realizzare un livello d’integrazione sempre più solido e redditizio. Le ricadute sono estremamente importanti non soltanto in termini economici e commerciali, ma anche politici e geopolitici, tali dunque da assecondare e rafforzare sempre di più il clima di pace recentemente affermatosi nell’area.

Tali aspetti, non soltanto geoeconomici ma anche geopolitici, erano del resto stati già abbondantemente rimarcati anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dal ministro degli esteri Enzo Moaveri Milanesi, in occasione per esempio della Conferenza Italia-Africa tenutasi a Roma così come in altri contesti, anche all’estero. Il ministro degli esteri eritreo, Osman Saleh, sempre alla Conferenza Italia-Africa, aveva assicurato la piena disponibilità dell’Eritrea a collaborare coi vari investitori esteri, sottolineando però l’intenzione del governo di Asmara di dare sempre agli amici italiani la priorità.

Per le sue peculiari caratteristiche sociali e geografiche, l’Eritrea può fornire interessanti opportunità a qualsiasi genere d’impresa. Il paese, come già detto poc’anzi, dispone di giovani ben preparati, anche a livello accademico, assetati di lavoro e di know how. Questo vale, per esempio, per il settore medico ed ospedaliero, dove il paese indubbiamente è a livelli ben più alti rispetto alla media del Continente Africano, ma dove vi è comunque l’ambizione di fare sempre di più. In tutti questi anni, praticamente da sola, l’Eritrea ha costruito da zero un buon sistema sanitario, aumentando vistosamente il numero di medici, infermieri, ambulatori ed ospedali. Ma grazie alla collaborazione che da questo momento potrà partire con l’Italia, il paese potrà compiere un ulteriore salto di qualità.

Lo stesso discorso vale anche per il settore scolastico, da integrarsi maggiormente coi vari settori produttivi e dei servizi, e che ha fame d’incrementare la propria collaborazione col sistema scolastico italiano. Ciò può essere utile, oltre che per la sanità, anche per l’agricoltura e la zootecnia, dove le università italiane, per esempio, possono avviare un rapporto fecondo con le entità scolastiche e in genere con tutto lo Stato eritreo. Il paese, infatti, ha sempre dato una grandissima attenzione al raggiungimento dell’autosufficienza alimentare, puntando proprio sulla valorizzazione dell’agricoltura e dell’allevamento. Per tale ragione, l’Italia può trasmettere all’Eritrea grandi contributi in termini di tecnologie e know how in materia di coltivazioni, specie ibridate, selezione degli animali, e così via.

Tale aspetto, va da sé, avrebbe anche un’importantissima ricaduta pure sull’industria alimentare e di trasformazione, un settore che può fornire oltretutto anche preziose opportunità di lavoro per molti giovani eritrei. Del resto, l’industria alimentare riceverebbe un valido contributo anche dal sostegno di un altro settore importante come la pesca: l’Eritrea controlla tantissima costa del Mar Rosso, un mare estremamente pescoso. E’ quindi importantissimo sinergizzare e collegare fra loro tutti questi vari settori economici e produttivi, in modo da renderli sempre più redditizi.

Sempre parlando del Mar Rosso, non andrebbe dimenticato il turismo, un argomento su cui l’Eritrea può davvero giocare un ruolo eccezionale. La bellezza dei paesaggi marini dell’Eritrea è a dir poco incontestabile, e ad essi possiamo unire gli affascinanti scorci dell’entroterra, peraltro ricco anche d’interessanti testimonianze archeologiche. Infine, vi è l’originale e diversificata architettura del paese, da Asmara, che con le sue meraviglie futuriste è diventata Patrimonio UNESCO, a Massaua, Assab e così via. Vi è quindi spazio per varie forme di turismo, ed anche in questo caso i giovani eritrei godono di una buona formazione ricevuta dalle scuole pubbliche, che hanno dato loro non soltanto una preparazione al lavoro, ma anche la conoscenza della lingua italiana, che li renderebbe quindi più vicini ai turisti italiani. Non solo per un imprenditore, ma anche per un turista, dopotutto, è importante sapere di poter parlare la propria lingua pure all’estero.

In generale, comunque, le opportunità sono tantissime e spaziano attraverso una grande pluralità di settori. L’Eritrea e le sue autorità sono disponibili ed interessate ad ascoltare tutte le proposte, e soprattutto a collaborare per renderle reali e soddisfacenti tanto al popolo eritreo quanto agli amici investitori italiani.