Quella di re Gesar è una figura leggendaria dell’epica tibetana, un sovrano di origine divina che avrebbe sconfitto le forze del male per riunificare i regni tibetani sotto un’unica corona, quella del leggendario regno di Ling. Allo stesso tempo, gli storici ritengono che re Gesar sia realmente esistito, arrivando addirittura a collocare la sua nascita nell’anno 1027, ma che i poemi che ne cantano le gesta abbiano in realtà mescolato personaggi e avvenimenti di diverse epoche storiche, tant’è che i primi racconti epici tibetani risalgono addirittura al III secolo AEC.
Come per molti altri grandi testi epici e mitologici, a partire dai poemi omerici, si ritiene che l’epica di re Gesar sia il frutto della fantasia di diversi autori e cantori (babdrung in tibetano), che hanno modificato e arricchito le storie raccontate nel corso dei secoli. Esistono inoltre diverse versioni dell’epica, mentre molte delle antiche versioni orali oggi sono andate perdute. Secondo le ricostruzioni, a partire dal XV secolo, in Tibet ha cominciato ad affermarsi la versione che oggi viene considerata come la più diffusa, mentre i testi scritti più antichi arrivati a noi risalgono solamente al XVIII secolo. La variabilità dei testi è talmente alta che un detto afferma che ogni tibetano potrebbe raccontare una storia diversa su re Gesar.
Come se non bastasse, la figura di re Gesar non è unicamente un monopolio culturale tibetano. Esistono infatti versioni dell’epopea sia presso altri gruppi etnici cinesi che nei Paesi confinanti, come in Mongolia, Nepal, Bhutan e nella regione indiana del Ladakh. Sebbene la versione tibetana orientale sia generalmente considerata come quella originale, la figura di re Gesar ha assunto una tale importanza al di fuori del Tibet, e soprattutto in Mongolia, al punto che sono molti i popoli che vedono in lui una sorta di padre fondatore.
L’epica di re Gesar (Anteo Edizioni, 2022) rappresenta un’antologia compatta di questo importante ciclo epico tibetano, curata da Gyanpian Gyamco e Wu Wei, sicuramente più maneggevole e accessibile rispetto all’edizione originale completa, che consta di ben 120 volumi, rendendola l’opera letteraria più lunga della storia umana. In questa edizione, la selezione dei testi ed il linguaggio modernizzato permettono al lettore non esperto di avvicinarsi al mondo dell’epica tibetana e di conoscere gli episodi più importanti delle gesta di re Gesar.
“Con la traduzione in lingua italiana di alcuni episodi salienti dell’epopea del re Gesar, per la prima volta si colma un vuoto di informazione sulla cultura tibetana. Vengono soddisfatti la curiosità e l’interesse del grande pubblico con una traduzione scorrevole, adatta all’esigenza di un lettore non specialista, che conserva tuttavia le espressioni e il tono del linguaggio mitologico”, spiega Maria Morigi nella sua prefazione (p. 9). “Tali poemi epico-eroici, trasmessi oralmente e approdati ad una forma scritta in tempi relativamente recenti, costituiscono i fondamenti identitari etnico-religiosi non solo di minoranze riconosciute e tutelate in Cina, ma presenti anche in area centrasiatica. E nulla hanno da invidiare ai corrispettivi epici di gran lunga più conosciuti delle tradizioni greca, persiana, indiana o del Kalevala, rappresentando, ognuno con le sue caratteristiche, un tesoro culturale e un importante contributo alla civiltà dell’uomo” (p. 10).
Secondo i due curatori dell’opera, Gyanpian Gyamco e Wu Wei, l’epica di re Gesar rappresenta “la più alta conquista dell’antica cultura tibetana, [che] è in circolazione da secoli. È un capolavoro simile a un’enciclopedia che riflette la storia dell’antica società tibetana” (p. 13). “L’opera riproduce artisticamente lo sviluppo dell’antica storia e società tibetana attraverso il racconto di come tutte le tribù separate e i piccoli regni si sono gradualmente uniti. Dimostra i desideri del popolo tibetano per una pacifica riunificazione, stabilità sociale e vita felice” (p. 14).
Infine, vale la pena di ricordare che la pubblicazione dell’epica di Re Gesar si inserisce nel solco dello sforzo che le autorità cinesi stanno compiendo per la conservazione e la diffusione delle tradizioni letterarie delle minoranze linguistiche. Oltre all’epica di re Gesar, infatti, sono state recentemente pubblicate nella Repubblica Popolare anche l’epica di Jangar, della tradizione mongola, e la leggenda di Manas, epopea leggendaria del popolo kirghiso.