A nessuno sicuramente sarà sfuggito come, subito dopo l’apparizione della pandemia da Covid, si sia ben presto cominciato a parlare anche di vaccini: a farlo, soprattutto, sono stati coloro che nei confronti delle vaccinazioni sono da sempre contrari, vedendovi a causa di una determinata mentalità complottista e dietrologica chissà quali macchinazioni funzionali a compiere un nuovo passo verso l’imposizione del “governo mondiale” o cose del genere. Ma anche coloro che, al contrario, alle vaccinazioni erano favorevolissimi, hanno ben presto iniziato a dimostrare, soprattutto in ambito occidentale e più specificatamente qui in Italia, posizioni basate su ricostruzioni tutto sommato non molto differenti: la sindrome del complotto e la rilettura in forma di dietrologia di questo o quel fatto è pertanto una caratteristica spesso presente anche in questo fronte, che pure dovrebbe apparirci come più “ufficiale” o “istituzionale”.

Già in precedenza, come molti nostri lettori si ricorderanno, ci eravamo occupati del fenomeno rappresentato da QAnon, che oggi pare quasi scomparsa dopo la mancata rielezione di Trump, la sua sostituzione da parte di Biden (avvenuta, bene o male, con quella continuità istituzionale che alla fine ha deluso proprio i fans dell’ex presidente americano e soprattutto i seguaci di questo movimento di stampo dietrologico, cospirazionista e complottista) ed ancor più dopo il clamoroso “autogol mediatico” costituito dai fatti di Capitol Hill, che per il grosso dell’opinione pubblica è apparso soprattutto come una via di mezzo fra un goffo tentativo di golpe ed una pagliacciata di piazza.

Tuttavia, il repentino sgonfiamento di QAnon non va interpretato necessariamente come una sua fine, men che meno irreversibile: sicuramente molte persone che vi si erano avvicinate adesso si stanno spostando verso altri lidi, ovvero verso altre teorie del complotto in grado di affinascinarle nuovamente e di restituir loro una nuova motivazione od euforia. Molte persone, del resto, già erano affascinate da questi temi prima che esistesse QAnon, frequentando quindi altre realtà che l’avevano preceduta, e continueranno dunque a fare altrettanto anche in futuro, orientandosi verso nuovi movimenti e “ideologie”. Ma altre, invece, resteranno in QAnon, che sta pur sempre cercando nuove ragioni con cui giustificare la propria esistenza, anche con l’elaborazione di altrettanto nuove teorie complottiste. Non dobbiamo poi dimenticare come QAnon non sia di certo un fenomeno solo americano, ma pure esteso anche all’estero, cominciando per esempio proprio dal nostro paese. Comunque, oltre alla possibilità tutt’altro che peregrina di una sua riorganizzazione in tempi più o meno brevi, dovrà preoccupare chi di dovere anche il fatto che molte persone, che sono transitate in QAnon, possano adesso muoversi verso altre sette o movimenti, replicando quel fenomeno anche altrove e magari in forma più piccola, tale da risultare meno avvertibile dall’opinione pubblica e dalle istituzioni.

I vaccini, in tutta questa storia, sono stati del resto solo uno dei tanti argomenti sottoposti a strumentalizzazione o a letture decisamente di parte: come già anticipavamo, QAnon in questo senso non è stata certo l’unica realtà a cui si possano rimproverare delle colpe. Il linguaggio di QAnon come di altre sette che sostengono la teoria del complotto, del resto, è talmente becero e folclorico da poter riunire intorno a sé solo una determinata parte di persone, ma non altre che di fronte ad una simile teatralità semplicemente si tirerebbero indietro sdegnate. A portare avanti temi ed argomenti spesso non molto dissimili, ma accreditandosi di ben altra autorevolezza, e soprattutto di ufficialità, sono infatti anche fior di giornalisti, politici e persino epidemiologici: basta per esempio guardare certi programmi televisivi, in particolare d’approfondamento. Il fronte dei grandi giornalisti e divulgatori televisivi e mediatici impegnati in questo senso è decisamente vasto, e soprattutto bipartisan da un punto di vista politico: si va da Mediaset a La7 fino alla Rai, in particolare Rai 3 che coi suoi ormai storici ed affermati programmi di approfondimento, a cui il grosso dell’opinione pubblica è ormai portato a dare grande fiducia, nell’ultimo anno sta facendo una sempre più vigorosa propaganda e mistificazione politico-ideologica sulle origini del Covid, sulla sua diffusione o sulle ragioni politiche che si annidano dietro a certi vaccini, alla loro vera o presunta efficacia e all’uso “diplomatico” che ne viene fatto dai paesi che li hanno prodotti e che li propongono.

Com’è noto, in Europa non sono al momento ammessi, perlomeno a titolo della Commissione Europea, dell’Europarlamento e dell’EMA (l’agenzia europea per il farmaco), vaccini che non siano quelli prodotti dalla Case farmaceutiche occidentali, come Pfizer, Moderna, Johnson, ecc. Gli acquisiti del russo Sputnik per esempio sono avvenuti solo a nome di singoli paesi che hanno deciso di muoversi autonomamente, andando contro il parere dell’EMA e delle altre istituzioni comunitarie. Ma anche i vaccini cinesi, Sinopharm o Sinovac, non hanno goduto di maggior considerazione, tant’è che in tutto il Continente Europeo non hanno ricevuto un’accoglienza proprio calorosa. C’è da ritenere che anche i vaccini in corso d’arrivo da parte di altri paesi, come Cuba, non siano destinati a ricevere un trattamento migliore. Ma tutto ciò si basa unicamente su ragioni ideologiche e politiche: è stata ideologica e politica, infatti, la scelta di non aprire le porta a vaccini che a livello internazionale, al di fuori dell’area di NATO (e nemmeno tutta), UE e G7, vengono invece da tempo utilizzati con ottimi riscontri generali, spesso anche migliori di quelli delle grandi multinazionali occidentali. Quest’ultime, però, considerano “l’area atlantica” formata da USA, UE e pochi altri come un loro mercato esclusivo, e le rispettive classi politiche e dirigenti locali sono ben liete d’uniformarsi a tale rivendicazione di predominio. Si sono dunque anteposte ragioni politiche, ideologiche e non ultimo anche economiche a quelle relative alla salute pubblica e alla necessità di metterla in sicurezza il prima possibile.

Pur di giustificare questo genere di politica, palesemente irresponsabile, era quindi indispensabile per le classi politiche e dirigenti (tra le quali figurano, sia sempre chiaro, anche i ceti intellettuali e mediatici) costruirsi un alibi, seppur basato sul nulla, ovvero su mistificazioni, bugie e censura di tante scomode verità. Ecco perché sono apparse fior di campagne denigratorie sia sull’origine del virus (ricordiamoci i servizi televisivi che spaziano da TgCom24 a Rai 3, da Rete 4 ad altri ancora, che si parli di rubriche giornalistiche o di programmi d’approfondimento di prima serata, curiosamente tutti diretti da autori che un tempo erano o si definivano “di sinistra”, ma che oggi hanno scoperto d’avere una nuova natura, o vocazione) sia sull’inefficacia di tutti i vaccini che non fossero occidentali, magari anche per coprire gli scandali che nel frattempo fioccavano proprio sull’inefficacia o l’abbondanza di effetti collaterali di quest’ultimi. Un altro espediente comunicativo e tattico ben sfruttato è stato quello di raccontare che paesi come Cina e Russia, pur producendo vaccini in grandi quantità, fossero ancora largamente indietro con le vaccinazioni sulle loro popolazioni, un po’ come a voler trasmettere questo messaggio: “usano noi occidentali come cavie da laboratorio per i loro prodotti, che solo in seguito utilizzeranno anche su di sé, e nel mentre vendono e/o regalano tutti questi vaccini con l’obiettivo di guadagnare prestigio internazionale sulle nostre spalle e a nostro danno, in modo anche da influenzarci ed indebolirci sempre di più sia in patria che a livello mondiale”. 

Insomma, una propaganda che potremmo definire tranquillamente come “settaria” e ben lontana dal potersi presentare come vera informazione, pur accreditandosi di tale nomea. I pittoreschi proclami di QAnon o di altri complottisti del web, sotto questo aspetto, appaiono quantomeno più sinceri, sebbene non certo molto più edificanti. D’altronde, pure altre sette, molto più esperte e pratiche di QAnon nell’arte dell’ingraziarsi i favori della stampa e della politica, su tutta questa situazione ricamano e gongolano alla grande. Si guardi per esempio a cosa dice il Falun Gong nel suo portale Minghui, dimostrando d’aver saputo subito cogliere la palla al balzo, cosa che del resto già aveva dimostrato di saper fare (e non potrebbe essere altrimenti, data la sua ormai pluridecennale esperienza sul campo) parlando della stessa origine del virus, che era proprio ciò che i media e i politici italiani ed occidentali si volevano sentir dire. Anche la Chiesa di Dio Onnipotente, setta evangelica non meno famigerata, in combutta coi settori più oltranzisti del Vaticano e non solo, non è stata da meno, dimostrando di saper cogliere più piccioni con una fava: dalla situazione di Hong Kong fino alla repressione dei cristiani (altra vulgata che fa eco a quella della repressione sui musulmani, e su cui immancabilmente tutti i nostri divulgatori ed approfonditori, politici ed analisti, immediatamente approdano ogni qual volta debbano parlare di Pechino e della sua lotta al Covid o dei suoi vaccini), arrivando quindi a dire che proprio quei vaccini sarebbero testati sui cristiani imprigionati (una storia che del resto ritroviamo quando il Falun Gong parla del prelievo forzoso di organi dai suoi adepti detenuti, o quando le ONG che parlano dello Xinjiang riferiscono cose analoghe a danno dei detenuti uiguri). Per concludere brevemente: speculazioni propagandistiche che si rafforzano e si giustificano con altre speculazioni propagandistiche.