Anno nuovo, soluzione vecchia. Riprende forza e vigore l’ipotesi di rinvio del ritorno a scuola, in programma tra il 7 e il 10 gennaio. La proposta di riprendere la Didattica a Distanza, viene dalle Regioni, Campania in primis. La motivazione ufficiale alla base della richiesta, è la necessità di effettuare uno screening post natalizio della popolazione scolastica e di implementare ulteriormente il numero dei vaccinati. 

Immediata la reazione della Rete nazionale delle scuole in presenza: “Durante gli anni scolastici 2019-2020 e 2020-2021 le scuole Italiane hanno chiuso più a lungo rispetto al resto del mondo, e questo è avvenuto anche, e più strutturalmente, con l’arrivo del governo Draghi – evidenzia l’associazione in una nota – La preoccupazione soltanto formale, mai sostanziale, dell’esecutivo per la scuola in presenza ha consentito che, a dispetto dei timidi provvedimenti ufficialmente adottati dal governo (solo e soltanto grazie alla sentenza del Consiglio di Stato), gli amministratori locali abbiano spesso utilizzato la Dad in forma ‘preventiva’ (e non per reale emergenza epidemiologica) scaricando sugli studenti e sulle loro famiglie l’intera responsabilità  della gestione della pandemia”.

“Nessuna azione pubblica strutturale, nazionale o locale, in materia di trasporti pubblici, areazione o edilizia scolastica, è stata assunta dal governo centrale nè dalle amministrazioni locali per garantire la scuola in presenza anche in zona rossa, come è avvenuto all’estero – continua la nota – La Dad preventiva sta nuovamente facendo capolino attraverso uno dei suoi più zelanti apripista: è di oggi la notizia che il presidente della Regione Campania abbia pronta un’ordinanza di chiusura di tutte le scuole elementari per tutto il mese di gennaio 2022”.

Tra laltro, alla luce della sentenza del Tar Campania n. 7340/21 del 17.11.2021 che ha dichiarato lillegittimità delle ordinanze della Regione Campania di chiusura delle scuole del 16.01.2021 e 27.02.2021, si è ormai aperta la strada al risarcimento dei danni per i genitori di alunni della scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado. Il Codacons e lassociazione scuole aperte Campania hanno già raccolto numerose richieste da parte dei genitori di studenti che hanno subito danni e tante ancora ne raccoglieranno e la Regione Campania dovrà risponderne con le casse dell’erario pubblico.

La Rete oppone alla solita retorica di una classe politica sempre più in confusione, la forza brutale dei numeri. Gli effetti della Didattica a Distanza sono stati devastanti: “Il risultato della totale inattività  del governo a favore della scuola in presenza emerge chiaramente anche dai dati che riguardano la salute psicofisica degli alunni: il tracollo nella preparazione degli studenti italiani dopo quasi due anni di didattica a distanza, soprattutto nelle scuole superiori italiane – di cui gli ultimi risultati dei test Invalsi sono solo la prova più concreta – lo smisurato aumento, per le fasce adolescenziali, di diagnosi di disturbi mentali e comportamentali, di prescrizioni di psicofarmaci e di atti di autolesionismo gravi o fatali (348 tentativi di suicidi e 413 suicidi – uno ogni 18 ore – secondo l’Osservatorio Suicidi Covid 19), sono segnali d’allarme dai quali la Rete, inascoltata, non ha distolto lo sguardo”.

Alla luce delle sentenze con esito positivo, che hanno decretato l’illegittimità  delle ordinanze che hanno determinato la chiusura delle scuole, a macchia di leopardo, su tutto il Paese, si è ormai aperta la strada al risarcimento dei danni subìti dagli alunni della scuola primaria, secondaria di primo e secondo grado: gli amministratori dovranno risponderne con le casse dell’erario pubblico – conclude la Rete – Forti di queste iniziative e del lavoro incessante della Rete, gli studenti, i genitori e gli insegnanti aderenti alla Rete Nazionale Scuola in Presenza promettono altrettanto impegno per il 2022. La magistratura ha sempre dato ragione alle evidenze scientifiche e giuridiche esibite. Se chiude la scuola, chiude il Paese”.