Roma. In seguito a delle verifiche del patrimonio immobiliare del Comune, volute dal commissario straordinario Paolo Tronca, sono emersi dei dati che hanno causato parecchio scalpore: numerose case di proprietà del comune sarebbero state affittate a privati per una cifra che oscilla tra i 10 e i 50 euro al mese.
Già al momento del suo insediamento, il commissario si era ritenuto stupito del fatto che non ci fosse un censimento completo: “Francamente è un’anomalia per un’amministrazione – sostiene Tronca – e qualche dubbio te lo fa anche nascere” e intenzionato “ad andare fino in fondo, lo dobbiamo ai romani e ai dipendenti dell’amministrazione”.
Sarebbero 600 i casi sospetti sui quali Tronca è intenzionato a fare luce. Per far fronte a questo problema, il commissario si era detto intenzionato a occuparsene, servendosi di una squadra operativa: “Questa squadra è raddoppiata e ora probabilmente triplicherà”.
Tuttavia è necessario fare chiarezza: i casi non sono tutti uguali, o meglio i trattamenti riservati a questi affittuari sono diversi. Lampante il caso di un’anziana che paga appena 8 euro di affitto ma che, tuttavia, percepisce 400 euro di pensione. Tronca riguardo a ciò ha affermato: “I casi vanno analizzati puntualmente anche da un punto di vista sociale. Ci sono situazioni che devono essere supportate. Le zone grigie secondo noi ci sono. Il censimento prevede decine di migliaia di appartamenti di proprietà del Comune, ma quanti sono quelli che non sono inseriti nel censimento e sfuggono alla nostra attenzione? Questa è la sfida”. Dunque a detta di Tronca, tra questi casi ce ne sarebbero alcuni da escludere da questa vicenda. Ma come fare ciò? La soluzione, a detta di Tronca, è immediata: “Stiamo lavorando incrociando le banche dati, un sistema che deve essere implementato, magari con una piattaforma informatica dedicata”.
A parole dunque sembra che il Comune e lo stesso Tronca siano intenzionati ad intervenire severamente punendo laddove ce ne sarà bisogno. Ma la procedura è realmente cosi immediata come sembra? Bisognerà esaminare caso per caso e quelli sospetti sono tanti. Il timore è che ciò non venga fatto, a causa dei tempi ristretti. Le indagini non riguarderanno solo le affitanze effettive ma anche i casi di sub affitanze che si sono verificati nel corso degli ultimi anni. Le sub affitanze sono quei casi in qui l’affituario fa subaffittare la casa o più genericamente l’immobile per poter coprire le spese. E’ dunque palese che i casi da analizzare sono molti e bisognerà farlo con la massima attenzione. Risulta dunque difficile credere all’immediatezza tanto sbandierata da Tronca, come si suol dire infatti: ogni cosa ha un suo tempo.
In seguito a questo fenomeno denominato “Affittopoli” si sono, ovviamente, sollevati numerosi interrogativi. Quanto costa al comune di Roma? Dalle ultime inchieste sembra che Affittopoli costi al comune circa 100 milioni all’anno. Perdite sicuramente consistenti, inutile prenderci in giro, si tratta sicuramente di tanti soldi. Pensare che la perdita di questi soldi fosse, da alcuni anni, prassi del comune di Roma desta sicuramente numerosi sospetti. Cosa c’è dietro ad Affittopoli? Da questo interrogativo si fanno le supposizioni più svariate: si parla di favoritismi e di sinistri giri di soldi. Che ci sia qualcosa sotto è inevitabile sospettarlo, sospetto figlio del fatto che questo scandalo sia stato in qualche modo nascosto ancora non si sa per quale oscura ragione. Tronca sembra essere determinato, almeno a parole, a fare luce sulla questione. Dovrà farlo entro questi ultimi mesi che restano del commisariamento: ” Ce la metteremo tutta – sostiene Tronca – dobbiamo farcela, la questione è importante per Roma e per i romani”.