
Dopo giorni di voci contrapposte, alla fine l’annuncio il 24 febbraio: lo stadio della A.S. Roma si farà. Nell’incontro tra il sindaco Virginia Raggi e la delegazione composta dall’imprenditore Luca Parnasi e il direttore generale romanista Mauro Baldissoni è stato raggiunto un accordo che prevede la costruzione dello stadio a Tor di Valle con un pesante dimezzamento delle cubature previste dal progetto originario.
Il sindaco Raggi deve però gestire il mal di pancia di 8 consiglieri della sua maggioranza che, sembra, giudicano insufficiente la diminuzione concordata.
La svolta a sorpresa è arrivata dopo una settimana intensa con Grillo che era intervenuto personalmente scendendo nella Capitale e lo stop della Sovrintendenza dei Beni Culturali con il vincolo sull’ippodromo di Tor di Valle, nello stesso luogo dove dovrà sorgere lo stadio.
L’accordo è stato presentato come una vittoria dalla Raggi che ha parlato di “progetto 2.0” ed ha sottolineato di aver ottenuto l’eliminazione dei tre grattacieli, la riduzione del 60% dell’area Business Park ed il 50% delle cubature. Con lo stadio, sorgerà anche una nuova stazione per la linea Roma – Lido e verrà messo in sicurezza il vicino quartiere di Decima, spesso soggetto a smottamenti ed allagamenti.
Dopo la notizia del via libera allo stadio della Roma, il presidente della S.S. Lazio, Claudio Lotito ha invocato la par condicio scrivendo una lettera al Sindaco affinché “consenta la creazione del nuovo impianto della Lazio”.
Sulla questione si era espresso anche Alessandro Di Battista annunciando già prima della conclusione dell’accordo che lo stadio della Roma si sarebbe fatto ed auspicando che la società biancoceleste possa prendere il Flaminio, stadio attualmente in stato di abbandono, e sistemarlo. Ipotesi difficile ma sognata dalla maggioranza dei tifosi laziali.