Sembra essere una storia infinita quella tra Silvio Berlusconi e la Procura di Milano. Notizia di giovedì scorso, la richiesta di rinvio a giudizio per l’ex presidente del consiglio avanzata dai pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio nell’ambito del processo “Ruby Ter”, terzo filone delle indagini che riguardano le ormai famose notti di Arcore. L’imputazione è quella di corruzione in atti giudiziari: secondo l’accusa, Berlusconi avrebbe sborsato oltre 10 milioni di euro per ottenere il silenzio delle 21 ragazze chiamate al banco dei testimoni  nel corso dei processi “Ruby” e “Ruby bis” (che vede imputati Nicole Minetti ed Emilio Fede).

Oltre al leader di Forza Italia ed alle sue 21 ex ospiti (compresa Karima El Mahroug più nota come Ruby) rischiano di finire a processo per falsa testimonianza l’avvocato Luca Pedrini, l’ex direttore del TG1 Carlo Rossella, la fedelissima senatrice Maria Rosaria Rossi, il massaggiatore Giorgio Puricelli e i musicisti Mariano Apicella, Danilo Mariani e sua moglie Simonetta Losi. Luca Risso, ex partner di Ruby, è invece accusato di riciclaggio. L’indagine è stata archiviata per altre 13 persone tra cui gli avvocati Longo e Ghedini, la deputata Licia Ronzulli e il padre della El Mahroug.

Le false testimonianze sarebbero state rese nel corso del primo procedimento, il “Ruby”, da cui Berlusconi è stato assolto sia in Appello che in Cassazione. Un’assoluzione piena che aveva ribaltato la sentenza con cui in primo grado era stato condannato a 7 anni. Per i magistrati però, essendo partiti dalle motivazioni della sentenza di primo grado, l’assoluzione non esclude l’ipotetica corruzione dei testimoni.

Di fronte alla prospettiva di un nuovo processo, gli esponenti di Forza Italia hanno messo da parte incomprensioni e divisioni degli ultimi mesi ed hanno fatto quadrato attorno al loro leader: come ormai consuetudine in questi ultimi due decenni, le agenzie hanno rilanciato comunicati di parlamentari azzurri il cui comun denominatore è la denuncia di un presunto “accanimento giudiziario” ai danni di Berlusconi.

La palla ora passa al Gup che dovrà decidere se accettare la richiesta e mandare al processo Berlusconi. In caso di processo, essendo già stato condannato in via definitiva a 4 anni per frode fiscale, una condanna fino in Cassazione farebbe rischiare il carcere o gli arresti domiciliari all’ex capo del governo.

Nico Spuntoni