La Russia non sta perdendo tempo nello sfruttare la firma dell’accordo nucleare tra Iran e potenze del 5+1 come ‘volano’ per integrare sempre più saldamente la Repubblica Islamica nel sistema di alleanze internazionali e trattati bilaterali sviluppati dalla sua azione diplomatica nell’ultimo decennio; in maniera da ritrovarsi in posizione privilegiata nei confronti di quello che si va delineando come un sempre più forte giocatore sulla scena regionale del Medio Oriente e dell’Asia Centrale. Il Direttore del Dipartimento per le Minacce e le Nuove Sfide del Ministero degli Affari Esteri di Mosca, Ilya Rogachev, ha recentemente espresso l’interesse di Mosca a unire le forze con Teheran per combattere la minaccia takfira del cosiddetto ‘Stato Islamico’ (ISIS), specialmente in Mesopotamia e in Siria. “Possiamo sviluppare una fattiva collaborazione anti-terrorismo con l’Iran, a partire dal Medio Oriente ma senza limitarci a quest’arena; la famigerata organizzazione dell’ISIS deve essere il nostro primo obiettivo”. Con queste dichiarazioni Rogachev non fa che seguire la linea dettata dal Ministro degli Esteri Sergei Lavrov in persona, che il 14 luglio scorso aveva dichiarato che la positiva conclusione delle trattative sul dossier nucleare iraniano spianava la strada per Teheran affinché si unisse a una vasta coalizione anti-ISIS. A questa dichiarazione aveva fatto eco Mohammad Javad Zarif, ministro degli Esteri iraniani, che aveva notato come la Repubblica Islamica fosse disposta a unirsi ad altri stati per affrontare ‘sfide comuni’, menzionando esplicitamente le attività del ‘Daash’ come uno dei primi possibili banchi di prova.

Di Paolo Marcenaro