E’ ritornato lo scorso 4 giugno ad Asmara, dopo un’intensa e fruttuosa quattro giorni in Russia, il Presidente eritreo Isaias Afewerki, dopo aver soltanto due settimane fa condotto un’analoga e corposa quattro giorni in Cina. I due grandi paesi capofila del nuovo ordine multipolare guardano dunque con crescente interesse alla piccola ma indomita nazione affacciata sul Mar Rosso, che fin dalla sua Indipendenza avvenuta nello storico biennio 1991-1993 respinge con successo ogni tentativo neocolonialista dell’Occidente a guida statunitense.
Nessuno, in tutto il Continente Africano, è mai riuscito a condurre una tale lotta per oltre trent’anni, superando prove avverse come guerre ed embargo ad oltranza, al contempo sempre mantenendo inalterata la propria piena sovranità: dalla guerra scatenata dall’Etiopia allora governata dal TPLF tra il 1998 e il 2000, a cui è seguita tensione militare protratta fino al 2018, quando il TPLF ha perso il potere, alle sanzioni imposte da USA ed alleati europei nel 2009 e rafforzate nel 2011, ritirate nel 2018; dalle nuove sanzioni introdotte dall’Occidente nel 2020, quando il TPLF all’opposizione in Etiopia ha scatenato la guerra civile nel Tigray nuovamente attaccando sia l’Eritrea che gli stessi militari e civili etiopici, fino alla sua totale sconfitta nel 2022 grazie al congiunto lavoro politico e militare di Asmara ed Addis Abeba.
Sebbene nel Continente Africano non manchino paesi al di fuori dell’influenza occidentale o che ne sono recentemente usciti, diventando nuovi protagonisti per i Non Allineati e i BRICS (dal Sudafrica al Mali, dal Burkina Faso all’Etiopia del dopo-TPLF, dallo Zimbabwe all’Angola, ecc), nessuno di costoro può ancora vantare una davvero piena e totale sovranità, a causa di vari condizionamenti a cui fin dall’Indipendenza l’Eritrea si dimostra invece completamente impermeabile: dalla presenza di quinte colonne politiche e militari, o religiose ed umanitarie (ad esempio ONG o gruppi religiosi che dietro una “rassicurante” immagine pastorale portano in realtà avanti l’agenda politica di Washington, Londra e Bruxelles), alla famigerata “trappola del debito”, dal momento che fin dalla sua nascita come Stato sovrano Asmara ha perseguito la linea di uno sviluppo autofinanziato e in piena autonomia (e questo, ben si sa, è stato un ulteriore motivo per cui i governi e gli istituti di credito occidentali “gliel’hanno giurata”), o ancora l’operato di multinazionali e gruppi di business occidentali nel suo territorio, dediti a quello sfruttamento inumano che in tanti altri paesi non soltanto africani siamo invece purtroppo soliti vedere. E’ per tutta questa serie di motivi che gli altri paesi africani che negli anni hanno adottato una linea progressista oggi guardano con crescente attenzione all’Eritrea, con l’obiettivo di trarne esempio per replicarne in casa propria lo stesso modello; e sempre per tutta questa serie di motivi anche due grandi paesi capofila del multipolarismo e del multilateralismo come la Cina e la Russia a loro volta esprimono una sempre più profonda stima per la piccola nazione africana e la sua governance, a loro volta indicandola come perfetto esempio da seguire anche a tutti gli altri paesi africani.
Tutto questo basta ed avanza a spiegare perché, subito dopo essere stato invitato in Cina, il Presidente Afewerki sia stato invitato anche in Russia. Atterrato il 30 maggio all’aeroporto Vunukova-2 di Mosca nel primissimo pomeriggio, ad accoglierlo calorosamente ha trovato il viceministro degli Esteri russo, Andrei Rudenko, trovandosi dinanzi uno sfarzoso cerimoniale. Esattamente come a Pechino, enorme il dispiegamento di militari in alta uniforme a rendere i loro onori ad un uomo che per decenni ha combattuto per la propria patria fino a condurla alla piena libertà. Il giorno successivo, di buon mattino, la deposizione di una corona di fiori sulla tomba del milite ignoto nella Piazza Rossa di Mosca: anche in questo caso, come nell’onore che in egual modo aveva già reso al Monumento agli Eroi del Popolo cinese a Pechino, il Presidente Afewerki ha voluto testimoniare il rispetto del proprio paese verso i Caduti della Grande Guerra Patriottica russa. Non s’è trattato quindi di un semplice “atto dovuto”, ma di una dimostrazione di grande solidarietà ed empatia da parte di una nazione, l’Eritrea, che proprio come la Russia deve la sua esistenza al sangue versato dai suoi tanti Martiri. Anche questo è un importante elemento che lega ben più che simbolicamente, e con forte reciprocità, il popolo eritreo a quello russo e cinese.
Le assonanze tra i tre paesi non finiscono comunque qui. Se c’è un partenariato d’alto livello tra Eritrea e Cina, così ve n’è uno tra Eritrea e Russia, come testimoniato non soltanto dall’ormai ultradecennale lavoro congiunto in sede internazionale, dall’ONU al Movimento dei Non Allineati, ma ancor più dagli accordi rinsaldati e riaffermati a seguito della visita del ministro degli Esteri russi Sergey Lavrov ad Asmara e dai vari interscambi avvenuti nel tempo tra delegazioni russe ed eritree, anche a Mosca. Proprio a tal riguardo, durante l’incontro al Cremlino col Presidente russo Vladimir Putin, il Presidente Afewerki ha voluto osservare come l’ordine mondiale unipolare a guida statunitense abbia ormai generato una crescente ed immensa spirale di crisi e distruzione. Esortando la Russia a svolgere il proprio ruolo auspicato da tutti i popoli amanti della pace e della giustizia, così da poter garantire la transizione ad un ordine internazionale più civile, ha indicato come ciò non costituisca una semplice opzione ma una precisa responsabilità storica, a cui né la Russia né l’Eritrea possono e debbono sottrarsi.
Chi avrà visto le foto degli incontri, avrà notato un piccolo particolare già abbondantemente manifestatosi nei precedenti incontri tenuti dal Presidente Putin con altri leader internazionali: se l’ospite è uno stretto amico ed alleato, come ad esempio il Presidente cinese Xi Jinping, i due stanno vicini, magari davanti al camino della sala dei ricevimenti, oppure si scambiano un brindisi; ma se l’ospite è sospetto o sgradito, come ad esempio è avvenuto col Presidente francese Emmanuel Macron, ci sono metri e metri a separarlo, magari con tanto di lungo tavolo nel mezzo, a ribadire ulteriormente le distanze. Insomma, avrete sicuramente già capito che Vladimir Putin ed Isaias Afewerki se ne stavano invece comodamente seduti davanti al caminetto, a sottolineare amichevolmente la loro piena identità di vedute.
Anche il giorno successivo ha visto il Presidente Afewerki continuare la sua visita al Cremlino, letteralmente perlustrandone i Musei del Tesoro, ricchi di icone ed altre testimonianze storiche, culturali, religiose ed araldiche degli Zar russi, così come la Collezione dedicata a tutti i minerali della Russia. La storia e persino l’archeologia sono due argomenti a cui decisamente il Presidente eritreo è da sempre molto sensibile, come testimoniato anche dalle sue già gradite ed entusiaste visite ai musei in Cina, a Pechino come a Chengdu. Non meno interesse, tuttavia, hanno raccolto agli occhi del Presidente anche l’Expo Militare, dedicata alla storia e all’evoluzione delle Forze Armate russe dall’epoca sovietica a quella attuale, ed il Parco dei Patrioti, dedicato alle grandi e dolorose vicende belliche vissute dalla Russia durante la Grande Guerra Patriottica, ricco di memoriali fotografici e documentali relativi alle vicissitudini dei reduci così come a quelle degli scomparsi. Chi ha vissuto in prima persona l’esperienza di guerra, come avvenuto proprio al Presidente Afewerki fin dalla prima gioventù, difficilmente rimarrebbe insensibile a tutto quel che comporta e lo ricorda.
In serata, infine, la partenza da Mosca alla volta di Asmara, dove il Presidente Isaias Afewerki è giunto nelle prime ore del mattino successivo; ma non prima di rilasciare una serie d’interviste a vari media russi, come Sputnik e RussiaToday (non accessibile in Italia ma tanto è la testata TesfaNews a venirci in soccorso), e ben presto divenute virali, a riprova del sempre più crescente interesse che la figura del Presidente eritreo e la statura del suo paese vanno oggi sempre più riscuotendo presso il pubblico russo e non solo.