Vladimir Putin

Un anno fa, all’inizio di marzo 2018, il presidente russo Vladimir Putin aveva fatto un discorso annuale all’Assemblea Federale (Parlamento russo), nel quale aveva presentato al pubblico dei videoclip di missili potentissimi, efficaci sia nell’aria che sott’acqua.

Secondo Putin, gli scienziati russi hanno creato missili molto più avanzati rispetto agli analoghi americani e, in generale, mondiali. Questi missili sarebbero in grado di aggirare la difesa missilistica esistente, e persino quella ancora in fase di preparazione, di qualsiasi Paese. Sebbene il presidente russo, nel suo discorso, non avesse fatto alcun riferimento specifico ad alcun Paese, il mondo aveva capito perfettamente che stava parlando del sistema di difesa missilistica americano.

La reazione del mondo, e soprattutto degli Stati Uniti, al discorso di Vladimir Putin era stata diffidente. A Washington non erano convinti che i russi avessero creato missili così efficaci. Gli stessi russi avevano dichiarato che le loro nuove armi servivano solo a scopi difensivi ed erano una risposta al dispiegamento del sistema di difesa missilistica americana in Europa (Romania e Polonia). In risposta allo scetticismo degli esperti della NATO nel 2018, i russi hanno dimostrato che i nuovi missili sono stati messi in servizio.

Pochi giorni fa, il 20 febbraio 2019, Vladimir Putin ha consegnato un nuovo messaggio all’Assemblea federale, ancora largamente dedicato alle minacce di una guerra nucleare in Europa. In risposta al dichiarato ritiro degli americani dal Trattato INF (Trattato sulle armi nucleari di raggio intermedio), che proibisce lo spiegamento di missili in Europa, Vladimir Putin ha detto che la Russia non intende essere la prima a schierare i propri missili a breve e medio raggio in Europa, ma che risponderebbe immediatamente ad eventuali azioni statunitensi. Secondo il Cremlino alcuni modelli di missili americani a corto e medio raggio, potrebbero arrivare a colpire Mosca in 10-12 minuti, il che creerebbe serie minacce per la Russia.

“In questo caso, saremo costretti – e voglio sottolineare costretti, – a fornire misure speculari ed efficaci di risposta”, ha affermato il presidente russo. La Russia sarà costretta a creare e dispiegare nuovi tipi di armi, ha aggiunto Putin. Queste armi, ha detto, possono essere utilizzate non solo contro quei territori che rappresentano una minaccia diretta per la Russia (ovvero la Romania e la Polonia, se non si aggiungeranno altri Paesi in Europa), ma anche contro quei territori in cui si trovano i centri decisionali sull’uso di tali armi. Putin ha anche detto che la Russia continua a lavorare alla creazione di un nuovo missile ipersonico Zircon. Questo razzo avrà una velocità di 8 mach (otto volte la velocità del suono) e una portata di oltre mille chilometri, e sarà posizionato su navi e sottomarini.

Lo stesso giorno, il 20 febbraio, ci sono state altre notizie dalla Russia che confermano le parole di Vladimir Putin. L’esercito russo ha riferito di star adottando il missile sottomarino Poseidon, in grado di trasportare armi nucleari e che sarà invulnerabile in caso di attacchi nemici. Il ministero della Difesa russo ha mostrato un video di prova del funzionamento del sottomarino Poseidon su terra. Il primo sottomarino nucleare Poseidon, equipaggiato con un veicolo aereo senza equipaggio, sarà lanciato nella primavera del 2019. L’esperto militare e Contrammiraglio Vsevolod Khmyrov, il giorno del discorso di Putin, ha affermato che i carri armati statunitensi che regolano l’operazione dei sistemi missilistici possono essere completamente distrutti dai missili ipersonici russi Zircon. Khmyrov ha sottolineato che le navi ed i sottomarini russi sarebbero in grado di distruggere i controlli principali negli Stati Uniti in cinque minuti.

Non vi è dubbio che la dichiarazione dell’esperto militare sia stata fatta sulla scia del discorso di Putin, allo scopo di avvertire gli americani di non lanciare eventualmente un attacco missilistico nucleare sul territorio russo nella speranza di disabilitare lo scudo missilistico russo.

Nonostante l’effettiva possibilità di uno scontro armato sia pressoché inesistente, si spera che gli Stati Uniti non lascino effettivamente l’INF. È per questo scopo che i russi hanno dimostrato le loro nuove tecnologie missilistiche. Tuttavia, per ora, è probabile che il presidente Trump e la lobby militare americana proseguano la loro politica sul continente europeo.

Silvia Vittoria Missotti