E’ veramente pesante l’effetto delle sanzioni economiche che l’Unione Europea ha introdotto nel 2014 nei confronti di Mosca, approvate a luglio e rafforzate a settembre. Tali misure, avviate in seguito alla crisi politico – militare con l’Ucraina, hanno portato all’embargo come reazione da parte della Russia, causando un grosso crollo di tutto l’export italiano.
Il 17 maggio 2016 il quotidiano di Verona “L’Arena”, ha reso pubblici i dati relativi alla provincia scaligera per l’anno appena trascorso. Solo per quel territorio, dagli oltre 360 milioni di euro di esportazioni nel 2013, si passa ai 240 milioni nel 2015. La perdita registrata è del -27,8%, circa un terzo nel giro di due anni. A farne le spese sono soprattutto i settori che avevano affidato al mercato russo le loro speranze di ripresa e il desiderio reale di uscire dalla grave crisi che li ha colpiti. In primis, parliamo del settore dei mobili, con perdita del -27,1%, o cosa ancora peggiore, l’abbigliamento, passato dai 76 milioni di euro esportati nel 2013 ai quasi 25 milioni del 2015.
Fortemente penalizzato anche il comparto ortofrutticolo, i medicinali e altri preparati farmaceutici, le parti ed accessori per autoveicoli e loro motori, nonché vari altri prodotti. Solo la cancellazione delle sanzioni potrà determinare la fine del segno meno, ripristinando le corrette relazioni commerciali che legano Verona e l’Italia intera alla Russia. A tal proposito, il 20 maggio, con 27 voti favorevoli e solo 9 contrari, è stata approvata in Consiglio Regionale la risoluzione presentata dal consigliere Stefano Valdegamberi, atta a promuovere un comitato contro le sanzioni alla Russia, per il riconoscimento del diritto di autodeterminazione della Crimea e la difesa delle produzioni venete.
Il Veneto è la prima regione d’Europa che si è schierata a fianco di Vladimir Putin, (gli stati non europei che hanno fatto la stessa cosa sono Corea del Nord, Zimbabwe e Siria), riconoscendo l’annessione della penisola da parte di Mosca.
La Regione governata da Zaia, intende proclamare a gran voce il suo diniego nei confronti delle sanzioni, ingiuste ed inefficaci, che essendo fortemente discriminanti ed inaccettabili sotto il profilo dei principi del diritto internazionali, provocano gravissimi danni all’economia veneta ed italiana. Tutto ciò non può continuare, considerato che la Germania, invece, continua a fare affari d’oro con la Russia di Putin.
Valentino Quintana
E’ incredibile che sanzioni economiche contro la Russia, assurde e inique, si scarichino anche su chi le dovrebbe fare e in realtà le subisce… abbiamo una compagine di governo guidata da imbecilli …
Le sanzioni all’Iran qualche anno fa,prima di tutto sono costate alle ditte italiane che hanno dovuto chiudere attività già avviate e per assurdo chi le aveva imposte,americani e inglesi, continuavano a lavorare in barba alle sanzioni che loro prima di tutto le avevano imposte agli altri paesi.
Siamo un paese senza spina dorsale, ma buoni leccapiedi. (parlo dei politici nostrani)
Diciamo pure che FACCIAMO SCHIFO…..!!