Vladimir Putin

Il 17 dicembre scorso, il presidente russo Vladimir Putin ha tenuto la tradizionale conferenza annuale in cui ha risposto alle domande dei giornalisti. Il presidente russo tiene grandi conferenze stampa dal 2001, e queste hanno quasi sempre luogo un giovedì di dicembre. Quest’anno, a causa del coronavirus, la conferenza si è svolta nel formato di videoconferenza, la durata della quale è stata di 4 ore e 29 minuti (il record di durata di queste conferenze stampa è stato di 4 ore e 40 minuti, nel 2008).

Un’altra novità di quest’anno è stata che, per la prima volta, elementi di “filo diretto” con i cittadini si sono aggiunti alla grande conferenza stampa di Putin, che ha risposto anche ad alcune domande dei cittadini, tra cui anche a quelle di alcuni bambini. Il presidente russo ha risposto in tutto a 68 domande riguardanti diversi temi, di interesse sia nazionale che internazionale. Ne riportiamo alcuni di seguito.

La situazione COVID-19 in Russia

Nonostante la pandemia abbia creato problemi in tutto il mondo, per quanto riguarda la Russia, Putin ha detto che “possiamo affermare con tutta fiducia che abbiamo affrontato questi problemi con dignità e per certi versi forse anche meglio di altri paesi del mondo”. Il PIL della Russia è diminuito del 3,6%, una percentuale inferiore a quella degli Stati Uniti e dei principali paesi europei (in Gran Bretagna, ad esempio, il PIL è diminuito del 9%). Inoltre, vi sono già segnali di ripresa economica, e il sistema finanziario è in condizioni stabili.

Il capo del Cremlino ha anche constatato che il sistema sanitario russo si è dimostrato più efficace rispetto a quello di altri paesi, e che la decisione di chiudere le frontiere con la Cina ai primi segnali di diffusione del coronavirus ha permesso alla Russia di guadagnare tempo. Quest’anno sono stati costruiti 40 centri di ospedalizzazione per il coronavirus, sono stati notevolmente aumentati i posti letto e il numero di personale sanitario che lavora con i pazienti malati di Covid-19 è più di mezzo milione. La Russia ha anche aumentato di venti volte la produzione di mascherine, e si trova tra i primi tre paesi al mondo per il numero dei tamponi.

Per quanto riguarda i vaccini, la Russia è stata il primo paese al mondo a registrare il vaccino per la prevenzione del coronavirus, e da allora ne ha registrato anche un secondo. “Questi sono buoni vaccini, come ho detto in numerose occasioni, sicuri ed efficaci: il loro tasso di efficacia è superiore al 95%, avvicinandosi al 96-97%, secondo gli esperti, e non è stato segnalato un solo caso di effetti collaterali gravi,” ha affermato Putin. Ha poi aggiunto che anche ditte straniere, come l’azienda farmaceutica anglo-svedese AstraZeneca, con la quale la Russia è in procinto di firmare un accordo bilaterale, sono pronte a collaborare. All’inizio del 2021 la Russia avrà già milioni di dosi del vaccino, e continuerà ad incrementare la produzione.

Le elezioni in Russia e negli USA

Riguardo a interferenze straniere nelle prossime elezioni in Russia, Putin ha osservato che altri paesi “cercheranno di interferire, lo fanno sempre, e non solo nelle nostre elezioni, ma in quasi tutto il mondo. Questa è la politica globale. Lo sappiamo e ci stiamo preparando. Ma saremo in grado di bloccarlo efficacemente solo se la stragrande maggioranza dei nostri cittadini capirà che: a) è un’interferenza, b) dobbiamo contrastarla, e c) è inaccettabile e dobbiamo determinare noi stessi il nostro destino”.

Allo stesso tempo, la Russia rimane aperta alla cooperazione e agli osservatori internazionali. In questo senso, il presidente russo ha aggiunto che “penso che non ci sia tale trasparenza in nessun’altra parte del mondo. In più di una dozzina di Stati negli Stati Uniti, sapete, è vietato a qualsiasi osservatore straniero partecipare alle elezioni. Non siamo niente del genere”. 

Per quanto riguarda le presunte interferenze degli hacker russi nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2016, invece, Putin ha dichiarato che la Russia non è collegata all’elezione di Trump, e che si tratta di una provocazione: “Questa non è altro che speculazione e una scusa per degradare le relazioni tra Russia e Stati Uniti. Questa è una scusa per non riconoscere la legittimità dell’attuale presidente degli Stati Uniti per le considerazioni interne degli Stati Uniti. In questo senso, le relazioni Russia-USA sono diventate ostaggio della politica interna negli Stati Uniti. Credo che, in primo luogo, questo sia un male per gli Stati Uniti, ma spetta a loro, lasciamoli fare come vogliono”.

Ucraina e Donbass

Per quanto riguarda il futuro delle relazioni russo-ucraine, Putin ha detto che dipende in gran parte dal governo ucraino, più che dall’Ucraina stessa. L’attuale presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è stato eletto con una campagna elettorale che prevedeva l’unificazione del paese e anche la costruzione di un rapporto con la Russia. Tuttavia, finora il governo ucraino non ha mantenuto questa promessa. I politici ucraini, ha commentato Putin, “nel loro cammino verso il potere ottengono il sostegno della maggioranza del popolo e degli elettori, ma quando ci arrivano, esitano e iniziano a guardare indietro alle forze nazionaliste estreme. Penso che semplicemente manchino del coraggio politico. E il processo si blocca”.

Il presidente russo ha detto che, a seguito all’incontro nell’ambito del Formato Normandia a Parigi, è stato deciso di porre fine alle ostilità nel Donbass, e finora l’accordo sta tenendo. È avvenuto uno scambio di prigionieri, ma non è stata ancora promossa una soluzione politica. I funzionari ucraini hanno ripetutamente affermato che non intendono attenersi agli accordi di Minsk (nonostante siano stati confermati da una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e pertanto sono diritto internazionale) e che hanno suggerito di rivederne le disposizioni fondamentali. 

“La Russia continuerà a sostenere il Donbass, come ha sempre fatto. Aumenteremo persino il nostro supporto. Ciò include il supporto alla produzione, la risoluzione di problemi sociali e infrastrutturali, ecc.” ha affermato Putin, e ha aggiunto che “ancora una volta, rimarremo coinvolti in modo proattivo non solo sul fronte umanitario, ma anche attraverso la cooperazione diretta”.  Il leader del Cremlino ritiene che un accordo sia inevitabile e che prima o poi verrà raggiunto, ma che le tempistiche dipendono in gran parte dal governo ucraino.

START (Strategic Arms Reduction Treaty)

Il trattato START (Trattato Strategico di Riduzione delle Armi) venne firmato per la prima volta nel 1991 tra Stati Uniti e Unione Sovietica e poi periodicamente rinnovato fino ad oggi. L’attuale START scadrà nel febbraio del 2021.

“So che il presidente eletto Biden ha detto (almeno così mi è sembrato) di essere pronto a continuare questo dialogo e preservare questo trattato fondamentale” ha dichiarato il presidente della Federazione Russa, “siamo pronti per questo, nessun problema, ma abbiamo bisogno che i nostri partner americani rispondano. Se questo non si concretizzerà, ci sarà una corsa agli armamenti?”.

La Russia è al sesto posto nel mondo per il finanziamento dell’esercito e dell’industria della difesa, spendendo poco più di 46 miliardi di dollari l’anno (gli Stati Uniti ne spendono 770). “Tuttavia, siamo riusciti a sviluppare ciò che gli altri non hanno” ha detto Putin, riferendosi ai missili ipersonici a lungo raggio, in particolare lo Zircon, che possono essere schierati come missili a base fissa o di stanza su navi, sia di superficie che sottomarini.”I nostri partner americani hanno armi di precisione, ma non hanno ancora armi ipersoniche. Certo, prima o poi le svilupperanno. Questo è molto ovvio. Tuttavia, saremo preparati per questo”.

Putin ha concluso il discorso assicurando che “siamo sulla strada giusta e continueremo i nostri sforzi per garantire la massima sicurezza della Federazione Russa e del suo popolo”. 

Silvia Vittoria Missotti